Simonetta Scarane, ItaliaOggi 11/4/2015, 11 aprile 2015
FELICE COME UN ISLAMICO IN BRASILE
L’Islam continua a crescere in Brasile. Le conversioni sono in costante aumento da 15 anni a questa parte in quello che è il paese più cattolico del mondo. E anche molto tollerante. San Paolo del Brasile conta 17 moschee e tra queste c’è anche la più grande di tutta l’America latina.
Qui si riuniscono per la preghiera all’incirca 500 musulmani, uomini, donne e bambini. Un terzo dei credenti viene dall’Africa e dai paesi arabi, emigrati attratti dall’Eldorado brasiliano oppure profughi in fuga dal loro paese in fiamme. Tutti gli altri, la grande maggioranza, sono brasiliani. Di questi, quasi la metà si è convertita all’Islam di recente. I musulmani brasiliani si riconoscono perché indossano le cuffie per seguire la traduzione della preghiera dal momento che l’imam non parla portoghese. Quasi il 70% dei brasiliani convertiti sono donne, giovani, e per la gran parte con un livello di studi piuttosto alto. Una grande parte di loro vive nelle periferie dove i messaggi di giustizia sociale e di uguaglianza razziale portati dall’Islam prendono piede in maniera considerevole. Cristiane Bertolino si è convertita nel 2008: appartiene a una famiglia cattolica e dichiara di non aver mai avuto problemi da quando porta il velo, anche al lavoro. Secondo lei essere musulmani in Brasile non crea troppi problemi. La conferma arriva dalla storia di Dana Al-Balkhi, studentessa siriana, 26 anni, arrivata a San Paolo nel 2013 con un volo diretto dalla Turchia, assieme ad altri 1.740 rifugiati. Lavora nella segreteria della moschea. L’ambasciata del Brasile in Turchia è stata l’unica a concederle il visto d’ingresso. Dana non ama la samba né il Carnevale e ritiene che il Brasile sia sì un paese «molto accogliente ma praticarvi l’Islam sia difficile» pure per chi ha una mentalità aperta come la sua. «Anche se non veniamo guardate male ci sentiamo molto differenti», sottolinea, «inoltre, il cibo halal è caro e difficile da trovare».
Quanti siano con precisione i musulmani in Brasile non è dato sapere. Su circa 200 milioni di abitanti, i seguaci della religione di Maometto dovrebbero essere all’incirca un milione, e di questi una percentuale fra il 30 e il 50% sono brasiliani convertiti.
Il fenomeno non è nuovo. È dal 1920, con l’immigrazione siriana, libanese e palestinese che l’Islam ha ricominciato a prendere piede nel Paese, lo stesso che nel XVIII secolo era stato teatro di feroci repressioni dei musulmani, perlopiù schiavi deportati dall’Africa.
L’accelerata è arrivata negli anni 80, ma l’impennata vera e propria si è avuta a partire dal 2011. Ad incuriosire ha contribuito anche la telenovela di grande successo, Le Clone, mandata in onda dal canale televisivo Il Globo. Ambientata in Marocco, aveva l’ambizione di dipingere il mondo arabo con un eroe musulmano positivo. Daniela Ernst, docente di inglese, 30 anni, da poco convertita alla religione del Corano, sottolinea che nonostante l’Islam sia ancora poco conosciuto in Brasile, l’ostilità a questa religione non sia completamente assente anche se, dopo gli attentati di Parigi «è certamente più facile viverci per i musulmani».
Simonetta Scarane, ItaliaOggi 11/4/2015