Gianlugi Giannetti, Il Messaggero 11/4/2015, 11 aprile 2015
«PORTO ROMA SUL TETTO DEL MONDO»
ROMA Il più vincente e il più romano, con un bagaglio di 8 campionati del mondo in bacheca che non sfigurano affatto accanto ai nove titoli del suo amico Valentino Rossi, anche se Tony Cairoli è su quel lato del motociclismo molto più vicino alla passione che all’esibizione. Sta al mondiale motocross come il primo nome che gira il mondo, ma resta legatissimo alla sua città d’adozione, la Capitale, dove vive e si allena per buona parte dell’anno.
Nel 2015 una delle sfide più difficili in carriera? «Il mondiale MXGP ora è costruito sullo spettacolo, con tracciatisucuinonsièmaicorsoeun livello di competizione che lo ha trasformato nella Formula Uno del Motocross».
Sarà duello per tutta la stagione con il fuoriclasse Villopoto, vincitore di 9 titoli americani?
«Per ora in testa al campionato c’è Clement Desalle su Suzuki che ha vinto la terza gara del mondiale in Argentina, prima di lui è andato a segno proprio Ryan con Kawasaki in Thailandia e il tedesco Maximilian Nagl in Husqvarna, primo in Qatar. Se Villopoto viene a confrontarsi con noi europei significa che il livello di questo mondiale è davvero buono. Lo spettacolo c’è, non sono per nulla preoccupato, sto lavorando per essere al top della forma per metà stagione dopo l’infortunio al ginocchio al Motocross delle Nazioni che mi ha fatto perdere due mesi»
Pronto per il GP del Trentino?
«Per la prima volta sono terzo in classifica, ma aspettavo la gara di Arco di Trento il 19 aprile e non solo per rimontare. Il motocross ha un potenziale incredibile come sport, con un campionato così combattuto mi piace promuoverlo al meglio. Non esiste nessuna categoria motoristica più alla portata di tutti. Chiunque può gareggiare con una moto acquistata al concessionario con pneumatici di serie, e poi finire tranquillamente sul podio di una gara nel modo più democratico possibile. Dai Kart alle corse su pista, altrove è un fatto inimmaginabile. Al Motocross serve ora solo una copertura televisiva adeguata, che nel resto del mondo c’è».
Paragoni con la MotoGp?
«Per ora è solo una sfida con il mio amico Valentino, presa anche molto da vicino. Sono nato in Sicilia, a due passi dalle strade della Targa Florio, e quella per i Rally è molto più che una passione. Rossi lo sa, da due anni ci incontriamo in gara al Rally di Monza ed è un impegno che entrambi prendiamo molto sul serio. Nel 2014 sono arrivato sesto, lui secondo, ma mi sto già preparando per il prossimo e conto di allenarmi da spesso al volante della mia Citroen DS3 WRC del Team Magneti Marelli Checkstar. Rispetto alla passata edizione, credo di essere migliorato del 70% nella guida».
Gli obiettivi da campione di Motocross?
«Non chiedetemi di arrivare a dieci titoli, non ci voglio pensare. Questa stagione è impegnativa, resto a Roma ad allenarmi. Ci vivo dal 2003, il clima è perfetto, nel Lazio ho percorso più giri di pista che in qualsiasi altro tracciato del mondo. E’ la città ideale per il Motocross a qualsiasi livello. Non c’entra il traffico, non era un battuta..».