Anna Guaita, Il Messaggero 12/4/2015, 12 aprile 2015
VIAGGIO SU MARTE IN 39 GIORNI
NEW YORK Arrivare su Marte alla velocità di 180 mila chilometri orari, in soli 39 giorni. Fantascienza? È lecito pensarlo, tant’è che il nuovo progetto finanziato dalla Nasa e in fase di sperimentazione presso il laboratorio della "Ad Astra Rocket", in Texas, è stato subito bollato dai fanatici di complotti come una "retro-ingegneria" ricavata da dischi volanti alieni. Nella realtà si tratta di una ricerca avviata oramai da tre decenni, ma finalmente giunta a un grado di affidabilità tale che l’ente spaziale Usa ha appena annunciato che vi investirà 10 milioni di dollari nell’arco dei prossimi tre anni.
La nuova tecnologia ideata dai laboratori texani garantisce la creazione di motori spaziali che costeranno molto di meno e potranno garantire velocissimi viaggi interplanetari anche di astronavi grosse e pesanti. L’unico ostacolo alla loro utilizzazione è che non hanno la potenza per sollevare le astronavi direttamente da terra e portarle fuori dall’atmosfera terrestre. Ciò vuol dire che le navi dovranno essere costruite nel vuoto dello spazio.
LA NAVIGAZIONE
Ma questa non è una novità: in qualsiasi progetto di esplorazione del pianeta rosso, si immagina che le navi spaziali destinate alla lunga traversata debbano essere assemblate o su una base lunare o su una stazione spaziale più grande di quella oggi in orbita intorno al nostro pianeta. Allo stato attuale, se si usassero i razzi tradizionali, una spedizione su Marte richiederebbe spese oltre i dodici-tredici miliardi di dollari e almeno sei mesi di navigazione solo in andata. Con il nuovo motore i costi sarebbero un decimo e i tempi dieci volte più veloci che con normali motori con sistema a propulsione chimica.
Il fondatore del progetto è il professore ed ex astronauta Franklin Chang-Diaz, che spiega così il funzionamento del nuovo motore: «Questo razzo non assomiglia a nessun razzo che avete visto finora. Si tratta di un razzo a plasma (gas ionizzato attraverso la corrente elettrica). Non viene usato per lanciare oggetti nello spazio, ma per guidare oggetti che siano già nello spazio». Chan-Diaz, che ha cominciato la sua carriera come fisico al Massachusetts Institute of Technology e durante la sua carriera di astronauta ha viaggiato sette volte sullo shuttle, precisa: «Viene usato per quella che si chiama propulsion in-space».
Il progetto della "Ad Astra Rocket Company" ha ricevuto il finanziamento della Nasa nell’ambito del programma dell’agenzia "Next Space Technologies and Exploration Partnership", che favorisce la collaborazione fra il settore pubblico - la Nasa - e ricercatori, imprenditori, o laboratori e università private. Il motore è stato battezzato Vasimr, dalle iniziali "Variable Specific Impulse Magnetoplasma Rocket". Il laboratorio ha dimostrato con ripetuti brevi esperimenti la funzionalità del motore, ma perché esso possa venire effettivamente adottato, dovrà superare un test di almeno 100 ore consecutive.
GIOVE E SATURNO
E naturalmente, se ci riuscirà, non verrà utilizzato solo per andare a esplorare Marte, ma potrebbe essere caricato su qualsiasi navicella dovesse partire verso lo spazio, anche le sonde. Una volta trovato il modo di aprire un’officina spaziale, sia essa sulla Luna o su una stazione orbitante, Vasimr potrà favorire viaggi velocissimi, e dunque anche l’esplorazione di altri pianeti ne gioverà grandemente. Invece che impiegare mesi per raggiungere Giove o Saturno, le sonde di domani arriveranno in poche settimane. La nostra conoscenza del sistema solare verrà approfondita in breve tempo.
Ma naturalmente quello che più appassiona è l’idea di andare su Marte. Il pianeta rosso riveste un fascino tale che di recente una società olandese, la Mars One, ha ricevuto ben 200 mila richieste di volontari pronti a mollare tutto sulla Terra e partire verso il pianeta, sapendo che potrebbe non esserci un viaggio di ritorno. Senza Vasimr, ma con gli attuali razzi a carburanti chimici, il viaggio richiederebbe infatti dai sei ai nove mesi.
I PERICOLI
Durante la traversata gli astronauti verrebbero bombardati da radiazioni cosmiche pericolose che potrebbero aumentare il rischio di contrarre il cancro. Una volta sul pianeta rosso, ci vorrebbero circa due anni prima che la Terra e Marte fossero di nuovo nelle loro posizioni più ravvicinate, per cominciare il viaggio di ritorno, sempre che nel frattempo non si sia morti per le radiazioni cosmiche. Se Vasimr funzionasse per davvero, tutta la missione durerebbe 3 mesi, invece che 3 anni. Dopotutto sembra proprio fantascienza. Ma entro tre anni sapremo se i sogni di "Ad Astra" sono realizzabili.