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 2015  aprile 07 Martedì calendario

Notizie tratte da: Marco Malvaldi, Dino Leporini, Capra e calcoli. L’eterna lotta tra gli algoritmi e il caos, Laterza Roma 2014, pp

Notizie tratte da: Marco Malvaldi, Dino Leporini, Capra e calcoli. L’eterna lotta tra gli algoritmi e il caos, Laterza Roma 2014, pp. 188, 15 euro.

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• Nel 1921, il pittore surrealista francese Philippe Soupault espose un quadro dal titolo Ritratto di un imbecille. Si trattava di uno specchio incorniciato.

• Un computer funziona esattamente come uno specchio: riflette in modo pedissequo, e univoco, quello che noi gli diciamo di fare.

• La domanda ispirata ad un quiz a premi condotto dal famoso presentatore televisivo Monty Hall: «Supponiamo che al concorrente di un quiz a premi vengano mostrate tre porte chiuse: dietro a una di queste c’è un’auto di lusso, dietro le altre due ci sono due capre. Dopo che il concorrente ha scelto una porta, il presentatore (che sa cosa c’è dietro ciascuna porta) apre una delle altre due, mostrando una capra. Dopodiché, chiede al concorrente se vuole cambiare la scelta fatta, e scegliere l’altra porta ancora chiusa. Al concorrente conviene cambiare?».

• Una delle collaboratrici della rivista Parade, Marilyn vos Savant, nel settembre del 1990, rispose di sì alla domanda di Monty Hall, ricevendo circa diecimila lettere di protesta da parte di matematici, che la pregavano di fare ammenda, la insultavano per la sua stupidità o minacciavano ritorsioni nel caso in cui non avesse fatto marcia indietro sul proprio giornale, ammettendo di avere torto; cosa che Marilyn non fece mai. Alla fine si scoprì che aveva ragione lei.

• Il nostro intuito funziona per abitudine. Quando dobbiamo affrontare problemi sui quali non conosciamo alcune variabili, sui quali non possediamo informazioni complete, tendiamo ad affidarci all’intuito.

• Noi apprendiamo le nostre abitudini in modo sequenziale, ovvero le suddividiamo in una catena lineare di eventi, nella quale il prima determina il dopo.

• A Los Alamos, nel settembre 1946, quando nei laboratori dell’esercito statunitense, un gruppo di fisici, matematici e ingegneri provenienti da mezzo mondo stava tentando di capire come sfruttare l’energia nucleare per mettere a punto un’arma dalle capacità distruttive inimmaginabili.

• Il polacco Stanisław Ulam, uno dei matematici di Los Alamos, colpito da una encefalite virale che lo portò quasi alla morte. Rimase in ospedale per qualche settimana; poi, dopo essersi ripreso, la prima domanda che gli fece il medico fu: «Quanto fa due più due?». Ulam trovò la domanda talmente scema che rispose sorridendo. I medici credevano che il paziente non avrebbe mai ripreso appieno tutte le sue funzionalità. In realtà, Ulam diventò ancora più brillante di prima.

• Intuizione di Ulam: « In problemi abbastanza complicati, un campionamento adeguato risulta migliore dell’esame esaustivo di tutte le catene di probabilità».

• In fisica, così come in chimica e ingegneria, per descrivere i fenomeni naturali vengono usate delle equazioni. Nella maggior parte dei casi, però, le equazioni che vengono utilizzate non hanno risoluzione analitica. Ovvero, all’equazione non corrisponde univocamente una formula che, una volta inserita nell’equazione, la soddisfi. O, se esiste, non siamo in grado di trovarla.

• L’equazione, una descrizione astratta della situazione in esame.

• Il primo tentativo di capire in che modo nasca la complessità quando si prende un gran numero di unità costitutive semplici venne fatto da John Desmond Bernal, uno dei pionieri della termodinamica dello stato liquido.

• Bernal si immaginò che un liquido potesse essere rappresentato da un numero piuttosto grande di oggetti semplici, i quali interagivano fra loro per semplice contatto. Quindi, tentò di simulare il comportamento molecolare di un liquido mettendo dentro un contenitore di gomma un gran numero di palle di plastica, oppure di molecole elementari (palle di plastica unite da molle).

