Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  aprile 12 Domenica calendario

SE L’ITALIA NON SA FARE PIù LE LEGGI

È un bene che Renzi sia intervenuto, dopo la denuncia del Sole 24 Ore, dando l’indicazione di cancellare la norma truffa sull’aggravio dei contributi per dare copertura finanziaria alla decontribuzione. Un assurdo che si fa fatica anche a raccontare. Ma che qualche tecnico ha concepito e qualche politico ha avallato. Oggi possiamo dire che la questione specifica si avvia a soluzione, ma se non ci fosse stata la denuncia del Sole quanto avrebbe camminato quella norma? E, soprattutto, come è possibile che nell’attività legislativa si producano disposizioni tanto incoerenti? Come si è potuto ridurre così il cantiere delle norme? Quando è accaduto? Di chi la responsabilità? Ieri era tutto un rimpallo di colpe tra tecnici e politici. Ognuno con le sue ragioni, tutti con i loro torti. Perché nessuno – dirigenti, capi di gabinetto, politici di ogni livello – può dire io non c’entro. In Italia da troppo tempo si scrivono pessime leggi: incoerenti al loro interno e con la legislazione vigente – italiana ed europea – volutamente incomprensibili e piene di rinvii a successive norme attuative. Per non parlare delle finte “clausole di salvaguardia” che sono un modo truffaldino di rinviare i nodi politici sulle coperture. Non c’è da sorprendersi, poi, se riforma dopo riforma il sistema Italia resta bloccato e inefficiente. Verrebbe da chiedere un time out: prima di fare le riforme riformate il modo di fare le riforme.
Fabrizio Forquet, Il Sole 24 Ore 12/4/2015