Francesco Semprini, La Stampa 29/3/2015, 29 marzo 2015
L’INDIANA: DIRITTO DEI NEGOZIANTI NON SERVIRE I GAY
Essere serviti da esercizi commerciali e società di servizi non è un diritto soggettivo tutelato dalla legge. Almeno nello Stato dell’Indiana, dove il governatore Mike Pence ha firmato una legge, il «Religious Freedom Restoration Act» che, sulla base delle singole credenze e sensibilità religiose, consente ai gestori di esercizi commerciali di non servire gli omosessuali senza incorrere nell’accusa di discriminazione. In sostanza se un individuo gay entra in una caffetteria potrebbe vedersi rifiutare l’ordine a discrezione del commesso di turno.
Controtendenza
Una misura in assoluta controtendenza rispetto alla politica di apertura e di parità di diritti che caratterizza tutti gli Stati Uniti. Il decreto statale arriva in risposta alla cancellazione stabilita lo scorso anno da alcuni tribunali federali del bando deciso dall’Indiana alle nozze tra persone dello stesso sesso. Un colpo di mano motivato dal fatto che, secondo il governatore, «la Costituzione degli Stati Uniti e dell’Indiana garantiscono un forte riconoscimento della libertà di religione, ma oggi molte persone di fede sentono che la loro libertà è sotto attacco da parte delle azioni del governo».
La protesta
Una congettura quella di Pence, repubblicano proveniente da una famiglia irlandese cattolica ma di confessione evangelica, che ha scatenato critiche su ogni fronte. Marc Benioff, amministratore delegato di Salesforce, ha spostato la convention societaria da Indianapolis a New York, e ha annunciato altre azioni di boicottaggio da parte del gruppo che impiega circa 3 mila persone nello Stato. Ciò nonostante il rischio di incorrere in una tassazione maggiore. Hanno fatto seguito le minacce di boicottaggio di Gen Con, la conferenza dei giochi elettronici più importante del settore, che porta 56 mila persone e 50 milioni di dollari nella città dell’Indiana. La lega universitaria di basket ha minacciato di fermare le gare, capitanata da un testimonial d’eccezione come Jason Collins, il primo giocatore Nba a dichiararsi apertamente gay. A rischio potrebbe essere la stessa formula Indi, uno degli eventi più seguiti al mondo per quanto riguarda i motori. E lo stesso sindaco di Indianapolis, il repubblicano Greg Ballard, si è detto contrario a un decreto che rischia di avere un duplice effetto di perdita economica e isolamento politico a livello nazionale. Ballard ha affermato in una nota che il provvedimento trasmette «un segnale sbagliato». Secondo il sindaco «Indianapolis si sforza di essere una città aperta che attrae aziende, iniziative, visitatori e turisti». Ma il caso dell’Indiana non è isolato: anche in Arizona, Tennessee e South Dakota sono state proposte leggi simili.
Francesco Semprini, La Stampa 29/3/2015