Nino Sunseri, Libero 12/4/2015, 12 aprile 2015
ALLA POP VICENZA FINISCE A INSULTI CARIVERONA SALE SUL BANCO (E BPM)
Le banche popolari celebrano le loro ultime assemblee con la vecchia governance: Milano, Vicenza, Credito Valtellinese e il Banco a Novara hanno riunito ieri i soci per l’approvazione dei bilanci. Poca attenzione al passato, però, e grande concentrazione al futuro. Già nelle prossime settimane comincerà il balletto delle aggregazioni che sta incendiando la Borsa. Ma le novità sono già arrivate ieri. L’abolizione del voto capitario (una testa un voto) ha già fatto la prima vittima illustre. Dopo quasi vent’anni Gianni Zonin annuncia che lascerà la guida della Banca Popolare di Vicenza. La comunicazione al termine di un’assemblea infuocata nel corso della quale molti dei 2.607 azionisti intervenuti (3.855 con le deleghe) non hanno mancato di far sentire il loro dissenso per le ultime scelte del consiglio d’amministrazione: il taglio del 23% del prezzo delle azioni(da62,5a48euro)elacomunicazione, arrivata dall’amministratore delegato Samuele Sorato che, dopo il cambio di governance sarà necessario un altro aumento di capitale. Servirà a rafforzare il patrimonio in vista delle inevitabili nozze (lo sguardo è sempre rivolto a Veneto Banca).
Furibondi i soci che da mesi cercavano di vendere le loro azioni senza riuscirci. La perdita potenziale si avvicina a 1,2 miliardi e questo spiega la furia di molti interventi. L’abbattimento di valore è stato comunque approvato dai soci. In mancanza come ha spiegato Zonin in risposta a un piccolo azionista «il sovrapprezzo sarebbe rimasto non determinato, con il risultato che il valore dell’azione sarebbe stato fissato al nominale, vale a dire 3,75 euro, fino alla prossima assemblea del 2016». Va detto a questo proposito che Bpvi sta accelerando i tempi per una soluzione. «Presto daremo ai nostri soci la possibilità di scambiare i titoli su nuova piattaforma gestita da una banca specializzata», ha dichiarato Sorato. «Ci sarà un’asta al mese, con un’oscillazione massima consentita del 5% al rialzo e al ribasso e un floor del 20%». Se questo meccanismo non darà i frutti sperati, ha aggiunto Zonin, «l’ultima opzione rimane la Borsa».
Molto più tranquilla l’atmosfera nelle altre assemblee. Pierfrancesco Saviotti, amministratore delegato del Banco ha ribadito il suo desiderio di sposarsi con Bpm ma al momento, senza riscontro. Ad oggi, Piazza Meda non ha nominato advisor per le operazioni strategiche e ritiene «difficile» un’aggregazione con una banca straniera ma «ci piacerebbe spiega l’amministratore delegato Giuseppe Castagna essere parte di un progetto che crei una banca importante, con base a Milano».
In ogni Saviotti è «fiducioso sull’inizio di un periodo di vacche grasse». Incassa l’appoggio di Cariverona. Il vice presidente della Fondazione, Giovanni Sala è intervenuto all’assemblea per annunciare che l’ente è pronto a investire nel Banco Popolare per garantire la «stabilità» dell’azionariato durante il processo di trasformazione in spa.