Corrado Augias, la Repubblica 9/4/2015, 9 aprile 2015
NAZIONALE - 09 aprile 2015 CERCA 28/29 di 48 Commenti Le scorciatoie pericolose Lorenzo Catania Gentile dottor Augias, nei giorni scorsi lei ha sollevato la questione del busto di Gaetano Azzariti, razzista antisemita, inopportunamente esposto nel corridoio d’onore della Corte Costituzionale
NAZIONALE - 09 aprile 2015 CERCA 28/29 di 48 Commenti Le scorciatoie pericolose Lorenzo Catania Gentile dottor Augias, nei giorni scorsi lei ha sollevato la questione del busto di Gaetano Azzariti, razzista antisemita, inopportunamente esposto nel corridoio d’onore della Corte Costituzionale. Ciò che più amareggia in questa vicenda, è che l’uomo che era stato presidente negli anni del fascismo del Tribunale della Razza, diventò ministro della Giustizia nel primo governo Badoglio, poi nel dopoguerra giudice della Corte costituzionale nel 1956, suo presidente l’anno successivo. Ancora più amare sono le parole ciniche e accomodanti di Palmiro Togliatti ministro di Grazia e Giustizia nel 1945-46. Questi, nella sua veste di Guardasigilli, diede poca importanza ai trascorsi politici di Azzariti. A chi lo informava sul passato non specchiato del suo consulente per l’epurazione, Togliatti, secondo la testimonianza del suo segretario Massimo Caprara, rispose: «Non me ne importa, ho bisogno di un bravo esecutore di ordini, non di un politico». Nell’Italia postbellica, per metabolizzare il ventennio fascista, la giustizia veniva sacrificata alla pacificazione. Si imboccavano scorciatoie pericolose, all’origine dei rigurgiti antisemiti che oggi conosciamo. — lorenzocata@tiscali.it Massimo Caprara è stato a partire dal 1944 e per vent’anni segretario personale del leader comunista Palmiro Togliatti. Venne radiato dal Pci nel 1969 per la sua condanna dell’invasione sovietica della Cecoslovacchia, successivamente si convertì al cattolicesimo e divenne un accusatore convinto dell’ideologia comunista alla quale imputava “mancanza di umanità”. Su Togliatti è intervenuto più volte e la sua testimonianza è risultata spesso preziosa per conoscere i risvolti interni e le logiche politiche del più grande partito comunista dell’Occidente. Le parole che riferisce a proposito di Azzariti sono senz’altro veritiere e del resto rientrano bene nella freddezza politica di Togliatti che soppesava uomini e cose in base all’utilità per il partito — e per se stesso ovviamente. Tutto ciò detto il suo giudizio su Azzariti si può leggere anche ad un altro livello. L’ex presidente del Tribunale della Razza era certamente un giurista di prim’ordine. Però era anche uno di quegli uomini che mettono la loro intelligenza al servizio di chi è al potere e sono quindi in grado di attraversare abilmente i vari regimi e sopravvivervi. Per fare un esempio storico, è appena uscito di Alessandra Necci (Marsilio ed.) Il diavolo zoppo e il suo compare dedicato a Talleyrand e Fouché, maestri di sopravvivenza politica in tempi decisamente rischiosi. Anche se non è certo da elogiare l’atteggiamento di Togliatti è però comprensibile: aveva bisogno di un uomo abile, informato e soprattutto obbediente. Proprio il discutibile passato di Azzariti ne avrebbe garantito la fedeltà. © RIPRODUZIONE RISERVATA Lettere: Via Cristoforo Colombo, 90 00147 Roma Fax: 06/49822923 Internet: rubrica.lettere @repubblica.it CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it