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 2015  marzo 28 Sabato calendario

LITE IN CASA ROTHSCHILD LA DINASTIA SI DIVIDE SUL NOME (E L’EREDITÀ) LA NASCITA E IL MOTTO IL «COLPO» DOPO WATERLOO L’AFFRONTO E

L’ACCUSA –
«Concordia, Integritas, Industria» è il motto di famiglia, al quale da due secoli e mezzo sono chiamati a ispirarsi i Rothschild dei cinque rami della dinastia (Francoforte, Parigi, Napoli, Londra e Vienna). La concordia oggi viene meno, perché due cugini si sono messi a litigare su chi sia più Rothschild dell’altro. Da una parte Benjamin, 51 anni, che con la moglie Ariane dirige in Svizzera il gruppo Edmond de Rothschild; dall’altra David, 72, sposato con la principessa italiana Olimpia Aldobrandini e capo della holding Paris Orléans che comincia adesso a presentarsi come «casa madre del Gruppo Rothschild»: un affronto per Benjamin, che accusa il cugino di appropriarsi del cognome più prezioso del mondo ed è pronto a citarlo in giudizio.
David è stato protagonista di un colpo da maestro negli anni Ottanta, quando il presidente socialista François Mitterrand appena eletto intraprese una fase di nazionalizzazioni che durò due anni e riguardò anche la banca Rothschild. Nel 1982 David decise di ridare vita al marchio e fondò la Rothschild & Cie, una banca d’affari che avrebbe presto rivaleggiato con la Lazard e seguito le più importanti fusioni e acquisizioni del capitalismo internazionale. Come quella del 2012, quando Nestlé compra il ramo infanzia di Pfizer per nove miliardi di euro: supervisore dell’affare è il giovane Emmanuel Macron, che pochi mesi più tardi entrerà all’Eliseo come consigliere economico dell’altro presidente socialista Hollande per diventare poi l’attuale ministro dell’Economia.
Il nome Rothschild è un’icona, la sua storia si identifica con quella del capitalismo. Una dinastia cominciata con il negozio di monete di Mayer Amschel Rothschild nel ghetto ebraico di Francoforte a metà del Settecento e che nel giro di pochi decenni diventa la famiglia più ricca del mondo. Nella sua monumentale opera, lo storico britannico Niall Ferguson calcola che in termini relativi i Rothschild divennero presto più facoltosi della famiglia reale saudita di oggi.
Nel 2012 David de Rothschild è riuscito a unificare sotto la holding Paris Orléans i rami di Parigi e Londra della dinastia ponendo fine a una rivalità secolare. Ma della famiglia fanno parte anche società ancora indipendenti, come appunto quella franco-svizzera Edmond de Rothschild guidata da Benjamin e Ariane e basata a Ginevra, che adesso vorrebbe cambiare nome in Rothschild Group. Il settimanale economico Challenges ha rivelato che l’obiettivo sarebbe rendere più semplice il nome e farlo diventare più riconoscibile all’estero: Benjamin sente di averne il diritto, anche perché la sua fortuna — 2,9 miliardi di euro — è 10 volte più grande di quella del cugino David. Che però ha avuto il riflesso giusto e ha cominciato a usare per primo, per la sua holding, la formula «maison mère del Gruppo Rothschild». Sullo sfondo, nonostante le liti famigliari, la paura che alcuni pezzi finiscano in mano a estranei. Il che annacquerebbe l’identità del marchio e svaluterebbe un patronimico che vale oro. Lo hanno detto chiaramente un anno fa i Rothschild di Ginevra: «Vorremmo soprattutto evitare che David un giorno venda la sua società con il nome Rothschild». Oltre a essere più ricco, Benjamin vanta anche una linea dinastica più semplice perché è figlio unico e quindi controlla interamente la sua società. David invece ha sì riunificato Parigi e Londra ma presto ne pagherà il prezzo: suo figlio Alexandre dovrà spartirsi il gruppo assieme agli eredi inglesi, ovvero i figli di Evelyn de Rothschild, e al cugino Eric. Lasciare «Gruppo Rothschild» ai parigini è fastidioso adesso e preoccupante per il futuro, quando non sono escluse liti sull’eredità: ecco perché i ginevrini, più ricchi, vogliono quella formula magica, anche se appartengono a un ramo cadetto della famiglia.