• All’interno del contenitore, Bernal simulò l’effetto della temperatura in modo meccanico (scuotendo il contenitore) e riprodusse sul campione gli effetti della variazione di pressione (strizzando il contenitore).

• Passi successivi: 1) togliere, strato per strato, le palle di plastica dal contenitore; 2) dopo aver tolto uno strato, fotografare la disposizione delle palle rimaste sullo strato in superficie; 3) descrivere da un punto di vista geometrico in che modo ogni palla dello strato era circondata da altre palle; 4) iterare la procedura, cioè ricominciare da capo; tutto questo nel modo più delicato possibile, per evitare traumi alla delicata architettura ed evitando così di rompere le palle. In questo modo, furono individuati 197 modi possibili in cui le sfere si potevano impaccare.

• Bernal, che aveva ideato e progettato il porto temporaneo artificiale usato per lo sbarco in Normandia.

• Criterio generale: gli oggetti fisici ricercano le situazioni di minima energia. In altri termini, la natura è pigra, e quando la si perturba tende spontaneamente verso lo stato in cui possiede la minima energia possibile.

• All’epoca di Los Alamos, i calcoli aritmetici bruti (somme, sottrazioni, divisioni, ecc.) erano demandati alle mogli degli scienziati di stanza ai laboratori Livermore: erano le cosiddette “calcolatrici” o computers.

• Nel 1993, il fisico inglese Robert Matthews stava guardando in tv un programma di divulgazione scientifica, intitolato Q.E.D. (Quod Erat Demostrandum), all’interno del quale era programmato un esperimento un po’ particolare: dimostrare che non è vero che una fetta di pane, quando cade dal tavolo della colazione, cade più spesso dalla parte imburrata (o coperta di marmellata). La conclusione dell’esperimento era chiara: le probabilità che le fette cadessero dal lato spalmato o da quello non spalmato erano identiche.

• Matthews dimostrò matematicamente che è molto più probabile che una fetta di pane imburrata cada dalla parte del burro, quando cade dal tavolo della colazione. E che la presenza del burro sul pane non c’entra assolutamente nulla. Il motivo per cui la fetta cade dal lato imburrato è dovuto alle dimensioni relative degli oggetti in gioco: la fetta, della larghezza di circa dieci centimetri, cade da un tavolo di altezza media intorno al metro. E poiché di solito la fetta cade sporgendosi troppo da un piattino, o dal bordo di un tavolo, quando cade entra in rotazione. Dato il rapporto tra l’altezza da cui cade e la propria dimensione, la fetta di pane in media fa in tempo a compiere un mezzo giro su se stessa prima di stamparsi al suolo; in pratica, quello che succede è che la fetta di pane cade più spesso sul lato che si trova a faccia in su quando è ancora sul tavolo.

• Uno dei principali processi nello sviluppo della conoscenza è l’interpretazione dei fenomeni osservati sperimentalmente. Spesso il primo approccio consiste nello sviluppo di un modello, cioè la messa in relazione di alcune grandezze caratteristiche di un sistema di interesse senza l’intento di voler cogliere le leggi fondamentali che ne regolano il comportamento generale.

• Vari tipi di modelli: idealizzati, analogici e fenomenologici.

• Nei modelli idealizzati l’obiettivo è la semplificazione di qualcosa di complicato allo scopo di renderlo più maneggevole.

• In filosofia sono stati identificati due tipi distinti di idealizzazione: quella “aristotelica” e quella “galileiana”.

• L’idealizzazione aristotelica equivale ad eliminare tutte le proprietà ritenute non di rilievo nel problema in esame. Un esempio: il modello matematico del sistema solare che descrive i pianeti prendendo in esame solo la loro forma e la loro massa, trascurando ogni altra proprietà.

• L’idealizzazione galileiana modifica il sistema in esame, troppo complesso da descrivere, con uno notevolmente più semplice. Un esempio: sostituire un cavallo da corsa con una sfera rotolante su di un piano.

• Un punto tipico dei modelli idealizzati è che il loro comportamento, al momento in cui ci apprestiamo a studiare il sistema, ci è ignoto.

• Esempi di modelli analogici, cioè che funzionano per analogia, sono le rappresentazioni di un gas come un insieme di palle di biliardo o di un nucleo atomico come la goccia di un liquido.

