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 2015  aprile 05 Domenica calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 36

(Medaglioni)

Vedi Biblioteca in scheda: 2309029
Vedi Database in scheda: 2308386

GLI SCRITTORI «INVENTATI» DA FERNANDA –
Marlene Dietrich «Quanto era bella. “Come fai a essere così bella?”, le chiesi. “Oh”, rispose con quel suo sorriso più arguto che ironico. “Basta fare l’amore cinque volte al giorno.” Protestai: “E una sposata da undici anni come deve fare?”. “Ah”, disse lei sgranando quegli occhioni, “mica sempre col marito.”» (1992)
Marilyn Monroe «La sera del matrimonio Joe Di Maggio era riuscito a nascondere Marilyn, nel suo paltoncino di satin nero e il collettino di ermellino bianco, dentro la sua Cadillac azzurra, ma l’aveva portata al motel Clifton da tre dollari a Paso Robles, a duecentocinquanta chilometri da Los Angeles, aveva chiesto una televisione e si era chiuso in camera con lei per quattro giorni». (1999)
Leo Longanesi «Longanesi porta il gilet e il cappello anche d’estate e spesso vado a cena con lui alla Brasserie Meneghina, dove chiede prosciutto crudo e una bottiglia di Sambuca coi chicchi di caffè, lascia il prosciutto intatto ma beve la Sambuca come fosse acqua» (1954)
Guido Piovene «Le sue manie non gli passano inosservate. Prima vittima del proprio trivellamento psicologico, Piovene ripensando alle raccolte di conchiglie, cartoline illustrate e biglietti del tram, con cui ha cominciato da ragazzo la sua carriera di monomane, conclude: “In fondo, scrivo per monomania”. L’illazione porterebbe a un altro discorso serio, però, e io preferisco fare una rapida rassegna di questa carriera. C’è stato il periodo delle pipe, per esempio; questo fu seguito dal periodo delle seggiole inglesi. Il periodo delle seggiole inglesi durò tre anni e mezzo e fu molto importante non solo perché lo assorbì a tal punto da non lasciargli più il tempo di fumare, né pipe né altro, ma perché fu il germe del periodo dell’antiquariato». (1947)
Alberto Moravia Moravia ha trentanove anni (è nato il 29 novembre, per chi voglia mandargli gli auguri), pesa settantasette chili nudo, è molto signore, ha pubblicato Gli indifferenti a sue spese perché nessun editore l’ha voluto, è stato definito il primo romanziere esistenzialista d’Europa da “Die Weltwoche” di Zurigo, ha girato mezzo mondo, dalla Cina al Messico, è considerato dalle riviste straniere lo scrittore contemporaneo più importante d’Italia, se gli chiedete un autografo vi dà un foglio dattiloscritto (come è capitato alle Pleiadi a Roma), gli piace la cicoria in brodo, non beve vino, non fuma, non usa turpiloquio, parla praticamente tutte le lingue parlate sulla faccia della terra, ha sposato una delle donne più affascinanti d’Italia, porta il berretto basco e camicie di colore, non gli piacciono i dolci, ha venduto La Romana a un regista americano, ha ceduto l’esclusiva dei racconti al “Tempo”, adotta e divulga le idee della moglie…» (1947)
Dino Buzzati «Quando gli dicono che il suo libro migliore è il primo Barnabo delle montagne s’arrabbia un po’ poi ammette: “Lo dice anche Radius, che è un uomo intelligente, allora sarà proprio così”». (1947)
Mario Soldati «Indossa dei vestiti stranissimi. Huber l’ha conosciuto con la barba di tre giorni: dicono che non si rade finché non ha finito il film. Una volta aveva una sveglia al posto dell’orologio». (1947)
Antonio Guarnieri «Quella volta a Riccione, che Mazzacurati per poco lo investiva lui e il suo cane, con la Topolino. Mazzacurati era vestito a modo suo, con giacca gialla, pantaloni verdi, calzettoni rossi e così via; Guarnieri lo guarda precipitarglisi incontro dalla macchina e dice tutto calmo: “Oh, sei tu, Benedetto. Ti avevo preso per un semaforo”». (1947)
Orio Vergani «A Roma lo chiamavano Ovvio.
A Milano Olio». (1947)
Al Capone «Nei momenti di maggior splendore, Al Capone andava a teatro con diciotto guardie del corpo in abito da sera». (1951)
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 4/4/2015