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 2015  aprile 05 Domenica calendario

MILIONI DI MOTIVI (IN DOLLARI) PER ESSERE SCRITTORI GLOBALI

CAMPIONI Dall’alto al basso: il nuovo romanzo di Patterson, le storie prequel di «Divergent» di Veronica Roth e il nuovo Stephen King. Sopra, un’immagine di «Megalex» (Magic Press, 2011) di Jodorowsky-Beltran
Quale Roth, quello vecchio vecchio o quello vecchio e basta? Né l’uno né l’altro. Qui, pur parlando di grandi successi editoriali, non si tratta di Joseph e non si tratta di Philip, bensì di un altro Roth, un Autore con la maiuscola, almeno quanto a numeri di copie vendute, e che meriterebbe l’apostrofo, essendo donna.
Veronica Roth è nata nel 1988, l’anno in cui il venerato maestro Philip Roth scriveva già I fatti della propria biografia e mezzo secolo dopo la morte di Joseph Roth, la voce letterariamente più roca e al contempo alta della Mitteleuropa letteraria. Ed è, la bella newyorchese ventiseienne, la persona giusta da tener d’occhio per comprendere come si genera e si alimenta quel mostro insaziabile a nome Gigaseller. Perché lei è, come usa dire, un «caso di scuola», avendo rispettato alla lettera le Quattro Leggi (non scritte ma irriformabili) dello Scrittore Globale. Prima Legge: stare costantemente sopra le 400 pagine a volume. Seconda Legge: creare un prodotto seriale. Terza Legge: colonizzare cinema e/o televisione. Quarta Legge: invadere il web.
I mondi distopici di Divergent e di Four, per inciso, hanno portato la Roth nella classifica delle donne più influenti al mondo stilata recentemente dal sito Askmen. Ci è entrata per un pelo: è al 19º posto, dopo Ava DuVernay, prima afroamericana a ricevere una nomination al «Golden Globe» e al «Critics Choice Award», ma un gradino sopra la star pop Nicki Minaj. Ha dunque margini per migliorare, considerando che sta già lavorando a due libri previsti in uscita fra il ’17 e il ’18 da Harper Collins, una sorta di serie sul genere di Star Wars, ha lasciato trapelare l’editore.
Ecco, Veronica Roth è la chiave per capire in quale direzione sta andando l’industria editoriale, almeno nei Paesi più economicamente evoluti. Quelli che Forbes ha messo sotto la lente per vergare la graduatoria degli Scrittori Globali, come li abbiamo definiti prima. In soldoni: i più ricchi (al netto delle tasse). Campeggiano nel grafico della prima pagina di questo Contro Cultura. Avrete quindi notato che la leggiadra Veronica è al sesto posto, a quota 17 milioni di dollari incassati fra il giugno 2013 e il giugno 2014 per le vendite delle copie e per i relativi diritti cinematografici, comodamente assisa accanto a due stagionate colonne: il principe del foro dei legal thriller John Grisham e il Re del Brivido Stephen King. Ma al bizzarro terzetto fa compagnia Jeff Kinney, classe 1971, il quale per la verità non ha rispettato una Legge, essendo quelli della sua Schiappa tomi più agili della norma.
E qui scopriamo la Quinta Legge (facoltativa) dello Scrittore Globale: rivolgersi a un pubblico giovanissimo. Suzanne Collins reca infatti in dote il clamoroso fenomeno di Hunger Games, cui verrà presto dedicato un parco a tema nella diffusa Disneyland in salsa araba chiamata Dubai. J.K. Rowling continua a campare alla grande sugli allori di Harry Potter e del circo mediatico che fa da corte al maghetto. Rick Riordan è un altro mago dei libri per ragazzi. Come John Green, ottimo ultimo fra i 17 eletti, con un gruzzolo da 9 milioni.
Certi che Forbes non abbia taroccato la composizione di cotanto pantheon, a ben guardare spunta la Sesta Legge (questa non facoltativa): il rispetto delle quote rosa. C’è molto «rosa», inteso come genere, nella bibliografia di Nora Roberts, assidua frequentatrice fin dal 2001 delle serie tv, tramite i bei volti di Melissa Gilbert o Rosanna Arquette, e ce n’è abbastanza anche in quella di Janet Evanovich. E se il «giallo» è il colore preferito da Gillian Flynn, E.L. James si orienta, lo sanno tutti, su grigio, nero e rosso. Purché sfumati. Ultima signora della compagnia è Danielle Steel, la quale vanta una filmografia lunga come le storie d’amore che racconta.
Soffermandosi un momento sui restanti quattro classificati da Forbes, perveniamo alla Settima Legge che ottempera alla perfezione alchemica del numero perfetto: la fantasia. Il romanzo-romanzo del vecchio vecchio Roth e del vecchio e basta Roth non bastano più, nel Terzo Millennio, per dar vita a un Gigaseller. Ci vogliono le trame intorcinate di David Baldacci, i sogni di ghiaccio e di fuoco di George R.R. Martin assiso sul suo Trono di Spade (in arrivo dopodomani da Mondadori un suo volume di racconti giovanili, I Canti del Sogno), le audaci incursioni nella dimensione mistica di Dan Brown. E poi, se proprio si vuole sbaragliare la concorrenza come ha fatto James Patterson, primo al traguardo per molte incollature, con i suoi 90 milioni di dollari, ci vuole anche qualcuno che lavori con te e per te. Altrimenti, come si farebbe a sfornare qualcosa come 14 (quattordici) volumi l’anno? Uccidete Alex Cross sta per arrivare nelle nostre librerie. Se non vi sbrigate rischiate di comprare per sbaglio il successivo.