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 2015  marzo 31 Martedì calendario

PECHINO PIANIFICA LA CALCIO-MANIA

La rivista di Hong Kong Next Magazine (nata nel 1990, è la seconda più letta nell’ex colonia) afferma che il 75% del Milan è stato venduto a una cordata cinese che ha alle spalle Wanda Group e l’imprenditore di Wahaha, Zong Qinghou. Sembra che l’interesse dei cinesi per il Milan si sia concretizzato nel weekend.
Alberto Forchielli, presidente di Osservatorio Asia, parlando all’Università di Warwick, ha dichiarato: «I club italiani hanno molto da vendere grazie al marchio, alla visibilità internazionale, al palmarès e all’entusiasmo che il calcio è in grado di suscitare, mentre le nostre squadre avrebbero bisogno di risorse, marketing, promozione.
I capitali cinesi potrebbero così sposarsi in Italia, perché coincidono interessi e modalità».
Per anni lo sport cinese è stato dominato da basket e tennis, trascinato da star come Yao Ming e Li Na. Il calcio invece non è mai decollato, ma le cose stanno cambiando. Poco tempo fa dal Politburo, il massimo organismo politico cinese, è arrivata un’indicazione chiara: il calcio dovrà essere insegnato in 20 mila scuole entro il 2017. Tanti i motivi per cui il calcio in Cina finora ha trovato molte difficoltà a imporsi, tra cui la poca tradizione e la molta corruzione soprattutto nell mondo delle scommesse. Obiettivo di Pechino ora è farlo diventare sport di massa, grazie all’interesse crescente dei cinesi per i campionati stranieri, al miglioramento del torneo locale e a una performance incoraggiante della nazionale cinese all’ultima edizione dell’Asia Cup in Australia. Pechino ha preso sul serio il compito e, oltre alla decisione del presidente Xi Jinping e del premier Li Keqiang di far diventare il calcio diventerà materia obbligatoria nel percorso scolastico, anche il Consiglio di Stato si è impegnato a sviluppare questo ambito di attività nei prossimi anni. L’obiettivo è portare l’industria dello sport a rappresentare l’1% del pil nazionale entro il 2025 rispetto all’attuale 0,6%, rendendolo un settore da 5 mila miliardi di yuan.
Ciò significa anche opportunità d’investimento per le società occidentali, costruendo campi da gioco nelle scuole e strutture per l’allenamento e la formazione dei ragazzi. Le società cinesi, dal canto loro, già stanno investendo nel calcio. Per esempio, il miliardario Wang Jianlin del gruppo Wanda ha comprato il 20% dell’Atletico Madrid (e i diritti della Lega Calcio italiana) e il gigante dell’e-commerce Alibaba ha acquistato il 50% del Guangzhou Evegrande, uno dei maggiori club del campionato cinese, per quasi 200 milioni di dollari. Il Guangzhou è la squadra che, sotto la guida tecnica di Marcello Lippi, ex ct dell’Italia campione del mondo, ha vinto la Champions d’Asia. Al proposito, essendo stata la prima squadra cinese vincitrice di questo torneo, il potenziale a medio termine del Guangzhou sul fronte del marketing sarà immenso.
Intanto i maggiori club calcistici del mondo si stanno dimostrando molto attenti ai consumatori cinesi. Arsenal, Manchester United, Manchester City e Barcellona hanno avviato iniziative in Cina per conquistare nuovi tifosi-consumatori. Questi club guardano anche a eventuali investimenti di gruppi cinesi nelle loro squadre. Pechino è infatti pronta a investire all’estero per migliorare il proprio know-how all’interno del mondo del calcio internazionale. «La ricerca del brand e del know-how è il principale driver degli investimenti cinesi all’estero», aveva commentato Forchielli parlando agli studenti dell’Università di Warwick.
Mariangela Pira, MilanoFinanza 31/3/2015