varie, 8 aprile 2015
ODIO «È
triste, è doloroso, ma non ho altra scelta. Continuo a non star bene, sono vecchio e non riesco più nè a correre, nè a saltare. Amerò per sempre la pista e gli ostacoli, ma odio il mio piede e se non mi fossi infortunato... La storia, però, non si fa coi “se” e devo accettare la situazione in silenzio» (l’ex campione olimpico cinese Liu Xiang annunciando il suo addio).
TONICA «Io so dove posso arrivare e quanto posso dare. La gamba è tonica, ha iniziato a girare bene ed è importante per un giocatore che vive di scatti e dribbling come me. Qui al Milan devo giocare in maniera differente rispetto a come facevo a Torino, dove attaccavo di più la profondità: qui devo giocare di più tra le linee e sto cercando di migliorarmi» (Alessio Cerci).
ORIGINI «Che cosa ho ereditato dalle mie origini? Il senso della famiglia. La tradizione del pranzo del sabato dalla nonna. Mio padre e i suoi fratelli che lavorano insieme nel team di famiglia: è lì che ho imparato il mestiere di pilota» (Felipe Nasr, quest’anno alla guida della Sauber).
SNOB «In tanti quando non mi conoscono dicono che sono snob. Non è così. Semplicemente mi faccio i fatti miei. Non sono un giullare, non faccio casino. Sto sulle mie, rispettoso dei ruoli» (il ciclista Fabio Felline, vincitore della seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi).
ESAGERATO «In Qatar, Valentino voleva innanzitutto non far vincere Marquez e quando ha visto l’errore di Marc alla prima curva gli si è accesa quella lucina... Quello che a me piace di lui, è che quello che decide di fare spesso gli riesce. E in Qatar è stato esagerato» (il capotecnico di Rossi Silvano Galbusera).
BAD BOY «Sono una persona connessa con la vita, con il mondo e con gli animali. Ho cura di me, del corpo e dell’alimentazione: la cucina “bio” è la preferita. In campo sono cattivo. Io nel Queens sono cresciuto giocando come un “bad boy”. E sono felice di esserlo stato, anche come lezione di vita» (Metta World Peace).
PANE E ACQUA «È che io sono cresciuto, sia chiaro per mia scelta, a pane, acqua e golf. Quando avevo tre anni per calmarmi i miei genitori dovevano mettermi una videocassetta di colpi di Severiano Ballestreros, il mio idolo. Poi ho iniziato i tornei e ho girato il mondo. Adesso ho capito tante cose della vita e del golf» (Matteo Manassero).