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 2015  aprile 07 Martedì calendario

UNA PARATA CINESE IMBARAZZANTE

Divide e imbarazza i governi dei paesi occidentali l’invito di Pechino a partecipare, il 3 settembre prossimo, alla parata militare in piazza Tienanmen organizzata per celebrare il 70° anniversario della fine della seconda guerra mondiale. Non assistere alla sfilata che metterà in mostra tutta la potenza di fuoco della Cina rischia di provocare uno screzio con la Repubblica popolare, un partner commerciale strategico e particolarmente sensibile agli affronti diplomatici.
A parteciparvi si corre il rischio di offendere il Giappone, che ha perso il conflitto. Inoltre, per la prima volta, rispetto alle precedenti sfilate militari, Pechino ha invitato i capi di stato non solo a partecipare ma a inviare i loro eserciti. Per questo, la parata militare in preparazione non è più soltanto un evento cinese, ma ha assunto una rilevanza internazionale.
Al momento il governo cinese non ha ancora spedito tutti gli inviti e la lista degli invitati è tenuta segreta. Anche se è stato confermato che gli alleati della Cina durante il secondo conflitto mondiale, tra i quali gli Usa, Gran Bretagna, Australia e Francia, hanno ricevuto tutti il cartoncino di invito. Ad oggi soltanto la Russia ha confermato che Vladimir Putin ci sarà.
Per tutte le ambasciate occidentali a Pechino la questione è diventata un rompicapo e una delle maggiori preoccupazioni. Rispondere all’invito è molto delicato.
La sfilata è prevista nella stessa piazza che vide la sanguinosa repressione con i carri armati della rivolta studentesca, nel giugno 1989. Avvenimenti che avevano isolato la Cina sulla scena diplomatica e per i quali i suoi principali partners, fra i quali la Francia, avevano preso le distanze dopo la repressione. Partecipando alla parata in piazza Tienanmen, François Hollande, Barack Obama o David Cameron darebbero l’impressione di approvare un regime autoritario per il quale quel massacro resta ancora un tabù. L’ipotesi di spostarla in un altro luogo non è in discussione fanno sapere fonti ufficiali.
Il Giappone ha già annunciato che declinerà l’invito a questa parata destinata a glorificare la vittoria del popolo cinese contro l’aggressione giapponese. Inoltre, è impossibile per il primo ministro Shinzo Abe assistervi dal momento che sta chiedendo alla Cina maggiore trasparenza in materia di spesa militare. Per il ministro degli affari esteri cinesi, il premier Shinzo Abe sarà il benvenuto a patto che dia prova di sincerità sulle responsabilità storiche del Giappone. Questione delicata. La Cina accusa regolarmente il suo vicino di rifiutare di riconoscere le atrocità perpetrate alle truppe imperiali durante l’occupazione parziale della Cina (1931-1945). La guerra nel Pacifico terminò il 15 agosto 1945 con la resa del Giappone, firmata il 2 settembre su una nave americana. Inoltre, i rapporti fra la Cina e il Giappone si sono brutalmente deteriorati da due anni a causa della disputa per la sovranità sulle isole Diaoyu/Senkaku contese fra i due paesi. Partecipando alla parata militare cinese, che potrebbe trasformarsi in una dimostrazione di forza all’indirizzo del Giappone, i capi di stato avrebbero l’impressione di aver fatto una scelta di campo.
A maggio, la maggior parte dei dirigenti europei non hanno preso parte alla parata militare organizzata dalla Russia il 9 per marcare la fine del conflitto in Europa, in ragione della situazione in Ucraina. Il presidente cinese, Xi Jinping ci è andato e la cancelliera tedesca Angela Merkel ha scelto l’indomani di andare a rendere omaggio alla tomba del milite ignoto accanto a Vladimir Putin.
Adesso i diplomatici occidentali dovranno dare prova di inventiva per rispondere a questa sfida cinese.
Simonetta Scarane, ItaliaOggi 7/4/2015