• La potenza intrinseca del modello analogico è che si sa come si comporta. Il modello analogico non costruisce un nuovo oggetto, ma prende un oggetto già esistente di cui sia nota la teoria fisica e cerca di capire fino a che punto assomiglia al sistema che si è scelto di studiare.

• I modelli fenomenologici, detti anche empirici, usualmente si limitano a descrivere solo proprietà osservabili senza fornire dettagli sui meccanismi o sui processi che ne sono all’origine, cioè trattano dati sperimentali senza utilizzare informazioni a priori sul sistema in esame.

• Una teoria è un complesso di relazioni che, dalla comprensione del meccanismo, deriva leggi predittive e precisa nessi causa-effetto.

• Il computer, quando lavora, computa: ovvero, esegue un ordine. Risponde a una domanda che noi gli abbiamo posto con un modello che noi gli abbiamo programmato. Quando il computer risponde, ci sta dicendo come si comporta il nostro modello, non la realtà.

• Per calcolare il rischio di un gran numero di eventi si deve essere in grado di stimare quantitativamente la loro correlazione, ovvero di appioppare a ogni coppia di eventi un numero che ne stimi la reciproca influenza. Per affibbiare tali numeri, si fa ricorso a dei modelli.

• Il modello detto “a copula gaussiana”, che si basa sulla sindrome del cuore spezzato: quando in una coppia di anziani molto legati uno dei due muore, l’altro lo segue più o meno a breve. Questa evenienza non è sfuggita alle compagnie di assicurazione, che hanno iniziato a studiarla utilizzando uno strumento statistico detto copula, usato per descrivere il grado di dipendenza tra variabili casuali. L’obiettivo era chiaro: cercare di capire quanto lui avrebbe campato ancora dopo la morte di lei, senza sapere nulla di lui se non che era diventato vedovo.

• La curva gaussiana, detta anche “a campana”, è una funzione molto utilizzata in fisica, introdotta dal matematico e fisico tedesco Carl Friedrich Gauss nel 1800.

• Juan Pablo Dávila, trader della compagnia statale cilena Codelco. Nel 1994, in una giornata, riuscì a perdere lo 0,5% del prodotto interno lordo del proprio Paese (circa 207 milioni di dollari) completamente da solo. Ispirandosi a lui, i cileni coniarono un nuovo verbo, davilar, che esprime in una sola parola il concetto «incasinare le cose fino al punto che è impossibile rimetterle a posto».

• Il 6 maggio del 2010, quando i robot che gestivano le transazioni sugli ordini a Wall Street impazzirono per pochi minuti, tra le 14:42 e le 15:07 ora locale. L’episodio è ricordato in tutti gli ambienti finanziari come flash crash. L’indice Dow Jones arrivò a perdere in pochi minuti quasi il 10% del suo valore, la più grande perdita in un singolo giorno della sua storia, per poi riassestarsi su livelli più consueti.

• La simulazione, un piccolo mondo artificiale, di dimensioni ridotte, nel quale riprendere e mostrare l’evoluzione di un sistema.

• Differenza tra simulazione e realtà virtuale: simulare significa avere un ruolo attivo nella comprensione dei fenomeni del mondo; fare uso di realtà virtuale significa consegnarsi in modo passivo, sperando che le sensazioni e le emozioni che ci vengono offerte siano il più possibile simili al mondo reale, con la differenza che scegliamo noi quali sensazioni vogliamo vivere.

• Una simulazione è un algoritmo eseguito da un computer. L’algoritmo traduce in formule la nostra domanda costruendo un modello del problema che interessa.

• Sir Humphry Davy, uno dei padri della chimica moderna, che nei suoi esperimenti pubblici sull’effetto dell’ossido nitroso (meglio noto come gas esilarante) faceva inalare a volontari del pubblico robuste dosi dell’inebriante composto, per poi lasciarlo libero di agire come voleva.

• Nell’estate del 1869, quando Mrs Mary Ward passò alla storia come il primo automobilista ucciso dal mezzo, a vapore non ancora a benzina, che guidava. Nel 1899 Henry Bliss fu il primo pedone falciato da un’automobile a New York.

• Nel 1930 l’Università di Detroit iniziò a raccogliere dati su incidenti simulati, utilizzando automobili alla cui guida venivano posti cadaveri.

