Roberto Da Rin, Il Sole 24 Ore 11/4/2015, 11 aprile 2015
LA (R)EVOLUCION CUBANA
El clasico se juega en Cuba. Il derby si gioca a Cuba. Le rassegne stampa latinoamericane che ogni giorno anticipano i grandi eventi regionali, non hanno dubbi. L’incontro tra Barack Obama e Raul Castro, è la notizia di maggior rilievo. Vero, i due leader si sono già parlati al telefono, due giorni fa, ma l’incontro assurge a evento. Il precedente incontro al vertice risale al 1959, tra Fidel Castro e Richard Nixon.
In quest’intermezzo di 56 anni i rapporti sono stati altalenanti, ma nelle fasi più “dialogiche” è prevalso il “gelo”, in quelle di maggior tensione, la crisi dei missili del 1962, si è sfiorata uno scontro mondiale. L’Unione Sovietica era intenzionata a installare dei missili nucleari sul territorio cubano.
Quali sono le attese dei cubani ? Il disgelo avverrà in tempi brevi? Il VII Vertice delle Americhe, in corso a Panama, è foriero di grandi aspettative, ma nessuno scommette un peso su cambiamenti automatici e rapidi nel day by day della vita cubana. L’acuto sense of humor dei cubani guarda in modo dissacrante ai soliti problemi economici dell’isola, e il refrain di questi giorni è questo : «No te preocupes, esto lo resuelve Obama». Non ti preoccupare, questo lo risolve Obama.
Al di là delle ironie, l’uscita di Cuba dalla “lista nera” stilata dagli americani, quell’elenco di Paesi in qualche modo collusi con il terrorismo internazionale, è un risultato di straordinario valore incassato da Raul Castro. I cubani ottengono così il prerequisito per poter procedere nel dialogo e nella riapertura delle rispettive ambasciate.
Gli altri temi sul tappeto sono questi: i rapporti migratori, le operazioni antidroga, la protezione ambientale, i diritti umani e, last but not least, le rimesse degli emigranti dagli Stati Uniti a Cuba.
El bloqueo, l’embargo, è naturalmente il punto saliente: difficile valutarne l’impatto, i cubani hanno fornito cifre discordanti. Il viceministro degli Esteri cubano, Abelardo Moreno, poche settimane fa ha quantificato in 116 miliardi di dollari la cifra costata a Cuba. «Ormai però - dice un funzionario cubano che chiede di non essere citato – è inutile recriminare, è meglio guardare avanti. L’export cubano verso gli Stati Uniti vale 6 miliardi di dollari all’anno».
L’incontro di oggi tra Raul e Barack è una picconata al muro d’acqua che separa Cuba dalla Florida ma non abbatterà “qui e ora” le diffidenze degli ultimi 56 anni. Il processo è comunque inarrestabile: un umorista cubano non profila scenari apocalittici, espunge solo ...una lettera: (R)evolución.