Maurizio Stefanini, Libero 28/3/2015, 28 marzo 2015
UN ESAME PSICOLOGICO ALL’INIZIO DOPO IL BREVETTO NIENTE PIÙ TEST
È possibile che un pazzo diventi pilota e venga messo alla guida di un aereo? In teoria, no. Ma se uno impazzisce dopo aver preso il brevetto? A quel punto, al momento, non ci sono rimedi. Non è che a Andreas Lubitz non si fossero fatti controlli obbligatori, o li si fossero fatti male. Semplicemente, in base alle disposizioni internazionali che sono emanate in Europa dell’Easa (Autorità Europea per la Sicurezza dell’Aviazione), l’unico esame psicologico obbligatorio per un pilota è quello che si deve fare all’inizio. In seguito, ci sono controlli di efficienza fisica piuttosto frequenti: almeno una volta all’anno, e dopo i 60 anni di età almeno una volta ogni sei mesi. Se un problema psicologico emerge chiaramente, ci sono interventi anche su quel fronte. Ma bisogna che qualcuno se ne accorga, e lo segnali. Se il pilota riesce a tenersi dentro di sé la sua follia, nessuno interverrà. Sono stati gli stessi vertici della Lufthansa ad ammetterlo in conferenza stampa. «Dopo la conclusione dei corsi di addestramento e formazione non sono previsti nuovi test psicologici per i piloti. Solo esami e controlli medici per verificare periodicamente le capacità di volo, ma non i test psicologici». E non è una cosa solo tedesca, ma mondiale. In Italia sono tre i centri aeromedici cui il primo rilascio della licenza è demandato dall’Enac: l’autorità nazionale della sicurezza per l’aviazione civile corrispondente nostrana dell’Easa. Sono gestiti dall’Aeronautica Militare, e stanno a Milano, a Roma e a Bari. Lì è previsto un esame psicofisico, che secondo la gran parte delle testimonianze circolanti è piuttosto accurato. Poi per le visite successive ci si può rivolgere anche a centri medici non militari, anche se sempre con riconoscimento ufficiale. In molti ritengono che comunque in Europa questo tipo di controlli è più fiscale che negli Usa, anche perché lì i costi delle scuole di volo sono la metà: 30.000 euro invece di 60.000. In molti dunque prendono il brevetto negli Usa e poi se lo fanno convertire in Europa, lo stesso Lubitz aveva frequentato una scuola a Phoenix in Arizona, ma sia in Europa che in Nord America o in altre parti del mondo non sono previsti più esami psicologici obbligatori dopo quello iniziale. Solo un questionario psicosomatico, ma a carattere meramente informativo. C’erano invece una volta i Pag: Pilot advisory group, con l’assistenza di psicologi e altro personale specializzato, per problemi familiari, depressione, uso di droghe, o qualunque altra cosa. Non erano obbligatori, ma ci si poteva rivolgere su base volontaria. Ma l’Alitalia lo ha soppresso una decina di anni per tagliare i costi, seguendo una linea generale.