• John P. Stapp, Ph.D., colonnello dell’aeronautica militare statunitense, soprannominato “l’uomo più veloce sulla faccia della Terra”, che riuscì a convincere i grossi papaveri a finanziare i propri studi quando fece notare che morivano più piloti in incidenti stradali che non in volo. Era lo stesso colonnello Stapp che si faceva legare con cinture di sicurezza e sparare a velocità assurde a bordo di slitte su binari che venivano poi arrestate violentemente nel giro di un paio di secondi.

• A Stapp si deve l’introduzione obbligatoria delle cinture di sicurezza nelle automobili americane negli anni Sessanta.

• Stapp, che durante i test si ruppe solamente i polsi un paio di volte, e anche i suoi organi interni non devono aver risentito troppo delle continue frenate, dato che è morto nel 1999 a quasi novant’anni.

• Stapp iniziò a progettare i manichini, che sono stati successivamente utilizzati per molti anni al posto degli esseri umani. Nel corso degli anni questi manichini sono diventati sempre più sofisticati, pieni di circuiti elettronici, per poter registrare ogni possibile effetto sul corpo umano legato a urti violenti.

• I manichini, che possono costare anche 150.000 euro.

• Oggi le simulazioni più accurate richiedono sempre l’enorme potenza di calcolo garantita solo dai supercomputer, ma cominciano a diffondersi sul mercato algoritmi semplificati che si possono eseguire anche su portatili o tablet.

• La rivista National Geographic, che di recente ha ricostruito la dinamica del misterioso incidente d’auto che nel 1955 costò la vita a James Dean.

• Circa 66 milioni di anni fa, alla fine dell’era mesozoica, un asteroide di enormi dimensioni, circa 10 km di diametro, cadde in prossimità della penisola dello Yucatan in Messico, creando un cratere di 180 km di diametro e 20 di profondità, detto di Chicxulub dal nome della città che oggi sorge vicino al suo centro. L’evento provocò maremoti e terremoti violenti, accompagnati da eruzioni che cancellarono quasi tre quarti della vita vegetale e animale sulla Terra, compresi i dinosauri.

• Le prime prove in grado di confermare questo catastrofico impatto tra la Terra e un meteorite sono state prodotte solo nel 1980 osservando la presenza di un’anomala quantità di iridio, un elemento metallico piuttosto raro sulla Terra ma assai meno nelle comete e nelle meteoriti, negli strati terrestri risalenti al Cretaceo, periodo in cui avvenne l’urto.

• Apòfi, un asteroide di circa 300 m di diametro, più o meno come tre campi da calcio, scoperto alla fine del 2004. Prende il nome dalla divinità egizia che rappresenta il buio e il Caos, nemica del Dio-Sole Ra. Alcune simulazioni al computer avevano predetto che avrebbe urtato la Terra nel 2029 con una probabilità intorno al 2%. Nel corso degli ultimi anni sono stati raccolti dati più accurati che hanno permesso di escludere l’urto, anche se Apòfi si avvicinerà parecchio alla Terra, raggiungendo la distanza minima di circa 30.000 km il 13 aprile del 2029.

• La teoria del caos di Edward Lorenz, ovvero la teoria dei sistemi che cambiano comportamento in modo radicale a seguito di un mutamento infinitesimale delle loro condizioni iniziali.

• Così sono fatti i modelli per la previsione del tempo atmosferico: un algoritmo per le previsioni meteorologiche deve essere in grado di dire che tempo farà domani in un dato posto, sapendo che tempo fa oggi in quel dato posto e nei dintorni. Per questo, lo schema di calcolo è così pensato: 1) divisione del mondo in griglia di punti (la superficie terrestre viene divisa come una specie di gigantesca scacchiera, e al centro di ogni casella poniamo il nostro sistema di rilevamento); 2) assegnazione delle condizioni iniziali (specificare che tempo fa all’interno dei cubetti al tempo zero della simulazione); 3) evoluzione temporale di un passo t (secondo, minuto, ora, ecc.); 4) valutazione delle previsioni ottenute; 5) aggiornamento delle condizioni iniziali (ritorno al punto 2).

• Il caos non nasce dalla quantità di elementi in gioco, ma dalla relazione tra loro.

• L’imperatore Costanzo II, figlio di Costantino, che nel 357 promulgò la disposizione secondo cui diffidava chiunque dal consultare maghi, astrologhi e aruspici, e si augurava che tacesse per sempre in tutti la curiosità di divinare il futuro, ammonendo che chiunque non avesse obbedito ai suoi ordini avrebbe subìto la pena capitale, ucciso dalla spada.

