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 2015  aprile 02 Giovedì calendario

PROFUMO: ABBIAMO GLI STRUMENTI PER GESTIRE IL CAMBIAMENTO EPOCALE

Alessandro Profumo nella lunga trattativa per il rinnovo del contratto dei bancari è stato il capo delegazione dell’Abi. Questa è la sua interpretazione dell’intesa raggiunta.
Domanda. Dottor Profumo, qual è l’aspetto positivo per le banche di questo accordo?
Risposta. Intanto è positivo che ci sia stato un accordo, e non era scontato.
Abbiamo avuto momenti di contrapposizione dura e trovare una sintesi non è stato semplice. Come tutti gli accordi, poi, sconta una certa ritualità e il gioco del dare e dell’avere. Si sono dovuti fare dei compromessi, da una parte e dall’altra, ma il risultato alla fine è soddisfacente.
D. Sì, ma le banche che cosa portano a casa?
R. Un punto di riferimento chiaro sul costo del lavoro fino al 31 dicembre 2018, che ci consente inoltre di avere una dinamica dei costi unitari del lavoro sufficientemente contenuta. Certamente avremmo preferito che lo fosse ancora di più, ma, avendo dovuto cercare degli equilibri, va bene così. Però l’aspetto più importante è che questo accordo ci permetterà di affrontare un momento di grande cambiamento del settore, n termini sia di assetti societari che di modelli di relazione con la clientela, avendo in piedi un sistema di relazioni sindacali chiaro e stabile.
D. Non si tratta però di un contratto di svolta, come quello che avevate auspicato con la vostra piattaforma.
R. La nostra non era l’unica. C’era anche una piattaforma dei lavoratori ed è stato trovato un equilibrio.
D. Resta il fatto che metà degli addetti al settore ha più di 50 anni ed è inquadrato ai livelli più alti e che c’è bisogno di una trasformazione radicale delle professionalità, che erano le premesse della vostra piattaforma. Basterà questo contratto per affrontare la sfida?
R. Nell’intesa c’è una parte importante che riguarda la piena fungibilità nell’area dei quadri, che ci permetterà una maggiore flessibilità organizzativa. Ma, come si può leggere nel documento conclusivo, sul tema degli inquadramenti e della gestione delle professionalità è stato individuato un gruppo di lavoro per studiare le soluzioni di sistema da discutere nel prossimo contratto, ma già ora i vari gruppi bancari, secondo le loro specifiche esigenze, affronteranno con i sindacati interni nuove soluzioni organizzative. Non c’è un unico modello di banca, ogni azienda si confronta con le altre sul mercato, seguendo una propria specificità ed è giusto che l’architettura organizzativa nasca nel confronto con i propri dipendenti.
D. Sugli inquadramenti ci sono queste novità, ma sull’area contrattuale avete fatto marcia indietro. Giusto?
R. Abbiamo ritirato la nostra proposta, ma bisogna ricordare che non è passata nemmeno la linea dei sindacati, che richiedevano un significativo rafforzamento dell’area contrattuale stessa. Sulla questione è finita 0 a 0.
D. C’è molta enfasi sul valore sociale di questo accordo. Mi pare che la novità principale sia questa piattaforma per il ricollocamento dei dipendenti. Basterà per gestire le migliaia di esuberi che arriveranno con il consolidamento delle popolari?
R. Non so se ci saranno esuberi e se saranno tanti o pochi. So che ci saranno riassetti societari e organizzativi e proprio in relazione ai modelli che saranno scelti per servire i clienti, avere relazioni sindacali non sfilacciate, come inevitabilmente sarebbe invece successo senza un contratto, è senza dubbio un fatto positivo. Gestiremo il cambiamento con interlocutori pienamente legittimati. Il metodo con cui abbiamo lavorato nel rinnovo contrattuale è stato di grande chiarezza, trasparenza e anche di asperità della discussione (più volte abbiamo sfiorato la rottura), ma abbiamo raggiunto il risultato. Lo stesso metodo applicheremo ora nei confronti successivi. Ma mi lasci fare ancora una riflessione.
D. Prego.
R. Credo vada riconosciuto ai leader sindacali il fatto che hanno capito la portata del cambiamento che stiamo affrontando.
D. A questo proposito sembra importante la premessa dell’accordo; due pagine sulle otto complessive per enumerare punto per punto gli scogli che il mondo bancario deve attraversare.
R. Proprio così. E le svelo un retroscena: Noi avevamo scritto una bozza di premessa ma nel confronto è stata ampiamente rimaneggiata per inserire i contributi dei sindacati e alla fine quello che è uscito è veramente un testo condiviso, che non nasconde nessuna delle difficoltà e affronta tutti i mutamenti epocali che il settore sta vivendo, cambiamenti di regole, supervisione, contesto macroeconomico, comportamento dei clienti, tecnologie. Cambia tutto
D. In nottata sembrava che sul calcolo del Tfr potesse saltare tutto; soddisfatto della soluzione finale?
R. La base di calcolo rimane quella stabilita nell’accordo precedente, e quindi più ristretta di quella contrattuale, questo ci consente di avere un andamento dei costi sostenibile. Di contro i sindacati hanno ottenuto un’ispirazione sociale del contratto che li ha soddisfatti.
D. Contento anche dell’entità dell’aumento concesso?
R. Sono 85 euro in quattro anni, che sulla nostra base tabellare rappresentano quasi un 3% di aumento. Avremmo voluto chiudere con zero aumento dei costi, ma come le dicevo all’inizio un contratto è sempre un compromesso. Va visto nel suo insieme, che è equilibrato. Sì, sono soddisfatto.
Mauro Romano, MilanoFinanza 2/4/2015