VARIE 1/4/2015, 1 aprile 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - PASSA AL SENATO LA LEGGE SUL FALSO IN BILANCIO. L’INCAZZATURA DI D’ALEMA
ROMA - Il Senato ha approvato il ddl anticorruzione con 165 sì, 74 no,13 astenuti. A favore hanno votato Pd, Area popolare, Autonomie-Maie-Psi. Contrari Forza Italia, M5s e Gal. Astensione dalla Lega Nord. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera. Soddisfatto il premier Renzi che ha scritto su Twitter:
"E’ chiaro che sono soddisfatto perché si trattava di un traguardo non scontato", ha commentato a caldo il Guardasigilli Andrea Orlando. "Ma nessun trionfalismo", ha aggiunto, perché la "battaglia contro la corruzione deve andare avanti". Un solo rammarico: che il voto su un "tema così importante non sia stato unanime".
Il primo primo grande ostacolo era stato già superato in mattinata, quando l’aula aveva dato l’ok al ritorno del reato di falso in bilancio e alle norme che riguardano le società non quotate.
La cronaca della giornata in aula. L’assemblea di palazzo Madama ha infatti approvato a scrutinio segreto l’articolo 8 del disegno di legge anticorruzione con 124 voti favorevoli (contro i 184 sì che andranno invece all’articolo 10 sulle aziende in Borsa), 74 contrari e 43 astensioni. Prevede che "gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, i quali, al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, previste dalla legge, consapevolmente espongono fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero ovvero omettono fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore, sono puniti con la pena della reclusione da uno a cinque anni". Torna ad essere un reato, quindi, truccare i rendiconti anche per quanti non hanno preoccupazioni di listino borsistico.
Falso in bilancio e intercettazioni. La stessa pena, sottolinea l’articolo approvato senza modifiche dall’aula rispetto al testo uscito dalla commissione, "si applica anche se le falsità o le omissioni riguardano beni posseduti o amministrati dalla società per conto di terzi". In precedenza erano stati bocciati gli emendamenti 8.319 e 8.320 (presentati da Sel e da Felice Casson del Pd) che proponevano di assestare la pena per il falso in bilancio per le società non quotate da due a sei anni, invece che a cinque. Ritirato l’emendamento successivo (a prima firma Giuseppe Lumia del Pd) col medesimo contenuto. La modifica avrebbe reso possibile l’uso delle intercettazioni.
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Prima del voto segreto sull’articolo 8, Peppe De Cristofaro di Sel ha annunciato in aula l’astensione spiegando che "il falso in bilancio avrebbe meritato una ben altra impostazione e non un compromesso al ribasso". Voto contrario di Forza Italia, espresso dal senatore Giacomo Caliendo che ha parlato di un "articolo incostituzionale" e di una "norma propaganda" del Governo. Sempre prima del voto, un emendamento allo stesso articolo, presentato da Forza Italia, era stato respinto per un solo voto.
SCHEDA Ecco cosa cambia col ddl
Pene per fatti lievi. A seguire, l’aula del Senato ha approvato, sempre a scrutinio segreto, l’articolo 9 del ddl anticorruzione che stabilisce le pene per le società sui ’fatti di lieve entita’ in caso di false comunicazioni sociali. Il via libera è arrivato con 146 sì, 95 no e 8 astenuti. Prevista la pena da sei mesi a tre anni se i fatti sono, appunto, di lieve entità "tenuto conto della natura e delle dimensioni della società e delle modalità o degli effetti della condotta".
Società quotate: fino a 8 anni. L’aula ha approvato con 182 sì, 85 no e 48 astenuti l’articolo 10 del ddl anti-corruzione sul falso in bilancio per le società quotate. La norma, che riscrive l’articolo 2622 del codice civile, prevede la reclusione da tre a otto anni. L’articolo è stato approvato senza modifiche rispetto al testo uscito dalla commissione giustizia del Senato.
Sanzioni più alte. Via libera con 205 sì, 56 no e un astenuto, anche all’articolo 11 del ddl anti-corruzione che completa il pacchetto di norme sul falso in bilancio e riguarda la sanzione per la responsabilità amministrativa che diventa più severe per tutte le società: fino a 600 quote da pagare. Nel dettaglio: per il delitto di false comunicazioni sociali previsto dall’articolo 2621 del codice civile (relativo alle società non quotate) la sanzione pecuniaria da duecento a quattrocento quote; per il delitto di false comunicazioni sociali previsto dall’articolo 2621-bis del codice civile (relativo alla tenuità del fatto per le società non quotate), la sanzione pecuniaria da cento a duecento quote; per il delitto di false comunicazioni sociali previsto dall’articolo 2622 del codice civile (relativo alle società quotate, la sanzione pecuniaria da quattrocento a seicento quote.
