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 2015  aprile 11 Sabato calendario

TUTTI I CONTROLLI PIU’ PAZZI NEI TRIBUNALI

«Come mai negli aeroporti c’è un’area adibita al controllo dello staff e nei tribunali avvocati e personale passano indisturbati senza che nessuno li fermi?». È la domanda che, a due giorni dalla strage al palazzo di giustizia milanese, si pone Vincenzo Del Vicario, presidente del Savip, il sindacato della vigilanza privata. Se nella maggioranza dei tribunali in Italia il semplice cittadino viene invitato a passare attraverso i body scanner facendo controllare le proprie borse ai metal detector, i loro legali e i magistrati no. Entrano in aula semplicemente esibendo il proprio tesserino identificativo, senza che la guardia giurata, il portiere o il facchino di turno neppure li guardi. Basta un cenno del capo dal gabbiotto e via libera. «Oggi un po’ in tutti i palazzi di giustizia il personale addetto alla vigilanza è stato richiamato a un più accurato controllo – insiste Del Vicario - Già, ma se mancano i macchinari in tanti palazzi di giustizia, se i turni sono coperti da facchini e se le guardie armate sono tre a turno a coprire edifici di cinque, sei piani come si può pensare di garantire un’adeguata sicurezza per scongiurare nuove tragedie?». Alla strage di Milano va dato il merito di aver squarciato il velo che copriva falle incancrenite dall’incuria e dalla mancanza di fondi nel sistema della vigilanza. Lo stesso tribunale fallimentare di Roma dove si sarebbe presentato come imputato Claudio Giardiello qualora non fosse stato residente a Milano, non ha neppure l’ombra di un portiere: sorveglianza zero, così come nel vicinissimo tribunale del lavoro. Si entra e si esce tranquillamente anche nel tribunale civile, mentre in via Gregorio VII dal Giudice di Pace i togati sono immuni ai controlli, come pure nella cittadella giudiziaria di Civitavecchia. A Velletri la sicurezza è garantita da tre guardie giurate armate ogni turno. «Tre uomini – sottolinea Mario Ricci, presidente del Sindacato Sia-Confsal – in un edificio dove le risse e le aggressioni non sono fatti rari. In quel palazzo di giustizia i parenti di un imputato in un processo per stupro fecero 60mila euro di danni dopo la condanna del giovane. E poi ancora risse e perfino una sparatoria. Dopo la strage di giovedì l’attenzione è alta e ieri la polizia investigativa ci ha chiesto copia della denuncia che due anni fa presentammo sull’emergenza di Milano». In quel tribunale la società Cosmopol vincitrice dell’appalto di sicurezza ha fatto istallare a proprie spese metal detector, porte allarmate, telecamere e sistema di sorveglianza perché inesistenti a causa dell’assenza di fondi. A Latina la situazione era identica: niente sicurezza. Solo con l’arrivo del nuovo presidente, un paio di mesi fa, il tribunale ha visto per la prima volta scanner e metal detector, telecamere nuove e a colori. La situazione fuori dal Lazio non è migliore: a Venezia dal 15 aprile arriveranno le guardie giurate, a Bari dal 17, a Firenze al controllo dei metal detector ci sono facchini, i vincitori della gara d’appalto bandita dal Comune. Per il resto, un po’ ovunque da Napoli a Palermo fino a Torino e ad Aosta, è una gara a sanare i vizi della non emergenza. Nel capoluogo campano ora si studiano verifiche più accurate per l’ingresso di avvocati, giudici e personale, mai controllati come ad Ancona e ad Aosta.