• Il 1° marzo 2014, quando la compagnia navale che gestisce i collegamenti tra Ischia e Napoli è stata denunciata per aver soppresso una corsa. Secondo il denunciante, un ex ufficiale del corpo delle Capitanerie di porto nonché istruttore della Federazione italiana vela, le previsioni meteo non autorizzavano la compagnia a prendere una decisione così drastica.

• Negli ultimi giorni di gennaio 2014 molti siti meteo hanno previsto grandi nevicate nell’area di Como, sbagliando. I commercianti se la sono presa molto perché, di fronte alla previsione di una massiccia nevicata, i comaschi hanno preferito rimanere al caldo e non uscire a far compere; nel 2013 le previsioni di maltempo sulla riviera romagnola durante il fine settimana di Pasqua frenarono le partenze di molte persone desiderose di godersi il primo sole in spiaggia. Invece il sole fece capolino, suscitando le ire degli albergatori; il governatore del Veneto Luca Zaia si è più volte scagliato contro i siti meteo, minacciando azioni legali per i danni subiti dal turismo veneto a causa di previsioni sbagliate.

• Una delle tecniche più avanzate per creare mondi virtuali si chiama CAVE (caverna), dove un sistema di proiettori usa tutte le pareti a disposizione, soffitto e pavimento compresi, per inglobare il visitatore in un mondo in 3D.

• La linguistica forense, una disciplina che compie analisi testuali per identificare, ad esempio, l’autore di una lettera anonima, definire la psicologia di una persona, o identificare un plagio. Uno degli strumenti di indagine è la stilometria, che avvalendosi di opportuni algoritmi caratterizza un testo, ma può essere usata anche per attribuire la paternità di testi scritti secoli fa.

• Un logico matematico, Augustus de Morgan, che a metà del XIX secolo propose di utilizzare la lunghezza media delle parole per dirimere le cause di paternità di un testo.

• I quattro-grammi, sequenze di quattro caratteri consecutivi, spazi compresi se appartenenti a parole differenti, in cui viene suddiviso un testo. Il tipo e la frequenza dei quattro-grammi che utilizziamo sono tutt’altro che casuali e sono caratteristici di ognuno di noi.

• I social network, tra le aziende più impegnate a comprendere le nostre emozioni.

• Le emozioni sono il risultato di una complessa serie di stimoli psicofisici che corrono circa tremila volte più velocemente che il pensiero razionale.

• Gli stati emotivi si diffondono fino a tre gradi di separazione: A parla con B che lo spiffera a C che si confida con D. Il meccanismo della propagazione, una specie di catena di sant’Antonio, è catalizzato dai legami affettivi e su questo effetto intendono puntare molti strateghi del marketing online.

• Meme, un neologismo che deriva dalla biologia: «Singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo a un altro o da uno strumento di comunicazione ed espressione a un altro (giornale, libro, pellicola cinematografica, sito internet, ecc.)» (dal Dizionario Treccani).

• Il meme è uno di quei tormentoni, o contenuti “virali”, che spopolano sulla rete. Si diffonde più facilmente tra chi ha relazioni più forti.

• Facebook sembra aver trovato il modo per identificare i legami affettivamente più solidi nella cerchia di relazioni di un utente. Il suo algoritmo sembra essere così ficcanaso da riuscire a identificare tra le persone con cui siamo in contatto quella speciale.

• L’algoritmo misura una grandezza chiamata dispersione, cioè il grado di connessione che esiste tra gli amici comuni delle due persone. Più la connessione è bassa, maggiore è la dispersione. E l’analisi statistica mostra che la dispersione è più alta tra due persone legate affettivamente. Esempio: moglie e marito agiscono come ponti tra due gruppi sociali distinti e hanno relazioni ad alta dispersione; due colleghi di lavoro no.

• L’algoritmo scopre l’eventuale relazione tra due persone nel 60% dei casi.

• Se le due persone che hanno in corso una relazione hanno bassa dispersione i ricercatori di Facebook hanno scoperto che i due hanno una percentuale più alta del 50% di tornare ad essere single di lì a due mesi.

