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 2015  aprile 11 Sabato calendario

NCD, IL PARTITINO INAFFERRABILE CHE VA CON TUTTI E CON NESSUNO

Si sente sempre un profumino berlusconiano: è quello che si lascia dietro, per esempio, la defenestrazione Di Nunzia De Girolamo da capogruppo a Montecitorio del Nuovo centrodestra. Una decisione comunicata con noncuranza, atto burocratico discendente dalle famose stanze superiori. E lei - che non è sciocca e non ha perso il senso dell’ironia - su twitter ha ricordato che la carica le è stata tolta così come le era stata data, per nomina e non per voto. Metodo notevolissimo in un partito fondato sul motto «base per altezza», principio del ritorno ai più elementari postulati della democrazia: è chi sta sotto a decidere chi sta sopra. Non ne potevano più di Silvio Berlusconi, titolare di un diritto incentrato sulle dovizie economiche e i successi elettorali, e per il quale era stato scelto l’erede, proprio Angelino Alfano. Era il primo luglio del 2011, e Berlusconi chiese l’acclamazione al Consiglio nazionale: la ottenne e alzò in trionfo il braccio di Angelino, come fa l’arbitro al pugile vincente. Soltanto che il match non c’era stato.
Sarà che Ncd è un partito giovane e qualcosa da sistemare ci sarà ancora, ma il metodo non è così raro, De Girolamo a parte. La fusione con l’Udc nell’Area popolare è il frutto di poco più che una stretta di mano fra Alfano e Lorenzo Cesa davanti a un notaio, cosa di cui in entrambi i partiti ci si lamenta un poco, in attesa che presto si abbia una ratifica frutto di un processo più collettivo.
Però anche i coordinatori regionali di Ncd sono tali per nomina, e siccome in alcuni posti i pretendenti sono capipopolo locali e contrapposti, capita di trovare regioni con due coordinatori. La Liguria è il caso più delizioso, con il coordinatore Eugenio Minasso attratto dal sostegno per le Regionali a Raffaella Paita del Pd e con il co-coordinatore Luigi Zoboli deciso a restare a destra. I due rafforzano le posizioni dandosi a vicenda dei traditori e dei voltagabbana, uno è traditore e voltagabbana perché con il Pd in fondo si sta al governo, l’altro è traditore e voltagabbana perché in fondo il centrodestra, lo dice il nome del partito stesso, è la collocazione naturale. Eccola l’essenza straordinaria dell’ambiguità dell’Ncd. Che poi si esprime nello spettacolare passaggio, nello spazio di una mattinata, dal no al sì a Sergio Mattarella presidente della Repubblica. Ma non soltanto: in Lombardia si governa coi leghisti, in Veneto si litiga coi leghisti, in Umbria ci si allea coi leghisti, in Toscana non parlategli dei leghisti, in Puglia non parlategli di Forza Italia, però parlategliene in Campania e così via, in una riproposizione funambolica delle geometrie variabili.
Una politica abbastanza inafferrabile che ha prodotto un 4,38 per cento alle Europee (percentuale da spartire con l’Udc), e una permanenza al governo sempre meno appagante: il passaggio da Enrico Letta a Matteo Renzi ha causato ad Alfano la perdita del posto da vicepremier, e il recente allontanamento di Maurizio Lupi - una impressionante forma di eutanasia politica - non è ancora stato risarcito dal premier. Ncd riavrà un ministero (se lo riavrà) dopo le elezioni regionali. E viste le percentuali.