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 2015  aprile 03 Venerdì calendario

CONOSCERE PER DELIBERARE

Che dire?
Abbiamo chiesto al Governo di rendere più accessibili e analitici i dati sulle comunicazioni obbligatorie (assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro), che sono preziosissimi per capire che cosa succede realmente nel mercato del lavoro. Dopo poche ore il ministero del Lavoro ha risposto che sì, le serie storiche mensili saranno fornite tempestivamente, e in date ben precise, già stabilite.
Non possiamo che esserne felici, e grati di tanta prontezza di risposta. Almeno su questo, ci piace riconoscerlo, il governo è rock, per dirla con Adriano Celentano. Se dal 25 aprile (festa della Liberazione!), saranno disponibili serie mensili abbastanza lunghe, con il livello di dettaglio annunciato, sarà per tutti più facile capire come il sistema economico stia reagendo alle innovazioni che investono e investiranno il mercato del lavoro.
È un passo importante e positivo, perché sul mercato del lavoro si gioca il futuro dell’Italia. Comunque la si pensi, sapere come vanno le cose, senza forzature ideologiche in un verso o nell’altro, è la precondizione di tutto. Perché uno dei guai dell’Italia è proprio questo: alla lotta politica su come cambiare la realtà, che è cosa sana, anzi è il sale stesso della democrazia, si somma una lotta parallela, insana perché condotta in modo sleale, per deformare la rappresentazione della realtà, piegandola agli interessi particolari delle varie forze in campo.
E invece no. Sarebbe bello dividerci solo su come cambiarla, questa benedetta realtà, non su come stanno le cose: i fatti separati dalle opinioni, si raccomanda in ambito giornalistico, le descrizioni separate dalle prescrizioni, si raccomanda (molto spesso invano) nel vasto mondo delle scienze sociali. Da questo punto di vista la pubblicità e l’accessibilità dei dati che il Governo oggi si è impegnato a garantire non possono che essere una buona notizia per tutti: per i cittadini, per i giornalisti, per gli studiosi, per le associazioni, per le forze sociali e, permettetemi di dirlo, per il Governo stesso. Perché, è vero, un governo deve innanzitutto decidere, ma – come non si stancava di ripetere Luigi Einaudi – occorre “conoscere per deliberare”. E da domani, ne possiamo stare certi, sul mercato del lavoro ne sapremo tutti di più.