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 2015  marzo 28 Sabato calendario

ITALIA’S GOT PARENT

Almeno la gag per cui nessuno sapeva della sua presenza ce la potevano risparmiare. «Trava? Non sarai mica il figlio di Marco Travaglio? No, ma dai, non ci posso credere!». Sì, vabbé. Si apre con questa pantomima l’invasione degli ultra-travagli, la colonizzazione della televisione italiana ad opera della famiglia Travaglio. Giovedì sera, infatti, abbiamo visto il direttore del Fatto quotidiano litigare con Oscar Farinetti a Servizio Pubblico, su La7, mentre su Sky faceva il suo ingresso sul palco di Italia’s Got Talent Alessandro Travaglio, in arte Dj Trava, figlio d’arte con una passione per il rap. Quindi finto scoop, qualche battuta, l’occhio umido della fidanzata, la performance (solite quattro rime ad effetto per un risultato piuttosto mediocre) e poi è arrivato il verdetto dei giudici. Più che positivo, dato che Alessandro ha incassato quattro sì da Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Frank Matano e Nina Zilli ed è passato al turno successivo. Francamente un regalo eccessivo. I commenti sono un bel tripudio di leccamenti. La Littizzetto esordisce definendo non particolarmente originale il genere, particolare sottolineato dalla musica di scena che lascia intravedere con pausa studiata una possibile bocciatura, che invece ovviamente non arriva. Anche perché subito dopo la vestale di Fazio aggiunge che sì, il rap alla fine due palle, però non le sue canzoni, che invece sarebbero originali e non banali. Poi un commento sul personaggio: «È pulitino, non ha bisogno di salire sul palco e toccarsi gli amici di Maria». Anche Nina Zilli sembra rapita: «Si vede che sei uno vero». L’idillio è rotto solo da Claudio Bisio, che anche lui promuove la performance ma ha almeno il buon gusto di interrompere il peana con una battuta delle sue, facendo notare che Trava, a Milano, viene usato gergalmente per «travestito». Ma non sono solo i quattro giudici ad aver apprezzato: Italia’s Got Talent ha infatti portato a casa oltre 1 milione di spettatori medi. Lo share è stato del 2,9% con picchi del 3,4%, facendo di Sky Uno, anche questo giovedì, il canale più visto della piattaforma, e il sesto della tv italiana nel target 15-54 anni. Ottimi numeri anche sui social network, dove peraltro nella classifica dei Trending Topic di Twitter sono entrati i concorrenti «Gaggi» e, appunto, «Travaglio». Ma come ci è finito, il figlio di Travaglio, nel giro della musica rap? L’anello mancante tra Fatto quotidiano e Club Dogo, tra le lenzuolate di intercettazioni e le rime baciate sulla legge della strada, ha un nome: Fabri Fibra. Nel video di «Tranne te», uno dei più fortunati singoli del rapper di Senigallia, uno dei ballerini che si agitavano alle spalle di Fabri era proprio lui, Alessandro Travaglio, allora aspirante rapper ma anche ballerino di electro dance. «Qualche mese dopo è stato lui a suggerirmi di scrivere. “Ti vedo spinto” mi ha detto», ha raccontato Trava in un’intervista di qualche tempo fa. Una delle sue prime apparizioni dal vivo, del resto, fu proprio in apertura di un concerto di Fabri Fibra. Alla festa del Fatto quotidiano. I testi del suo mentore, del resto, non sono che editoriali di Travaglio digeriti, semplificati e messi in rima, con l’aggiunta di qualche millanteria su sesso e vita maledetta messa qua e là per stare nel personaggio. Per il resto un bel po’ di qualunquismo e, ovviamente, una specie di sosia di Berlusconi che la faceva da padrone nel video di «Vip in trip», altro singolo particolarmente fortunato. Poteva Fibra non andare d’accordo con i Travaglio?