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 2015  aprile 03 Venerdì calendario

PER BEN PROTEGGERE LA CASA BIANCA CE NE VOGLIONO DUE


Una copia della Casa Bianca per proteggere meglio l’originale. Con tanto di prato vero, fontane vere, filari di alberi disposti in maniera pedissequa. Il tutto rigorosamente in scala uno a uno. La curiosa idea per migliorare la sicurezza del presidente e dell’edificio più importante degli Stati Uniti è stata presentata al Congresso dal direttore del Secret Service, Joseph Clancy. Che per realizzarla ha chiesto la cospicua somma di otto milioni di dollari.
«Al momento ci esercitiamo in un parcheggio» ha spiegato il capo dei bodyguard di Obama. «Posizioniamo una recinzione mobile simile a quella della Casa Bianca e percorriamo la distanza tra questa e un edificio lì vicino. Tra l’altro il terreno su cui si allenano i cani non è in erba. Abbiamo bisogno di un ambiente realistico» ha concluso di fronte ai volti perplessi dei parlamentari.
In realtà, sul fatto che gli sforzi del Secret Service abbiano bisogno di un upgrade nessuno nutre dubbi. Nell’ultimo anno hanno tentato di scavalcare i cancelli della Casa Bianca almeno sei persone, alcuni con successo. L’intruso che ha destato più clamore, a settembre scorso, era riuscito persino ad arrivare armato di coltello sino all’East Room, dove fu fermato da un agente. L’incidente fece saltare la poltrona di Julia Pierson, allora numero uno dell’agenzia federale incaricata della sicurezza del presidente. Che era stata chiamata a ricoprire quel ruolo proprio per ripulire l’immagine del corpo d’elite dopo lo scandalo degli agenti ubriachi che, nel 2012, si erano portati delle prostitute in un hotel in Colombia, invece di concentrarsi nella preparazione di una visita del presidente. Ma neanche la sua dipartita è servita a evitare nuovi imbarazzi. Fra cui, più di recente, lo schianto di un drone nel giardino e quello di due agenti ebbri contro una barriera del complesso presidenziale. Agenti che appartenevano proprio al Secret Service (uno era il secondo in comando per la sicurezza di Obama).
Insomma, la richiesta di Clancy giunge in un momento in cui l’agenzia gode di un grave deficit di credibilità. E l’aver sottolineato l’inefficacia delle simulazioni potrebbe bene essere una scaltra operazione di marketing per sminuire le responsabilità del Secret Service. Se così fosse, a Capitol Hill non l’hanno comunque presa bene. «Un’insensatezza», così il repubblicano Harold Rodgers ha bollato la proposta di costruire una replica della Casa Bianca, in Maryland, a 35 chilometri da quella autentica. «Sfortunatamente siamo di fronte a un’ampia lista di casi legati ad alcol e a party scandalosi che hanno riguardato l’agenzia negli ultimi anni» ha tuonato al Congresso. «Non ho ragione, signor direttore?». «Mi dispiace ma dissento» ha osato Clancy.
Eppure la proposta non è poi tanto astrusa se si guarda alle unità militari Usa, che da anni si affidano a repliche posticce per le esercitazioni. I Navy Seals, per esempio. Se è vero che utilizzarono una riproduzione del rifugio pachistano di Osama Bin Laden, l’ex nemico numero uno degli Stati Uniti, per esercitarsi prima del blitz in cui lo uccisero, perché il Secret Service non dovrebbe avere una copia della White House per garantire la sicurezza dell’uomo più potente del mondo?