Sara Faillaci, Vanity Fair 8/4/2015, 8 aprile 2015
MA COME SI È GASATO PAP
[Intervista a Alessandro Travaglio] –
Una rosa sulla spalla, una pantera sull’avambraccio, all’interno una chiave di violino, sul trapezio la scritta «Endless» e, sul fianco, il tatuaggio più recente: il nome Monica scritto in alfabeto arabo. «Ma non sarà l’ultimo», dice Alessandro Travaglio, in arte Trava, 20 anni, figlio del giornalista Marco, direttore del Fatto Quotidiano.
Suo padre approva?
«Mio padre li odia».
Bella faccia, buone maniere: Trava non «sembra» un rapper. Però questo fa, oltre a frequentare il liceo linguistico a Torino. Con il suo gruppo, The Stalkers, ha aperto il concerto dei Club Dogo e di Fabri Fibra, alla festa del Fatto. E due settimane fa, ai provini di Italia’s Got Talent su Sky Uno, ha passato il turno con 4 sì, quindi se lo vedremo nel Selection Day del 23 aprile potrebbe arrivare alle semifinali live.
Perché il rap?
«L’ho conosciuto grazie a mio cugino che mi passava i dischi di Fabri Fibra e dei Club Dogo. Ma è da quando ho 4 anni che vivo davanti allo stereo. Ascoltavo Baglioni, De Gregori, De André, i dischi di mio padre».
Papà ama la musica?
«Scherza? Sa a memoria tutto Renato Zero e Battiato».
E dopo la scoperta del rap?
«Ho iniziato a scrivere. E sono arrivato a collaborare con Fabri Fibra (ha ballato nel video di Tranne me, ndr), che mi ha detto di metterci più impegno».
Vi siete incontrati grazie a un’intervista che gli fece suo padre.
«Un giorno sono entrato nello studio di papà e ho trovato aperta la pagina di Wikipedia su Fabri. Gli ho chiesto che cosa stesse facendo, mi ha risposto che si stava documentando perché doveva intervistarlo. Era imparanoiato perché non lo conosceva bene. Io sono impazzito: “Fallo venire a casa”».
Era presente all’intervista?
«Sì. Non avevo mai visto prima mio padre all’opera: ho assistito, buono e zitto, a una conversazione tra due pilastri di cultura».
Ha dichiarato che la politica non le interessa, e che non vuole fare rap impegnato.
«Sto cambiando idea: mi dà fastidio quando la mia generazione, che si lamenta perché non c’è lavoro e non ci sono ideali, si siede senza fare nulla per provare a cambiare le cose».
Suo padre parla di lavoro a casa?
«Mai: ha sempre tenuto separate vita professionale e vita privata».
La imbarazza parlare di lui?
«Al contrario, sono orgogliosissimo di papà. Se una notizia non mi è chiara, chiedo e lui è sempre aggiornato, non so come faccia, o meglio lo so: bisogna farsi un culo così per arrivare a certi livelli».
Lei invece è stato bocciato in prima liceo. I suoi come l’hanno presa?
«Avevo iniziato lo scientifico: un errore, visto che odio la matematica. Mi hanno dato tre materie, ne ho recuperate due a settembre, quindi la bocciatura è stata un po’ un’infamata. I miei genitori mi hanno detto: “Ti rifai l’anno, dagli errori si impara”. Infatti non è più successo».
Descriva suo padre.
«Una spina nel fianco, per molte persone. Ma per tirar fuori la verità, devi punzecchiare».
Le crea problemi l’ostilità verso di lui?
«No, a parte i commenti pieni di odio nei miei confronti, in Rete e sui social. Ma mi scivolano addosso: servono a darmi solo più visualizzazioni su YouTube».
Per questo si è esposto con un talent?
«Volevo solo dimostrare, nella vetrina più grande possibile, le mie vere capacità. Le critiche non mi dispiacciono, ma devono riguardare la mia musica».
Nessun pregiudizio invece sui talent?
«Molti rapper li ritengono un modo per saltare la gavetta. Io credo che siano il modo per arrivare più velocemente al grande pubblico. E poi sono un fan dei talent».
Perché non è andato a X Factor?
«L’avrei fatto ma avevo dimenticato di iscrivermi nei tempi».
Il cognome le procurerà qualche insulto, ma è un grande vantaggio: tutti parlano di lei solo perché è figlio di suo padre.
«Vero. Ma che cosa avrei dovuto fare, rinunciare al mio sogno? La verità è che se anche avessi scelto di fare il panettiere, passerei sempre per un raccomandato. Se ambissi a fare il giornalista capirei le critiche, ma non ho nulla da rimproverarmi».
Suo padre che cosa le ha detto?
«Si è gasato da morire, mi ha detto di metterci tutto me stesso».
Però non l’ha accompagnata al provino.
«No, è venuta Raffaella, la mia ragazza».
State insieme da molto?
«Un anno e mezzo l’altro ieri. Se non mi ricordassi la data mi sparerebbe. Siamo molto presi, lei è una mia compagna di classe, siamo sempre insieme».
Lei però vive ancora in famiglia.
«Sì, ma Raffaella dorme quasi sempre da me».
E i suoi genitori?
«Sono persone aperte. E sono contenti perché lei mi aiuta a stare sulla retta via, mi fa studiare. Raffaella va al cinema con mia madre, e adora mio padre».
Se vi lasciate, sarà una tragedia per tutti.
«Infatti non ci lasceremo».
Non è molto rap, un fidanzamento in casa.
«Non sono per niente rap. Non sono mai stato uno che cambiava ragazza spesso».
Chi è Monica, il nome che si è tatuato?
«La mia zia materna. È mancata di recente e io e mia sorella, che ha tre anni meno di me, ma è molto avanti ed è la mia copia al femminile, abbiamo deciso di tatuarci il suo nome. In arabo, così lo capiamo solo noi».