Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 7/4/2015, 7 aprile 2015
NELLA CLASSE DOMINANTE OCCIDENTALE OGGI AL POTERE CI SONO I ROTTAMATI MA ANCHE I ROTTAMATORI CHE ALTRO NON SONO CHE I FIGLI DEGENERI DEI PRIMI
Ho letto, in successione, tre romanzi, Sottomissione di Houellebecq, Il Regno di Carrére, e I Nuovi Venuti di Giorgio Dell’Arti.
I primi due ragionano su come potrebbe evolvere l’Occidente in questa particolare fase storica, il terzo indica un’ipotesi estrema di execution. Tutti e tre hanno toccato miei nervi scoperti, legati a quello che considero un evento non più rinviabile: l’uscita di scena dell’attuale Classe Dominante occidentale. I segnali deboli ci sono tutti, la maggioranza di noi però fa finta di nulla, seguendo la strategia suicida del «guadagnare tempo», personalmente mi auguro avvenga quanto prima, nel modo meno cruento possibile. Attenzione, nella Classe Dominante ci sono già i «rottamati» ma pure i «rottamatori», che altro non sono che figli degeneri dei primi.
Giorgio Dell’Arti, da par suo, ha scelto una modalità pulp, partendo dal fondo del processo: geniale! L’incipit de I Nuovi Venuti: « quanto al modo in cui prendemmo lo Stato, i kosovari » è superbo. Succede tutto nelle prime pagine, la soluzione finale si snoda in modo talmente crudele da apparire banale, il sangue è quello di Dario Argento, la passata Cirio pre fallimento.
A Gianfranco Fini i kosovari spiccano il capo dal busto e lo depongono sulla poltrona, come fosse il Borsalino del Cav., via via tutti gli altri politici vengono eliminati, ultimo Pierferdinando Casini, impalato.
Lo confesso, non ho capito perché solo lui, all’epoca tutti i boiardi venivano sottoposti all’impalamento, le altre modalità oggi utilizzate dall’Isis erano riservate ai poveri e ai borghesi. Ai giornalisti più celebri (Scalfari, Travaglio, Feltri, Mentana) vengono tagliate lingua, polsi e caviglie, Giuliano Ferrara, informato in anticipo, preferisce tagliarsi da sé le vene dei polsi, avvolgendosi in una tunica preziosa da senatore romano.
Il grande massacro si conclude con la resa dei conti fra viola & granata e juventini, palermitani e catanesi, sassaresi e cagliaritani, insomma la solita guerra civile all’italiana, che resetta il passato e ripristina la mitica crescita.
Il libro, uscito nel 2014, intuisce il verificarsi di eventi che verranno dopo. Chi sono i «kosovari» se non i combattenti nati dalla nuova joint-venture Isis-al Qaida? Le modalità con cui vengono uccisi i politici della Seconda Repubblica non rassomigliano forse a quelle di Charlie Hebdo? Così come a quella dei jihadisti somali di Al Shabab che in Kenya decapitano giovani studenti cristiani solo perché non sanno rispondere a un quiz sul Corano.
Come dobbiamo interpretare il suicidio collettivo imposto da un pilota tedesco che guida il suo A 320 contro una montagna francese, addirittura accelera negli ultimi metri, se non come segnali di un mutamento radicale di verso? La perdita del nostro senso di orientamento si sta facendo crudele, qualcosa deve succedere. Giorgio Dell’Arti lo intuisce, prima che qualche geniale «App» se ne impossessi, a pagamento.
Cosa può nascere da questo bagno di sangue? Come ripristinare un nuovo ordine sociale? L’autore propone «La Curatela» (termine di assoluta genialità) e l’affida al «Maestro Kronauer». Il modello precedente era basato sul politicamente corretto, su una democrazia finta, un consenso altrettanto finto, il «Maestro Kronauer» invece ha idee chiare « noi andiamo alla ricerca non di consenso, bensì di dissenso. Come coloro che vanno a caccia di bestie feroci, col solo scopo di sopprimerle». Così cambia tutto, nulla sfugge alla sua furia riformista, un milione di burocrati lo aiuta (immagino la fascia alta degli attuali dipendenti pubblici). Alla fine, però Maestro K. cade nella trappola che noi giornalisti gli prepariamo: la solita intervista su due pagine. Sdraiati sul «tappettino» sul quale i nostri colleghi celebri, hanno passato la vita, gli chiediamo: «Maestro Kronauer cosa pensa di aver regalato agli italiani?» e lui, povero, risponde sinceramente «Il rimpianto».
È la fine, anche Kronauer si è fatto establishment, temo che si debba ricominciare tutto da capo. Comunque, grazie caro Giorgio.
Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 7/4/2015