Francesco Ninfole, MilanoFinanza 31/3/2015, 31 marzo 2015
GRECIA, IN FUGA 25 MLD DI DEPOSITI
Il prezzo dell’incertezza sulla Grecia è stato pagato finora soltanto dalle banche elleniche. Nei tre mesi tra dicembre e febbraio i depositi degli istituti greci sono diminuiti di 25 miliardi, un declino del 14%. Nel periodo i depositi delle imprese sono scesi del 30%, quelli retail del 12%.
Soltanto a febbraio la fuga è stata di 8 miliardi (-5%). Ma questi dati così negativi si sono manifestati finora solo ad Atene. Il contagio non c’è stato negli altri Paesi dell’Eurozona. I problemi della Grecia finora hanno riguardato soltanto il premier Alexis Tsipras (che è diventato primo ministro il 26 gennaio) e il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. Gli altri governi hanno perciò oggi un maggiore potere negoziale rispetto al passato nelle trattative con le autorità elleniche.
«Mentre gli istituti greci stanno perdendo depositi, il resto delle banche dell’Eurozona è sembrato finora separato», ha osservato Goldman Sachs. Secondo i dati Bce elaborati dalla banca americana, in Italia i depositi nelle banche sono invece aumentati di 43 miliardi (+3%) tra dicembre e febbraio e di 89 miliardi negli ultimi 12 mesi (+6%). Nell’ultimo trimestre i depositi sono aumentati soprattutto in Olanda (+105 miliardi), Francia (+54 miliardi) e Germania (+18 miliardi). Dopo la Grecia, il Paese più in difficoltà sui depositi è stato l’Irlanda (-8 miliardi, ovvero -3,8%), mentre il calo in Spagna e Portogallo è stato attorno all’1%. «Il quadro dei depositi è solido in tutti i mercati, con l’eccezione della Grecia», hanno commentato gli analisti.
L’ampia differenza tra l’andamento dei depositi in Grecia e nel resto dell’Eurozona è legata, secondo Goldman Sachs, ad alcune ragioni: l’asset quality review ha rafforzato la credibilità dei bilanci delle banche; la liquidità disponibile sui mercati è abbondante, grazie anche alle mosse della Bce; le interconnessioni con le banche greche si sono ridotte.
Gli istituti ellenici non stanno beneficiando delle manovre di Draghi, che ha invece sospeso nei rifinanziamenti l’accettabilità come collaterale dei titoli di Stato greci (che non sono neppure acquistabili per il momento nell’ambito del quantitative easing). Di conseguenza le banche elleniche restano appese alla liquidità d’emergenza (Ela) fornita dalla Bce, il cui utilizzo è aumentato di 60 miliardi negli ultimi tre mesi. Una situazione che però non potrà durare a lungo e che riduce gli spazi di manovra per Tsipras e Varoufakis, come ha fatto capire di recente anche Mario Draghi. Il sistema bancario greco pesa per l’1,2% degli asset dell’Eurozona, ma per il 19% della liquidità fornita da Francoforte. La Bce finanzia oggi oltre un quarto dell’attivo del sistema bancario greco.
Francesco Ninfole, MilanoFinanza 31/3/2015