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 2015  aprile 01 Mercoledì calendario

BONDI, VENT’ANNI A FIANCO DI SILVIO TRA POESIE E MANCATI ADDII

Sindaco comunista, poi uomo di strettissima osservanza berlusconiana. L’ossimoro - la figura retorica con la quale si accostano parole di significato opposto (tipico il ’ghiaccio bollente’) - è più nella vena politica di Sandro Bondi che in quella poetica. Nei versi dell’uomo politico toscano, scanditi anche nel salotto di Bruno Vespa con la sua inconfondibile voce pacata, prevalgono infatti i toni colloquiali e piani. Le immagini sfumate. Tanto che i suoi componimenti sono stati oggetto di strali ironici (su internet si trova persino un esilarante ’generatore automatico’ di poesie bondiane).
Nato a Fivizzano (Lucca), nel 1959, Bondi è stato di sicuro uno degli animatori culturali di Forza Italia. E lo è stato anche a livello ammini-strativo e di governo, contrariamente ad intellettuali di alto calibro accademico, come Lucio Colletti o Piero Melograni, pure loro dal passato comunista, ma poi approdati al ’partito liberale di massa’ del Cavaliere. La biografia del politico-poeta è all’insegna degli studi e del lavoro. Emigrato bambino con i genitori in Svizzera, al ritorno si iscrive giovanissimo alla Fgci. La laurea in Filosofia segnala già il suo interesse per il pensiero cattolico: è su un suo compaesano, fra’ Leonardo Valazzana, un predicatore agostiniano oppositore di Gerolamo Savonarola.
Per tre anni (1990-1992) è sindaco di Fivizzano per il Pci. Ed è attraverso un artista, lo scultore Pietro Cascella, che entra in contatto con Silvio Berlusconi. Cascella sta costruendo la tomba di famiglia ad Arcore. Bondi è così tra i fondatori di Forza Italia, nella quale diventa responsabile del dipartimento Beni culturali all’interno del Centro studi. L’anteprima del futuro incarico di ministro, che ricoprirà dal 2008 al 2011, non senza polemiche. Come quella legata al crollo di un muro a Pompei, per il quale il centrosinistra chiese e ottenne le sue dimissioni (circostanza rievocata a ogni crollo, non infrequente, negli scavi campani anche sotto altri ministri). A lui si deve la riforma dell’organizzazione interna del ministero, con l’inserimento di una figura manageriale, incarico affidato al manager ex McDonald, Mario Resca (anche qui giù polemiche).
Deputato dal 2001, diventa dapprima portavoce e coordinatore degli azzurri. Poi, dal 2009, coordinatore del Pdl nel celebre ’triumvirato’ con Ignazio La Russa e Denis Verdini. Carica da cui più volte si è dimesso, restando sempre per volontà di Berlusconi, del quale è stato a lungo considerato uno dei consiglieri più fidati. Anche in campo filosofico, religioso ed etico. Tanto che nel 2012 fece scalpore un suo attacco contro la «parte più confessionale» del Pdl, composta da quei parlamentari che «sui temi delle libertà personali sono su posizioni di radicalismo religioso alla Tea party». Un sintomo del disagio interno che di lì a poco avrebbe riportato in vita Forza Italia, con la scissione di Ncd attuata da parecchi di quelli che lui aveva preso di mira. Ora, per motivi di linea politica, fa le valigie anche lui. E così rende concreto l’ultimo verso della sua ode ’A Silvio’: «Vita assaporata / Vita preceduta / Vita inseguita / Vita amata / Vita vitale / Vita ritrovata / Vita splendente / Vita disvelata / Vita nova».