M.F., il Fatto Quotidiano 4/4/2015, 4 aprile 2015
CRISI? AUMENTO PER AZZURRA
Il settore resta caratterizzato da una forte incertezza, legata soprattutto all’andamento del mercato pubblicitario, che non permette di formulare previsioni puntuali per il breve periodo. In questo contesto il gruppo sta continuando ad attuare una rigorosa politica di controllo e di riduzione dei costi”.
Si conclude così la nota con cui gruppo Caltagirone Editore (che pubblica tra gli altri Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino) ha annunciato a metà marzo i risultati del bilancio 2014 chiuso in rosso per oltre 37 milioni e con un calo del fatturato del 6,3% dai 181,5 milioni del 2013 ai 170 dell’anno scorso. “Controllo e riduzione dei costi”, dunque. Eppure, leggendo la relazione sulla remunerazione dello stesso esercizio si scopre che il cda ha aumentato lo stipendio alla vicepresidente del gruppo, Azzurra Caltagirone, figlia del presidente Francesco Gaetano nonché moglie di Pier Ferdinando Casini. Il suo compenso è infatti passato dai 660 mila euro del 2012 ai 718 mila euro del 2013 e infine ai 750 mila euro del 2014, di cui 500 mila da società controllate e collegate. Del resto, si legge nella relazione, la parte variabile non è correlata ai risultati aziendali conseguiti o al raggiungimento di specifici obiettivi. Dunque, anche se le vendite calano Azzurra – che è anche azionista – può portarsi a casa una busta paga più corposa. Proprio mentre il gruppo si dichiara intenzionato a spingere sull’efficientamento e sulla riduzione dei costi.
La riorganizzazione a livello editoriale è già partita, soprattutto al Messaggero. Quando lo stato di crisi biennale, partito a novembre 2014, completerà la sua traiettoria, il quotidiano si ritroverà con 115 giornalisti, un organico dimezzato rispetto a cinque anni fa.
La prima “potatura” è del settembre 2009, il direttore è Roberto Napoletano, la durata diciotto mesi e vengono tagliate 59 unità; il secondo stato di crisi è del maggio 2011, con Mario Orfeo direttore da due mesi e prevede l’uscita di 24 articoli 1, 5 articoli 2 e ha durata biennale; il terzo, datato 10 novembre 2014, con direttore Virman Cusenza, si chiuderà a fine 2016 con l’uscita di 34 unità (si farà ricorso alla cassa integrazione finalizzata al prepensionamento). In redazione sono operativi da ottobre gli accorpamenti di Servizi Roma con Area metropolitana e di Interni-Esteri con Affari del Vaticano ; ci sono tagli al presidio notturno dell’ufficio del redattore capo centrale e al servizio grafico. Nelle Marche è stata decisa la chiusura delle sedi di Ascoli e Pesaro con l’accentramento ad Ancona mentre in Abruzzo dal prossimo 20 aprile chiuderà la redazione aquilana che verrà accorpata con quella di Pescara. Poi ci sono i contratti di solidarietà, con uno stop di due giorni al mese, che riguarda tutti, compresi il direttore e i suoi vice, con l’esclusione di chi ha i requisiti per il prepensionamento.
I tagli e la cura dimagrante, quindi, valgono solo per i dipendenti? Si sono chiesti alcuni giornalisti del gruppo, facendo anche notare che ora la figlia del “capo” guadagna addirittura più di un manager come Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Rcs che edita il Corriere della Sera, il quale nel 2014 ha preso 702 mila euro di stipendio.
M.F., il Fatto Quotidiano 4/4/2015