La Stampa 27/3/2015, 27 marzo 2015
Patrizia Attruia detta Titti, 48 anni. Originaria di Castellammare di Stabia, qualche anno fa, quando il suo matrimonio era finito, s’era trasferita col nuovo compagno Giuseppe Lima, 50 anni, a Ravello, sulla Costiera Amalfitana
Patrizia Attruia detta Titti, 48 anni. Originaria di Castellammare di Stabia, qualche anno fa, quando il suo matrimonio era finito, s’era trasferita col nuovo compagno Giuseppe Lima, 50 anni, a Ravello, sulla Costiera Amalfitana. I due, in difficoltà economiche (lei lavorava saltuariamente come cameriera, lui s’arrangiava a fare il coltivatore e il giardiniere per alcune ville e terreni della zona) dopo aver vissuto a lungo in alloggio di fortuna erano andati ad abitare da una Vincenza Dipino di anni 55 che s’era offerta di aiutarli, secondo le voci di paese, perché era pazza del Lima. Giorni fa la Attruia, che aveva subodorato qualcosa, urlò alla Dipino che doveva smetterla di provare a sedurre il suo uomo, ne nacque una lite e un certo punto la Dipino strinse le mani attorno al collo della rivale finché non smise di respirare. Quindi chiuse il cadavere in una cassapanca, dove lo trovò, qualche ora dopo, il suo compagno. Venerdì 27 marzo in via San Cosma a Ravello, a pochi passi dal famoso santuario sulla Costiera Amalfitana