varie, 2 aprile 2015
INCONTRI
«Gli incontri storici? Due. Ayrton Senna: lo conobbi a Pescara, lo ritrovai a Bologna. Alla vigilia del Gp di Imola, quel Gp, cenammo insieme. Era agitato: la macchina non va, mi disse. Era speciale: sensibilissimo, delicato. E Pier Paolo Pasolini. Ci si ritrovava a Grado, d’estate, per le sabbiature e per giocare a pallone» (Edy Reja).
NEVE «Alla Juve dovevo andare, ma c’era la neve, e saltò il provino. Prima che ne organizzassero un altro, si fece sotto la Roma: c’erano Bruno Conti, Montella e Muzzi, mi presero subito, senza perdere tempo. Per una nevicata: evidentemente la Roma era nel mio destino» (la giovane ala della Roma Daniele Verde).
EGO «Lei l’ha letto Il gioco interiore del tennis? È un libro importante, dove si dice che mai, e poi mai, bisogna insultare il proprio ego, dirsi “vai a quel paese Perin, che cosa diavolo hai fatto?”. Sono torti che incrinano la fiducia in se stessi. Io sto imparando a non farlo più» (Mattia Perin).
NORMALISSIMO «Sono un ragazzo normalissimo, che si sveglia, fa colazione, ama gli gnocchi al ragù, studia inglese, si allena al mattino e al pomeriggio, poi, alla sera torna a casa per dormire. Come capita a tutti, ci sono momenti in cui mi posso divertire di più e altri in cui devo lavorare sodo» (Andrea Iannone).
TUTA «La quotidianità senza esercizio fisico mi è ostica. Ho 31 anni. Premetto che io ho fatto sempre sport: hockey, atletica, ciclismo. La scuola non mi interessava. Ci andavo in tuta. Non c’era materia che mi appassionasse, non ci tenevo ad essere un campione lì» (Alex Schwazer, che ha deciso di tornare ad allenarsi).
MAGLIE «A volte penso di aver vissuto qualcosa di unico, di straordinario in questo ambiente, sono stato fortunato. Tutte le maglie di calcio hanno colori che se ti sposti in un altro paese al mondo, le ritrovi sotto altre tonalità, o sotto altre sfumature. Il blucerchiato invece è proprio solo lì, e solo quello» (Gianluca Vialli e i suoi anni alla Samp).
RAPPORTI «Il rapporto con Lorenzo è cambiato. Magari non si può parlare di amicizia, però c’è stima. Rispetto. E voglia di collaborare, di raccontarci tutto. Basta segreti, invidie, gelosie. Non conviene. La cosa interessante è che abbiamo stili di guida diversi, un differente setting della moto: ma alla fine siamo sempre d’accordo sulle cose che non vanno, e le soluzioni da trovare» (Valentino Rossi).