Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera 4/4/2015, 4 aprile 2015
IN YEMEN SONO I CINESI A SALVARE GLI
STRANIERI –
Al Qaeda sunnita contro milizie sciite legate alle tribù degli Houthi: sono trascorsi solo nove giorni dall’inizio della nuova tornata di combattimenti in Yemen e già gli estremisti nei due campi prendono il sopravvento. La guerra civile si alimenta con quella tra le potenze regionali. Sauditi ed egiziani mandano la marina a pattugliare lo stretto di Bab al Mandab, che controlla l’accesso a Suez. L’Onu segnala 519 morti, di cui una novantina di bambini. Due gli sviluppi più importanti delle ultime ore. In primo luogo la comparsa massiccia della guerriglia qaedista, specie dopo che due giorni fa aveva approfittato del caos per liberare almeno 150 (alcune fonti dicono 300) dei suoi militanti dal carcere di Mukalla. Tra loro ci sarebbe anche Khaleb Batarfi, uno dei capi militari più esperti. Gli Houthi, affiancati dalla milizia dell’ex presidente Saleh, devono ora combattere contemporaneamente due nemici: i soldati lealisti all’attuale presidente Abedrabbo Mansur Hadi, che al momento ha trovato rifugio a Riad, e i qaedisti. Il secondo sviluppo è costituito dall’intervento della marina cinese per soccorrere gli stranieri intrappolati nella zona di Aden appena conquistata dagli Houthi. I combattimenti qui si sono riaccesi ieri, dopo che l’aviazione saudita ha paracadutato armi ai lealisti di Hadi. I cinesi hanno salvato centinaia di connazionali, oltre ad europei, giapponesi, africani e filippini. Tra loro anche due italiani, di cui un minorenne, che ora si trovano a Gibuti.