Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  aprile 09 Giovedì calendario

SEMPRE PIÙ TAGLI E SERVIZI A RISCHIO LA DIFFICILE VITA DEL SINDACO-ESATTORE

Difficile, sempre più difficile, la vita del sindaco-gabelliere. «Stiamo arrivando al limite», sbotta il primo cittadino di Caserta Pio Del Gaudio (Fi), che lamenta soprattutto le «tasse esasperate imposte ai comuni» e continui tagli. «La chiamano spending review, ma in realtà sono tagli alla cieca. Sia chiaro, adesso non stiamo chiedendo risorse in più, ma che non ce ne vengano tolte altre». E da Parma il grillino Federico Pizzarotti, alle prese tra l’altro con una complessa riorganizzazione degli asili comunali che arroventa il clima in città, rincara la dose: «Non vogliamo più essere considerati gli esattori delle tasse per conto terzi, ma non vogliamo nemmeno essere tacciati come decisori dei tagli voluti dal governo». «Ci troviamo a lottare con un meccanismo perverso: non c’è mai nessuna certezza su quanto bisogna far pagare e su quanto rimane nelle nostre casse per finanziare i servizi», lamenta dal centrosinistra Massimo Castelli, coordinatore Anci per i piccoli comuni e primo cittadino di Cerignale, alto Appennino piacentino. «Si colpiscono i comuni perché forse è più semplice, ma in questo modo a forza di tagli verranno meno i servizi destinati alla comunità».
Caos metropolitano
Questa mattina una delegazione di sindaci, guidata dal presidente dell’Anci Piero Fassino, incontrerà Renzi per capire le vere intenzioni del governo. Ma intanto tra le città metropolitane è scoppiata la guerra. Una rissa tutta interna al Pd. Il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, si è infatti lamentato del fatto che alla sua amministrazione venga imposto un taglio del 23% contro il 5% di Bologna. Immediata la reazione di Virginio Merola. «I criteri di ripartizione sono stati concordati in Conferenza Stato-Regioni – afferma il sindaco di Bologna -. Nardella è coordinatore per l’Anci delle città metropolitane, quindi o si è sbagliato o non mi rappresenta più ed è bene che si dimetta». Secca la replica da Firenze: «Non ho attaccato nessuno e meno che mai voglio fare polemiche. Ho semplicemente ricordato dei numeri ed i numeri sono numeri».
Le città più «stangate»
E in effetti, dei 256 milioni di tagli previsti per il 2015 a carico delle 10 città metropolitane, alla città gigliata tocca la fetta in proporzione più importante: 25,77 euro per abitante per un totale di quasi 26 milioni di euro, contro i 5,1 euro medi di Bologna (ma anche di Genova) che perdono entrambe «appena» 5,1 milioni. A Milano verrebbero tolti 17,4 milioni, 20,33 a Torino, 12,4 a Bari, 9,4 a Venezia e 7,75 a Reggio Calabria. In valori assoluti il peso maggiore ricade però su Napoli (65,8 milioni di euro, 21,03 pro capite) e Roma ( 87,2 milioni, 20,18 per abitante). Mentre Ignazio Marino, pur irritato, si chiama fuori dalla polemica («Io non sto con nessuno»), da Napoli Luigi De Magistris si scaglia contro «un meccanismo irragionevole, irrazionale e inaccettabile». Alla vigilia del vertice romano Fassino ha cercato di placare un poco le acque sostenendo che «i comuni non hanno dichiarato guerra a nessuno: chiediamo solamente di discutere prima che il Def sia varato», puntando a «soluzioni condivise» e proponendo meccanismi per premiare i comuni virtuosi. Di partenza, però, l’Anci facendo presente i 17 miliardi già persi in quattro anni tra tagli e patto di stabilità, solleciterà la conferma anche per il 2015 dei 625 milioni di euro del fondo integrativo che copre il minor gettito della Tasi, solleverà la questione dell’Imu agricola le cui entrate sono state sovrastimate rispetto ai tagli già patiti nel 2014 e, soprattutto, chiederà lumi sulla nuova «local tax». «Perché - spiega Guido Castelli (Fi), sindaco di Ascoli Piceno e coordinatore Anci per la fiscalità locale – se si ripete l’errore dell’Imu agricola la situazione si mette davvero male».
Tagliate prima voi
Da Nord a Sud tutti i sindaci concordano: prima di tagliare altri fondi a noi il governo pensi a mettere mano ai suoi sprechi: alla moltiplicazione dei corpi di polizia, come suggerisce Marco Castelli. O agli stipendi dei i funzionari ministeriali, come chiede Del Gaudio. «Io me lo ricordo quando nel 2012 Renzi prese di petto il ministro Cancellieri e proclamò che i comuni avrebbero fatto i tagli solo dopo quelli fatti dal ministero», racconta il sindaco di Ascoli. Massimo Bitonti, sindaco leghista di Padova, sostiene che «da quando sta a palazzo Chigi si è dimenticato il suo passato». Matteo Biffoni (Prato), invece, difende il premier: «Matteo conosce bene le nostre realtà, sa quindi dove è possibile arrivare e dove è possibile spingersi». Oggi vedremo chi ha ragione.
Twitter @paoloxbaroni
Paolo Baroni, La Stampa 9/4/2015