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 2015  aprile 11 Sabato calendario

PENSIONI D’INVALIDITÀ, IL SUD NEL MIRINO

ROMA «Eliminare differenze inter regionali e intra regionali». Questo è l’obiettivo che il Documento di economia e finanza pone al governo per quanto riguarda le pensioni di invalidità. Le prestazioni per invalidità civile, all’interno della spesa sociale, dovrebbero essere un capitolo importante della nuova fase di spending review che il governo dovrebbe concretizzare in autunno con la legge di Stabilità. Il presupposto è abbastanza chiaro: nell’erogazione di questi trattamenti ci sono delle disparità che non si spiegano, se non supponendo abusi o comunque un eccesso di generosità. È lo stesso argomento su cui si basava un anno fa l’analisi di Carlo Cottarelli, allora commissario alla revisione della spesa. Un argomento che trova conferma anche nei numeri dell’Inps, rapportati alla popolazione residente nelle varie Province italiane.
SPESA ANCORA IN CRESCITAIn realtà i trattamenti in questione sono almeno due: la pensione di invalidità propriamente detta, e la più onerosa indennità di accompagnamento, riconosciuta agli invalidi totali impossibilitati a deambulare o a compiere gli atti quotidiani della vita. L’importo medio di quest’ultima prestazione è quasi doppio della precedente (485 euro contro 275); ne vengono erogate quasi due milioni mentre le pensioni di invalidità sono poco meno di 900 mila. Nel 2014, nonostante la maggiore severità dei controlli, la spesa complessiva è cresciuta rispetto all’anno precedente di quasi il 3 per cento.
Bene, come è la situazione sul territorio nazionale? Basta un’occhiata alle “classifiche” provinciali, ordinate in base al numero di prestazioni per 100 abitanti, per cogliere alcuni segnali chiari. La regione in cui pensioni e indennità sono più diffuse pare essere la Sardegna: la provincia di Oristano è al primo posto in entrambe le tipologie (rispettivamente 2,81 e 6,39 trattamenti ogni 100 abitanti, contro medie nazionali di 1,46 e 3,30); tra le prime dieci ci sono cinque province sarde nel caso delle pensioni e tre per le indennità. Seguono province del Mezzogiorno con una significativa eccezione, quella dell’Umbria. Terni e Perugia sono al sesto e all’ottavo posto per la diffusione delle indennità di accompagnamento. Dalla parte opposta, in fondo alle tabelle, ci sono tutte Province del Nord o del Centro Nord, con Modena, Bologna, Prato, Monza e alcune altre che brillano per scarso ricorso alle prestazioni di invalidità.
GLI INTERVENTIQuali saranno le linee di intervento del governo? Una, abbastanza ovvia, è quella dei controlli mirati nelle Province sospette. Lo stesso Cottarelli suggeriva di intervenire non solo sulle nuove prestazioni ma anche su quelle in essere, ipotizzando risparmi complessivi di circa 300 milioni nel 2015, destinati a raddoppiare l’anno successivo. Uno strumento già ipotizzato in passato ma sempre accantonato è l’introduzione di una soglia di reddito, attualmente non richiesto, per le indennità di accompagnamento. Politicamente si tratta però di una decisione non indolore.