• «Su internet nessuno sa che sei un cane» (battuta tra due cani impegnati a navigare in internet apparsa in una celebre vignetta sulla rivista New Yorker nel 1993 ad opera di Peter Steiner).

• Già nel 1600 Cartesio aveva provato a formulare un criterio per distinguere una macchina da un essere umano.

• Nel 1950, il logico-matematico Alan Turing scrisse un articolo famoso in cui si poneva la domanda se le macchine fossero in grado di pensare. Si chiese se era possibile immaginare computer in grado di condurre un gioco di imitazione. Il gioco più o meno funziona così: un giocatore sta di fronte a una porta dietro la quale si trovano un computer e un uomo. È possibile, formulando una serie di domande, indovinare chi è il computer e chi è l’uomo? Secondo Turing la risposta è sì.

• Nel 1991 il filantropo americano Hugh Loebner promise un premio di centomila dollari al primo computer che fosse riuscito a superare il test di Turing. Finora nessuna macchina ce l’ha fatta.

• CAPTCHA, acronimo di Completely Automated Public Turing Test to Tell Computers and Humans Apart, ovvero: test pubblico di Turing completamente automatizzato per distinguere computer e umani, formulato nel 2000 da alcuni ricercatori dell’università americana Carnegie Mellon.

• I CAPTCHA sono quelle immagini contenenti caratteri e numeri molto distorti e spesso attraversati da varie righe che ci viene richiesto di identificare.

• Niels Bohr, un famoso fisico danese vissuto nel XX secolo, premio Nobel per la Fisica nel 1922. Visitandolo a casa sua, un amico notò che lo scienziato aveva sistemato sopra la porta d’ingresso un bel ferro di cavallo. Incredulo, non poté trattenersi dal chiedere se davvero credesse che un ferro di cavallo fosse un portafortuna. Al che Bohr rispose: «Ovviamente no, ma sembra che porti fortuna anche se uno non ci crede».

• Due inglesi hanno messo a punto un robot che si chiama Sid e si occupa di investimenti finanziari. Sid opera sul mercato utilizzando un algoritmo superstizioso: prima di decidere se acquistare o meno azioni, controlla la fase lunare del giorno e se la luna è piena o è il 13 del mese lascia perdere immediatamente, oppure vende. L’algoritmo si aggiorna continuamente ed è in grado per esempio di dare uno sguardo ai risultati del campionato di calcio inglese nel giorno di una transazione finanziaria di particolare successo.

• Sid ha debuttato sul mercato nel giugno del 2012 investendo circa 5000 sterline versate da 144 finanziatori che potevano seguire in tempo reale il suo operato. Nei primi mesi Sid ha perso circa il 5% di quanto investito, mentre l’indice della Borsa di Londra dove opera ha guadagnato il 4%. A poco più di un anno dall’inizio dell’esperimento, che gli stessi autori hanno avvertito essere potenzialmente in grado di condurre alla perdita totale del capitale investito, Sid ha perso circa il 16% del capitale iniziale.

• Due economisti americani, Robert Kolb e Ricardo Rodriguez, hanno concluso nel 1987 che esiste un effetto “venerdì 13”, non nel senso che il giorno in sé è sfortunato, ma che i comportamenti tenuti sui mercati finanziari, almeno quelli anglosassoni, sembrano effettivamente risentire di questo pregiudizio.

• Nel 2009 Gabriele Lepori, un economista della Copenhagen Business School, ha analizzato dati relativi alla Borsa americana tra il 1928 e il 2008, scoprendo che durante le 362 eclissi solari e lunari avvenute in questi ottant’anni la propensione all’acquisto è diminuita, di poco, ma in modo certo.

• Nel dicembre del 2009 Google ha introdotto la possibilità di personalizzare la ricerca filtrando i risultati sulla base dell’attività svolta in passato.

• Nel 1779 Ned Ludd, un operaio di Leicester secondo alcuni mai esistito, distrusse due telai meccanici nell’Inghilterra che si avviava verso la rivoluzione industriale, un gesto che ispirò il movimento del luddismo.

• Nel 1930 l’economista John Maynard Keynes coniò il termine “disoccupazione tecnologica” ad indicare l’incapacità dell’economia, secondo lui, di creare nuovi posti di lavoro più velocemente di quelli persi a causa della progressiva automazione dei processi produttivi.

