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 2015  aprile 01 Mercoledì calendario

LA SECONDA VITA DEI VIP-VIGNAIOLI

Non ci sono più i bevitori di vino di una volta perché oggi, in Italia, in troppi, tendono soprattutto a produrlo. È questa l’ultima moda, lo status symbol dei tempi. Non c’è soltanto il sogno di una piccola Francia in Umbria, di Massimo D’Alema, con il suo Narnot (che uno pensa al merlot solo a vedere quella t finale) o Bruno Vespa, che si è messo a far vino in Puglia coi suoi figli. Ma sono in tanti, sempre di più, i personaggi noti, che nella vita si sono occupati d’altro, a buttarsi sul vino nel senso di coltivar viti e spremer uve. Una moda contemporanea, assai provinciale vien da pensare, da strapaese. Basti ricordare che soltanto una manciata di anni fa gli Agnelli, famiglia glamour italiana per eccellenza e simbolo del nostro capitalismo, non sempre felice, anziché farsi la propria azienda di vino e magari chiamare un rosso "Gianni" e l’altro "Umberto", o "Fiat Lux", beh si era semplicemente comprata lo Chateaux Margaux, uno dei miglior cru francesi, un top mondiale con alcune annate indimenticabili, il 1978 ad esempio.

Oggi, che anche gli Agnelli non son più quelli di una volta, il Margaux non è più italiano da tempo ma in compenso son cresciuti a dismisura gli italiani che fanno vino. Certo a sinistra, anche prima di D’Alema, le passioni per il vino sono sempre state forti e si narra che persino il comunista Amendola, dalle parti di Frascati, ai tempi del Pci, facesse il vino e che non fosse un granché. I brand erano di là da venire, non c’erano ancora gli enologi di talento, come Riccardo Cotarella, a crear vini (lui ha curato sia i vini di D’Alema che di Vespa e pure quello di Gian Marco Moratti), e tutto sapeva più di rustico. Ma chi sono i vip vignaioli italiani? C’è appunto Gian Marco Moratti, marito di Letizia, che ha la sua azienda al Castello di Cigognola, nel cuore dell’Oltrepo Pavese, sulle colline strette tra Piemonte ed Emilia, a sud del fiume Po, in quello che un tempo e fino all’Unità d’Italia era denominato "Vecchio Piemonte". Sul sito il vino vien presentato così: «Nasce dall’intuizione dei proprietari Gianmarco e Letizia Moratti che, insieme all’enologo Riccardo Cotarella e a un team di esperti, hanno voluto scommettere su un terroir particolarmente favorevole. Importanti investimenti in vigna e in cantina hanno trasformato l’antico castello in un punto di riferimento d’eccellenza».

Spostandoci in Piemonte, troviamo il "Barabba", uno dei vini di Gad Lerner, una barbera biologica, e poi scendendo in Toscana troviamo il rosso della Stefania Sandrelli che, assieme al compagno Giovanni Soldati ed a Sandro Bottega, produce nella campagna senese Acino d’Oro, un Chianti Classico DOCG. La Sandrelli descrive così il suo innamoramento per il fare vino: «Considero il vino un vero e proprio dono della natura, che l’uomo ha saputo mettere a frutto. Amo visitare le vigne, in particolare durante la vendemmia. Mi piace partecipare agli assaggi del nostro Chianti Acino d’Oro insieme a Giovanni Soldati e a Sandro Bottega che, oltre ad essere un amico, è un distillatore trevigiano. Insieme al Chianti produce pure un delizioso Prosecco».

Politici, giornalisti, attori, registi, poteva forse mancare un calciatore? No, che non poteva. Ecco allora Andrea Pirlo, il centrocampista della nazionale ha dieci ettari di terreno a Capriano del Colle, pochi chilometri a sud di Brescia, una delle più piccole e sconosciute aree Doc della Lombardia, dove realizza quattro tipi di vino: due rossi, un bianco ed un rosé. Dulcis in fundo, ma soltanto perché sta finendo lo spazio in pagina per il nostro articolo sulla vinomania dei vip, il pubblicitario e fotografo Oliviero Toscani. La sua Azienda Agricola OT nata nel 1970, si trova sulle colline di Casale Marittimo, bellissimo borgo fra Volterra e Bolgheri, a pochi chilometri dal mare. Lui del suo vino dice: «Il mio vino è creato dall’eccellenza della luce e dalla generosità di questa terra, è delizia per il palato, gioia per le orecchie e piacere per tutti i sensi». Perché, in questo strapaese di vigne e vignaioli che par diventata l’Italia, quelli che si son messi a far vini, dopo aver fatto tutt’altro nella vita, son convinti di farli più buoni di tutti. Per favore, ridateci Gianni Agnelli ed il suo Chateau Margaux. Sull’annata possiamo discutere.