Fabrizio Roncone, Style 2/4/2015, 2 aprile 2015
STANATI 50 MILA TRUFFATORI DELLO STATO TAGLIATI DIECI MILIARDI DI SPESA PUBBLICA
[Pier Carlo Padoan]
L’uomo dei nostri conti è sposato, ha due figlie, da quando è ministro dell’Economia ha abolito le sue celebri cravatte americane dai colori sgargianti, ma continua a tifare per la Roma. Nato nella capitale, di origini piemontesi e con un cognome veneto, se provate a leggere le biografie di Pier Carlo Padoan, troverete un frullato piuttosto interessante: vicino al Pci ma blairiano, consigliere di Massimo D’Alema e adesso a Palazzo Chigi con Matteo Renzi, rigorista un po’ marxista e un po’ merkeliano, ex direttore esecutivo per l’Italia del Fmi ed ex vice-segretario generale dell’Ocse... «Iniziamo l’intervista, sì o no?»
Ministro Padoan, ci sarebbero parecchie domande con cui iniziare questo colloquio: scelgo quella che milioni di italiani per bene si fanno ogni giorno. Perché neppure questo governo sferra un attacco feroce, durissimo agli evasori fiscali?
Cominciamo male. Nel senso che la premessa è infondata. Perché abbiamo fatto accordi che di fatto cancellano il segreto bancario in Paesi a noi vicini come la Svizzera o il Principato di Monaco e abbiamo dato un impulso straordinario a nuove forme di contrasto a livello internazionale che stanno emarginando i paradisi fiscali. Senza alcun condono. È chiaro perché ritengo che la premessa della domanda sia infondata?
Ministro, io mi riferivo all’evasione di massa, a quelli che non pagano le tasse in Italia: penso ai gioiellieri che denunciano redditi ridicoli, agli idraulici che si fanno pagare in nero...
Allora le rispondo che nel 2014 l’Agenzia delle Entrate ha incassato dal recupero dall’evasione più che nel 2013. E in questi giorni viene diffuso il rapporto sull’attività della Guardia di Finanza: sa quante persone sono state segnalate alle autorità o denunciate l’anno scorso, escludendo le organizzazioni criminali, tra truffe alla pubblica amministrazione e frodi fiscali? Cinquanta mila!
La clausola di non punibilità del tre per cento per i reati fiscali è destinata, come sembra, a rimanere?
Guardi, le frodi fiscali continueranno a essere punite penalmente come adesso. Il lavoro che stiamo facendo serve piuttosto ad avere un sistema di norme più chiare, con l’obiettivo di distinguere tra chi fa errori materiali in buona fede e chi invece cerca di frodare lo Stato.
Capitolo tasse. Gli italiani si sentono accerchiati o addirittura vessati. Ci può dire se almeno le tasse sulle case caleranno? E poi: è possibile immaginare che nel 2016 ci sia una «local tax» unica?
Le tasse vanno tutte abbassate, ma abbiamo cominciato da quelle che pongono limiti alla crescita e alle nuove assunzioni. Per questo abbiamo cancellato completamente la componente lavoro dell’Irap e con gli 80 euro abbiamo tagliato il cuneo fiscale. La «local tax» renderà più semplici i pagamenti delle tasse e responsabilizzerà gli amministratori locali. Ci sarà a partire dal prossimo anno.
L’impressione generale è che la spending review stia agonizzando.
È un’impressione sbagliata. Il lavoro sulla revisione della spesa avviato dal precedente governo è stato ampiamente utilizzato e portato avanti da noi. Nel 2014 abbiamo realizzato risparmi per più di quattro miliardi, altri dieci li abbiamo programmati nel 2015 e stiamo già lavorando sul prossimo anno.
Lei è in grado di prometterci che un giorno potremo leggere le mitiche carte redatte dal commissario Carlo Cottarelli?
Tra pochi giorni saranno pubblicate. Ma non c’è nulla di mitico...
Gli analisti ritengono che la crescita prevista nel nostro Paese per quest’anno sia destinata a rimanere sotto l’uno per cento e...
Guardi, tutte le stime concordano nel prevedere che, nel 2015, l’Italia stia riprendendo a crescere dopo tre anni di recessione. Ma ci vorrà un po’ di tempo perché il miglioramento venga percepito dai cittadini.
Le dico un’altra cosa, ministro, che pure vorrebbero dirle milioni di italiani: con quei famosi 80 euro sono state pagate bollette arretrate, pezzi di mutuo, e nient’altro.
E a lei sembra poco? Se una famiglia ha potuto pagare il mutuo e le bollette arretrate grazie a quel bonus, io ne sono orgoglioso... Superata questa fase aumenteranno i consumi, anche perché nel 2014 l’intervento era considerato temporaneo, mentre dal 2015 lo abbiamo reso permanente.
Analisti perfidi e certamente in cattiva fede sostengono che la crisi economica della Grecia abbia, in qualche modo, nascosto quella dell’Italia.
Soprattutto analisti poco informati. Basta leggere il giudizio definitivo della Commissione sui bilanci per rendersi conto del lavoro approfondito e anche innovativo fatto per valutare la nostra politica economica.
Perché la Bce ha deciso di ricorrere al Quantitative easing? Funzionerà?
La decisione della Bce è stata lungamente attesa e a mio avviso è indispensabile per contrastare un pericolo molto grave che si chiama deflazione. La deflazione, cioè il calo continuo dei prezzi, innesca un circolo vizioso che deprime la crescita e risulta particolarmente insidioso per un Paese come il nostro, che ha un debito pubblico molto alto. Il Qe funzionerà, lo si è visto fin dalle prime reazioni dei mercati.
Capitolo riforme. Alcune sono state portate a termine, molte attendono: quali sono, a questo punto, le più urgenti da realizzare?
Molto è stato fatto, e molto si sta facendo. Dopo la riforma del mercato del lavoro, praticamente completata, considero particolarmente importante quella della pubblica amministrazione, che farà funzionare bene tutte le altre. E poi c’è la riforma della scuola, che dovrà rafforzare il nostro capitale umano.
Concludiamo: può indicare tre ragioni per cui un cittadino italiano deve aver fiducia in questo governo e nella sua azione?
Primo: questo governo sta affrontando nodi irrisolti da 20 anni, ignorati fino a ieri. Secondo: prendiamo impegni in modo molto chiaro, indicando le scadenze. Così, i cittadini possono controllare se davvero facciamo quello che promettiamo. Terzo: non solo realizziamo le riforme in Parlamento, ma ci preoccupiamo dell’attuazione concreta delle nuove politiche. Guardate i dati sul completamento dei decreti attuativi e ne avrete una conferma oggettiva.