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 2015  aprile 05 Domenica calendario

2 PER MILLE

ROMA Doveva essere, nelle intenzioni del governo Letta che lo varò, un sistema di finanziamento alla politica «in chiaro», trasparente e regolare. Ma, almeno nel primo anno di vita, la possibilità di devolvere il due per mille della propria dichiarazione dei redditi ai partiti si è rivelata un flop. Secondo i dati pubblicati dal Sole24ore, infatti, nel 2014 sono stati raccolti complessivamente appena 325.711 euro e solo 16.518 contribuenti hanno deciso di finanziare un partito. In testa alla classifica c’è il Pd, con 10.157 contribuenti e 199.099 euro incassati. Molto dietro, tutti gli altri. La Lega è seconda (1.839 persone, 28.140 euro), Sel è terza per aficionados (1.592) ma quarta come gettito (23.287 euro), scavalcata da Forza Italia che ha molti meno contribuenti (appena 829) ma molto più «danarosi» (24.712 euro).
Un po’ quanto capita alla Sudtiroler Volkspartei, alla quale bastano 511 persone per mettere insieme 16.600 euro. Per tutti gli altri — Partito socialista, Fratelli d’Italia, Union Valdotaine, Scelta civica, Udc, Partito autonomista trentino tirolese (fanalino di coda: 39 contribuenti, 656 euro) — ci sono le briciole. E oggi, visto che siamo di nuovo sotto presentazione della dichiarazione dei redditi, sono tutti lì a chiedersi cosa è andato storto.
Secondo Marco Marsilio, tesoriere di FdI (510 sostenitori, 9.326 euro incassati) «la legge è tutta da rivedere. La gente non si fida di dire, di fatto, per chi vota. Se i dati del 2015 dovessero essere simili, va fatto un discorso generale sul finanziamento ai partiti». Anche per Roberto Calderoli, uno dei tre «amministratori» della Lega, «il problema è la forma di schedatura politica, visto che il voto dovrebbe essere segreto. E poi, un anno fa, la modulistica arrivò tardi».