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 2015  aprile 09 Giovedì calendario

IL CLUB PER ORA COSTA 100 MILIONI ALL’ANNO

Prima tappa: convincere Thohir a cedere il controllo dell’Inter. Seconda tappa: mettere assieme piccoli e grandi soci, nell’ottica dell’azionariato diffuso, che siano disposti a liquidare l’indonesiano e a sobbarcarsi l’impegno di garantire la continuità aziendale di un club in perenne deficit. Sarebbero questi i passaggi di un ipotetico ribaltone. Posto che senza la disponibilità di ET non se ne fa nulla (lo statuto sociale, semmai, impedisce alla cordata di Giacarta di disfarsi del 70% senza il consenso di Moratti e concede a quest’ultimo il diritto di prelazione in caso di cessione), la partita si gioca tutta attorno ai soldi.
COME UNA FIGLIA Ce ne vogliono tanti perché l’Inter non è una società in equilibrio contabile, non lo è da un’eternità: il vecchio patron, in un’intervista alla Gazzetta , aveva auspicato che la sua «figlia» imparasse a camminare da sola. Speranza vana, per il momento, almeno finché la trasformazione manageriale darà i suoi frutti, la squadra tornerà competitiva e i proventi della Champions riprenderanno a piovere copiosi dalle parti di Corso Vittorio Emanuele. Fino ad allora, di sicuro, l’Inter avrà bisogno di massicce iniezioni di denaro da parte degli azionisti. Senza correre troppo indietro nel tempo, all’epoca in cui Moratti era solito staccare assegni a getto continuo per tenere in vita il giocattolo e cavalcare le ambizioni di una piazza intera, basta fare un calcolo su quanto è stato immesso nelle casse dell’Inter nella Nuova Era.
LISTA DELLA SPESA Ecco cosa è servito per supportare la gestione corrente della società, sin dall’insediamento indonesiano del novembre 2013: aumento di capitale da 75 milioni di Thohir e soci per rilevare il 70% (novembre 2013); versamento di Moratti, in due tranche, di 5 (novembre 2013) e 15 milioni (giugno 2014); finanziamento di 30 milioni del pool di banche guidato da Goldman Sachs (maggio 2014); prestito di 22 milioni da parte di Thohir (maggio-giugno 2014); secondo prestito del socio di maggioranza pari a 60 milioni (in queste settimane). Occhio, dei 230 milioni del maxi-prestito delle banche abbiamo considerato solo i 30 destinati al circolante e non i 200 con cui si sono estinti i vecchi debiti. C’è da aggiungere che Thohir ha erogato altri 10 milioni a titolo di prestito nel corso dei mesi scorsi. Sommando tutto si arriva a 217 milioni, nell’arco di nemmeno due stagioni.
PURE LA LIQUIDAZIONE Questo significa che l’Inter ha bisogno di 100 milioni di “alimenti” all’anno, che poi è il disavanzo entrate-uscite dell’ultimo bilancio licenziato. Certo, le cose potrebbero, anzi dovrebbero, migliorare in futuro grazie alla crescita dei ricavi, ma la presenza di nuovi azionisti sarebbe giustificata solo da maggiori risorse a disposizione per potenziare l’organico. Altrimenti che senso avrebbe il ribaltone? Quindi, in soldoni, i 100 milioni a stagione bisognerà trovarli da qualche parte. E, prima di tutto, andrebbe liquidato l’attuale numero 1. Con quanto? Questo lo sa solo Thohir. Considerati i 75 milioni investiti inizialmente e l’impegno finanziario a supportare l’Inter con i successivi prestiti (per quanto fruttiferi), potrebbe servire un altro centone.