Maggioranza a rischio. Intanto, sull’emendamento 8.316 a prima firma Caliendo di Forza Italia che chiedeva una modifica sul falso in bilancio - con parere contrario del governo e a voto segreto - la maggioranza ha rischiato di andare sotto. Fatto denunciato su Twitter dal senatore Lorenzo Battista: "Su votazione segreta a emendamento, 115 favorevoli, 116 contrari, 2 astenuti, passa parere maggioranza per un solo voto".
Le assenze in Fi e i ’pianisti’. La maggioranza ha tenuto per un pelo anche su altre votazioni. L’emendamento 10.311 a prima firma Caliendo che chiedeva una modifica sul falso in bilancio è stato bocciato solo per cinque voti. Molte assenze nei banchi azzurri. In missione i senatori Amoruso, Scilipoti e Villari; non hanno votato Bonfrisco, Cardiello, Fazzone, Floris, Galimberti, Ghedini, Minzolini e Verdini. Stessa situazione sull’articolo 10: quattro i voti di differenza. Il nuovo reato di falso in bilancio è stato approvato con soli tre voti di scarto. Il Movimento 5 Stelle, tra l’altro, ha denunciato i ’pianisti’ ed è scoppiata la polemica dopo che il senatore Ciampolillo ha accusato il collega Aracri di Fi di aver votato anche per Lucio Tarquinio, al momento delle votazioni assente. Il presidente di palazzo Madama ha ritirato la tessera, rispondendo poi ai grillini: "Se volete buttarla in caciara...".
La posizione del M5s. "Ci siamo astenuti sull’articolo 8 che riguarda la non possibilità di effettuare intercettazioni per le indagini su società non quotate in Borsa, tra le quali cooperative ’rosse’ e ’bianche’ e fondazioni politiche che fanno girare milioni di euro". Lo hanno riferito i senatori M5s, Maurizio Buccarella ed Enrico Cappelletti. "Ci siamo astenuti - hanno aggiunto- dopo che sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti che prevedevano il massimo di pena a 6 anni e la possibilità di effettuare intercettazioni". I senatori hanno ribadito di avere poi "votato ’no’ all’articolo 9 relativo alla ’tenuita’ del fatto, perché l’introduzione di questa fattispecie abbinata all’entrata in vigore domani del decreto legge sulla depenalizzazione dei reati può annullare l’introduzione del reato di falso in bilancio pur ’soft’ in questo disegno di legge".
CHE COSA CAMBIA
ROMA - Il Senato ha approvato il disegno di legge anticorruzione. Tra le novità: il falso in bilancio che torna a essere reato, le intercettazioni solo per le società quotate, carcere più lungo per i mafiosi. Di seguito, ecco cosa cambia.
Reati di mafia. E’ sui reati di mafia che arriva una prima stretta. Aumentano infatti le pene per il 416 bis e la corruzione. Per chi fa parte di una associazione mafiosa formata da 3 o più persone è prevista la reclusione da 10 a 15 anni (oggi è dai 7 ai 12). Le pene aumentano per chi promuove, organizza e dirige l’associazione. Per quel che riguarda la reclusione, si passa dagli attuali 9-14 anni a 12-18 anni previsti nel ddl.
Falso in bilancio. Sul falso il bilancio, le pene per le società non quotate andranno da 1 a 5 anni (e ciò renderà impossibile l’uso delle intercettazioni). Per le società quotate, invece, le pene andranno da un minimo di 3 ad un massimo di 8 anni. Per le piccole imprese si andrà da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 3 anni. Le sanzioni pecuniarie a carico delle società che hanno tratto vantaggio o avuto interesse dal falso in bilancio, la misura arriva a 600 quote per le società in Borsa e a 400 quote per le non quotate.
Più poteri di vigilanza all’Anac. Aumenta il peso dell’Anac, l’autorità nazionale anti corruzione che dovrà essere informata attraverso il suo presidente dal pm qualora quest’ultimo eserciti l’azione penale per reati contro la pubblica amministrazione. L’Anac, inoltre, potrà intervenire sui contratti di appalto segretati e sarà informata su ogni notizia emersa in contrasto con le regole della trasparenza nelle controversie sull’affidamento di lavori pubblici e sul divieto di rinnovo tacito di contratti di lavoro pubblici.
Pubblica amministrazione. Novità anche per quel che riguarda la corruzione nella pubblica amministrazione. Ma per poter richiedere un patteggiamento sarà necessaria la restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato corruttivo. Questo varrà per alcuni dei principali reati contro lo Stato. Non solo: sulla condizionale, per ottenere la sospensione della pena, bisognerà aver risarcito la PA.