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 2015  aprile 04 Sabato calendario

BOHÈMIEN, SPERDUTO: ECCO CHI ERA L’AUTORE DEL QUADRO ICONA DI EXPO

Difficile trovare un artista raffinato quanto quel divisionista solitario, Giuseppe Pellizza da Volpedo, che, dopo avere studiato pittura presso vari maestri, era tornato nel paesino natale. Ma niente era meno naturale della campagna dipinta da Pellizza, baluginante di un’utopia serena e profonda. Quel bohèmien sperduto tra i campi con la lunga barba profetica vestiva di nero come gli anarchici ai quali il suo radicalismo lo avvicinava. Si divertiva a sentire i visitatori consigliargli di trasferirsi in città per moltiplicare i suoi guadagni.
Oggi un’importante mostra, a cura di Daniela Giordi, al Mia Fair di Milano, Tempo ritrovato - fotografie da non perdere. Il Quarto Stato e il territorio di Volpedo nelle fotografie del fondo Giuseppe Pellizza, rivela i legami tra le fotografie e i quadri dell’artista. L’epico, smisurato quadro del Quarto Stato, icona dell’Expo 2015, era stato lungamente preparato. I personaggi più importanti erano intimi del pittore, che ne era rimasto soddisfatto, anche se quella tela era stata criticata da molti. «Fu quale io l’avevo voluto. L’avanzata di un gruppo di lavoratori verso la sorgente luminosa simboleggiante nella mia mente tutta la grande famiglia dei figli del lavoro».
Non a caso, ringraziando un critico benevolo, gli scriveva: «Considero le vostre parole scritte in seguito sul Quarto Stato come un atto coraggioso. Io so bene qual sia l’ambiente in cui vive. Del resto i se e i ma ed i forse della critica sono naturali davanti un’opera come questa mia, se vuole essere giudicata non coi soliti criteri ma soltanto con quello di relatività della concessione della forma e del colore e dell’espressione del soggetto. I giovani che, in generale, sono più spregiudicati l’hanno accolta con entusiasmo. Credo di non illudermi pensando che l’avvenire sarà propizio».
È impressionante la continuità tra le foto e le tele del pittore. In quella della collina di Monleale imbiancata c’è lo stesso clima sospeso della Neve sui tetti, l’immagine del Ponte sul greto asciutto del Curone, preludio a Il Ponte, lascia affiorare i pilastri della vita quotidiana dell’artista: Teresa e le figlie Maria e Nerina. È impressionate la fragilità della silhouette di Pellizza al cavalletto in plein air.
Uno dei principali personaggi del Quarto Stato è Teresa, la contadina diciassettenne da lui sposata. Una figura indispensabile nel suo universo dove aveva sostituito la sorella scomparsa precocemente. Quando Teresa morì di febbre puerperale poco dopo il nascituro, Pellizza non resse al dolore e si suicidò a soli 39 anni.