Raffaela Carretta, IoDonna 4/4/2015, 4 aprile 2015
«CI SIAMO SPOSATI DICENDO MIAO»
Dice Fausto Brizzi che Claudia Zanella - attrice, naturopata, vegana, 10 anni meno di lui che ne ha 46 - è il classico tipo che da bambina non l’avrebbe mai guardato. «Alle medie ero innamorato di una ragazzina così: bella, bionda, secchiona. Le portavo la merenda, facevo lo spiritoso alle gite. Niente. Il primo giorno di ginnasio, scopro che in classe c’è anche lei. Il cuore palpita, sorrisone: ciao! E lei: piacere, Cristiana. Non si ricordava di avermi visto!». Zanella: «Non mi avresti guardato tu: troppo antipatica per te».
Rispetto a quel futuro anteriore che ora ipotizzano qualcosa deve essere andato storto, giacché sono marito e moglie da otto mesi. Però, certo, sono perfetti per una commedia sull’amabile differenza dei sessi, una di quelle che Brizzi intreccia dal 2006, sempre facendo centro. Dalla capostipite nel 2006, Notte prima degli esami a quella futura, Forever Young. Perché come spesso succede alle coppie, finiscono per raccontarsi meglio nella diversità e il fascino della schermaglia a due diventa quello: la meraviglia di stare insieme, nonostante tutto, un po’ misteriosamente.
UNICO PUNTO DI CONTATTO: ENTRAMBI SCRIVONO
Lui ha avidi occhi scuri e mai fermi. Lei è bionda e contemplativa. Lui, velocissimo, risponde per primo. Lei gli lascia il calcio d’inizio e intanto riflette. Lui teorizza una leggerezza magari un po’ cialtrona: «Ho sempre odiato la scuola. A Legge, sono stato bocciato cinque o sei volte. Passavo il tempo a capire come fregare i prof». Lei rivendica la severità: «Una bocciatura a Filosofia, la mia facoltà, mi avrebbe depresso a vita. A 12 anni ho girato il primo spot, a 16 facevo la modella. Ma per la scuola studiavo fino a sfinirmi. Dovevo essere perfetta».
Lui vuole vincere: «Come nel tennis: se pensi di perdere, perderai. Anche con Federer giocherei sperando in un suo provvidenziale strappo muscolare». Lei non accetta di entrare in gara: «Alle Olimpiadi sarebbe bello che tutti partecipassero solo per la felicità di farlo». Lui: «Sì, ciao. Amo’, ma che dici?». L’unico punto di contatto, sembra, è che entrambi scrivono. ConSe mi vuoi beneBrizzi è al secondo romanzo (il primo, 100 Giorni di felicità, è stato venduto in quaranta Paesi, entrambi sono pubblicati da Einaudi). Zanella ha esordito a gennaio con Tu e nessun’altra (Rizzoli). E a ben vedere, già nel titolo, lui apre a un’ipotesi, lei asserisce ed esclude tutto il resto.
Brizzi: «Scrivo in bella, senza correzioni, ho più idee di quante riesca a realizzarne. Il libro è una sfida che al cinema non funziona: essere divertente parlando di cose tristi. Nel primo affrontavo il cancro, in questo la depressione. Eppure si sorride, c’è il lieto fine. Per me una storia che si chiude male non vale la pena».
Zanella: «Per un romanzo voglio piangere e struggermi, ma nel finale cerco respiro, bellezza, bontà. Che in questo caso è accogliere una figlia non tua… Io però sono una tartaruga. Una pagina è completa dopo mesi, cerco le parole definitive, le rileggo ad alta voce per sentirne il suono».
L’ansia è una specie di manto avvolgente: «L’unica che riesce a calmarmi è mia madre, la persona che mi conosce di più al mondo. A volte, come terapia, m’impongo di non chiamarla l’ennesima volta… I miei vivono nel Chianti, sono pensionati, molto uniti». Ha imparato sin da piccola a farsi perdonare l’eccesso della bellezza, a schermare le invidie: «Mi sono educata a essere simpatica per farmi accettare dalle amiche».
SULL’ALTARE, ANZICHE’ DIRE SI’ LEI HA FATTO: “MIAOOOO”
Brizzi: «Sei così buffa quando saluti dicendo “miao”. Anche al prete che ci sposava: ha detto “miao” anziché “sì”. Sarà valido il matrimonio?». Appunto, il matrimonio, verso cui mostrano lo stesso scaramantico filo di disincanto e buoni propositi delle coppie cresciute ai tempi dell’amore liquido. La mia capacità di resistenza al tradimento è prossima allo zero fa dire Brizzi al suo alter ego del libro. E in quello di Zanella si legge: siamo monogami per cultura, ma per natura siamo animali. «È così - chiosa lei - i maschi, anche gli umani, sono sempre alla ricerca di femmine da fecondare… Bisogna evitare che una relazione si addormenti».
Gelosi? Brizzi si autodenuncia: «Sì, moderatamente. Claudia invece è gelosa in modo strano. Percepisce onde: “Quella ti ha guardato!”. “Io?”. E non ho dubbi sulla sua vendetta. Quando litighiamo pesca un fumetto dalla mia sterminata collezione e lo sospende sulla fiamma del gas, minacciando: lo brucio! L’ultima volta me ne sono fregato. Era un Diabolik di quel mese. Ho pensato: vabbè, domani me lo ricompro».