• Nel 1964, lo stesso problema fu sollevato dal chimico Linus Pauling, vincitore di due premi Nobel, dall’economista Gunnar Myrdal, futuro vincitore di un premio Nobel, e dall’editore di Scientific American, Gerard Piel, i quali inviarono una lettera all’allora presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson.

• Secondo una recente analisi i miglioramenti tecnologici creano conflitti da cui, inevitabilmente, alcuni escono vincitori e altri sconfitti. Sono stati identificati tre tipi di conflitti: la manodopera a bassa professionalità opposta a quella ad alta, le cosiddette “superstar” contro il-resto-del-mondo e il capitale contro la manodopera.

• Per quanto riguarda il ruolo della qualificazione dei lavoratori si sa che i lavori ripetitivi e con bassa richiesta di abilità sono svolti più facilmente da automi.

• Un recente studio dell’Università di Oxford ha esaminato il mercato del lavoro negli Stati Uniti e ha preso in esame un migliaio di occupazioni. Le conclusioni: circa la metà potrà essere assegnata nei prossimi anni a robot, risparmiando in stipendi e migliorando la produttività.

• Una conseguenza dei miglioramenti tecnologici è stata la creazione di figure “superstar” in grado di dominare non solo il mercato nazionale ma anche quello globale: Sergey Brin e Larry Page con Google, Mark Zuckerberg con Facebook, ma ancor prima Bill Gates e Steve Jobs con Microsoft e Apple.

• La maggior parte dei processi produttivi richiede sia macchinari, e relativo software, sia manodopera. Se la tecnologia permette di sostituire un uomo con una macchina, i proprietari delle attrezzature possono guadagnare di più dalla vendita dei loro prodotti, mentre si indeboliranno le spinte per rivalutare i salari. In effetti questo è quanto accaduto negli ultimi anni non solo nel nostro Paese, ma anche in Inghilterra e Germania, dove le retribuzioni sono stagnanti da una decina di anni.

• Robert Reich, economista ad Harvard ed ex ministro del Lavoro dell’amministrazione Clinton. In un documentario uscito nel 2013 dal titolo Inequality for All, sottolinea che mentre negli ultimi trent’anni l’economia americana è praticamente raddoppiata, i guadagni se li sono divisi in pochi: l’1% dei Paperoni incamera il 20% di tutta la ricchezza prodotta, tre volte di più di quanto succedeva trent’anni fa, e i 400 americani più ricchi possiedono più dei 150 milioni di americani più poveri.

• Secondo il sito Great Place to Work le prime quattro aziende dove si lavora meglio al mondo sono tutte informatiche e con base negli Stati Uniti: al primo posto svetta Google.

• Secondo l’Istat, in Italia il 44% degli adulti tra i 25 e i 64 anni ha solo un titolo di studio di scuola media inferiore, mentre in Europa la percentuale si abbassa al 25%; il 18% dei ragazzi italiani tra i 18 e i 24 anni abbandona gli studi prima del diploma di maturità, mentre in Europa è il 13%. Nel nostro Paese l’incidenza della spesa in istruzione e formazione sul prodotto interno lordo nel 2010 è stata pari al 4,5%, valore inferiore a quello dell’Unione Europea (5,5%).

• Secondo un’indagine dell’Ocse rivolta a conoscere attraverso un questionario e dei test cognitivi specifici le abilità fondamentali della popolazione adulta compresa tra i 16 e i 65 anni, ovvero quelle competenze che risultano indispensabili per partecipare attivamente alla vita sociale ed economica nel XXI secolo, su ventiquattro Paesi monitorati l’Italia è risultata ultima per competenze alfabetiche e penultima per quelle matematiche.

• Le tre leggi per la robotica proposte dallo scrittore di fantascienza Isaac Asimov negli anni Quaranta: 1) Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno; 2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge; 3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.

• Un artista britannico, che non è in grado di distinguere i colori ed è quindi dotato di un occhio bionico. Ha ingaggiato, vincendola, una battaglia legale con le autorità del suo Paese per essere autorizzato a indossare il suo occhio nella foto allegata al passaporto.

• Hugh Herr, studioso di robotica presso il MIT, ritiene che la disabilità sia un problema che perdura a causa del limitato sviluppo tecnologico e che entro il XXI secolo verrà eliminata quasi completamente. Per dare forza alle sue parole, durante una conferenza ha iniziato a ballare sul palco per una decina di minuti. Il pubblico, sorpreso dal suo comportamento, è rimasto a bocca aperta quando alla fine delle sue evoluzioni Herr si è sollevato le gambe dei pantaloni e ha mostrato le sue gambe bioniche.

• La parola “drone” deriva dall’inglese e identifica il fuco, il maschio dell’ape domestica. Usualmente indica un mezzo aereo privo di equipaggio e controllato a distanza, un robot volante. I droni hanno iniziato a popolare i cieli per scopi militari e hanno avuto una diffusione molto veloce perché permettono di compiere azioni senza rischiare vite umane.

• Esperti delle Nazioni Unite hanno concluso che almeno trentatré interventi di droni in scenari di guerra hanno causato perdite tra la popolazione civile, con conseguente violazione di varie leggi internazionali.

• Alla fine del 2013, su sollecitazione della delegazione pakistana, le Nazioni Unite hanno adottato una risoluzione sulla salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella lotta al terrorismo in cui il problema dell’uso dei droni è menzionato, per la prima volta, in modo esplicito. L’Assemblea ha sottolineato l’«urgente e imperativa» necessità di un accordo fra gli Stati membri sugli aspetti legali riguardanti le operazioni in cui sono coinvolti questi robot volanti.

• Lo Stato americano del New Jersey, che ha limitato l’impiego di droni nelle operazioni di sorveglianza del territorio da parte della polizia e dei vigili del fuoco, per evitare violazioni della privacy e dei vincoli di sicurezza.

• Negli Stati Uniti un gruppo di animalisti raccolti sotto la sigla Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) ha proposto di usare i droni per stanare i cacciatori e i pescatori che si comportano in maniera scorretta. Le reazioni sono state violente e alcuni cacciatori hanno addirittura minacciato di abbattere a fucilate i droni.

• Philip Steel, un abitante del piccolo paesino di Deer Trail in Colorado (532 abitanti), ha promosso un referendum cittadino per decidere se vendere o meno licenze di caccia per abbattere i droni federali a cui dovesse mai venire in mente di sorvolare la cittadina.

• Nell’agosto del 2013, un fotografo svizzero si è infilato con un drone nella blindatissima villa sul lago di Zurigo durante il matrimonio della cantante Tina Turner, realizzando lo scoop dell’anno. Le nozze sono state celebrate con rito buddhista.

• Durante una cerimonia nuziale in Afghanistan uno dei partecipanti ha avuto la pessima idea di sparare in aria in segno di gioia provocando così la reazione di un drone americano che ha compiuto una strage.

• Sempre in Afghanistan un’azione legale contro il Regno Unito è stata intrapresa dalla famiglia di Hajii Abdullah, 56 anni, e di suo figlio diciottenne Habibullah, entrambi uccisi “per sbaglio” da un drone britannico mentre si recavano al lavoro in trattore.

• KISS, l’acronimo di Keep It Simple, Stupid (rimani sul semplice, stupido), una norma che ha ispirato i progettisti della Marina militare statunitense negli anni Sessanta. La frase richiama un principio formulato nel XIV secolo dal filosofo inglese Guglielmo di Occam, noto come “il Rasoio di Occam”: «Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem» (non moltiplicare gli elementi più del necessario).

• La parola bug, pulce, riferita all’informatica, sembra essere stata coniata dai telegrafisti spesso costretti ad utilizzare uno dei primi ritrovati della tecnologia moderna in condizioni igieniche precarie. Veniva utilizzata già nel 1878 da Thomas Alva Edison, padre della lampadina a incandescenza.

• La pulce informatica che nel 1997 bloccò in mezzo al mare l’incrociatore Yorktown, 9800 tonnellate di acciaio. Solo dopo alcune ore di deriva nell’oceano i marinai si accorsero che uno di loro aveva sbadatamente battuto uno “zero” sulla tastiera del cervellone elettronico che soprintendeva a tutte le funzioni della nave. Il computer ha tentato di dividere un altro numero per lo zero, dando luogo a una quantità incalcolabile, ovvero “infinita”: il computer, ligio al suo compito, ha tentato ugualmente di computarla ed è rimasto piantato lì.

• Nel 1996 un calcolatore ha sconfitto il campione del mondo di scacchi Gerry Kasparov.