Andrea Malan, Il Sole 24 Ore 28/3/2015, 28 marzo 2015
IL RISCHIO DEI MAXI RISARCIMENTI PESA SULLE COMPAGNIE ASSICURATRICI
Quanto costerà a Lufthansa la tragedia del volo Germanwings 4U9535? E quanto pagheranno i suoi assicuratori? Le stime sono numerose e le certezze ancora poche (anche l’ipotesi del suicidio del copilota, quella più accreditata, dovrà reggere alle conclusioni dell’indagine). In ogni caso il processo potrebbe durare fino a 10 anni.
Vediamo i punti fermi. La copertura assicurativa delle compagnie aeree per eventi simili è divisa in due: quella per la perdita dell’aereo e quella per la responsabilità verso i passeggeri. Nel caso in questione, entrambe le parti fanno capo a un consorzio di assicuratori guidato dal colosso tedesco Allianz; come spiega Boersen-Zeitung, la parte Kasko dei danni all’aereo è poi trasferita a un altro gruppo assicuratore guidato dall’inglese Cathedral. L’Airbus A320, età 24 anni, era assicurato per circa 6 milioni di euro, che secondo alcune fonti sarebbero stati già pagati.
L’accertamento delle responsabilità sarà fondamentale per dare una cifra alla parte di gran lunga più rilevante del risarcimento: quella ai familiari delle vittime. La Convenzione di Montreal, che regola il trasporto aereo internazionale, stabilisce che i parenti delle vittime hanno diritto all’equivalente di circa 127mila euro a persona (18 milioni di euro complessivi, nel caso Germanwings); ferma restando la possibilità di citare in giudizio la compagnia aerea e/o il costruttore del velivolo.
I risarcimenti effettivi dipenderanno dall’eventuale grado di responsabilità della compagnia; secondo Kevin Durkin, avvocato di Clifford Law a Chicago, «se i parenti dovessero chiedere di più starebbe a Germanwings provare che non è l’unica responsabile dell’accaduto». Due i punti più rilevanti. Il primo è il fatto che il copilota sia rimasto solo in cabina: secondo Justin Green, partner dello studio Kreindler & Kreindler, «anche se non sussisteva un obbligo di co-presenza, si tratta di un rischio noto alla compagnia, poiché ci sono precedenti». Il secondo è l’eventuale negligenza nei controlli sulle condizioni e la storia medica di Andreas Lubitz. Eventuali processi in sede civile potrebbero durare anni: nel caso del volo Egyptair New York-Cairo precipitato nel 1999 (anch’esso un caso sospetto di suicidio) c’era ancora una causa aperta nel 2010; nella maggior parte dei casi le compagnie aeree preferiscono arrivare a una transazione prima della sentenza. I risarcimenti variano poi in misura significativa in relazione - per esempio - al reddito dei deceduti ma anche alle normative dei singoli paesi. Le cause possono essere infatti intentate in Germania, dove ha sede Germanwings, o nei paesi dei singoli passeggeri.
James Healy-Pratt, avvocato dello studio Stewarts Law a Londra, stima la probabile compensazione a carico della compagnia «nell’ordine dei 350 milioni di dollari» (poco più di 2 milioni di euro a passeggero, ndr). Altri esperti parlano di cifre più basse: Insurance Insider, una pubblicazione di settore, scrive che la media potrebbe essere inferiore al milione di euro, per un esborso totale di meno di 150 milioni. Anche nel caso in cui si confermasse l’ipotesi del suicidio e venisse accertata una negligenza nei controlli da parte della compagnia, sarebbero comunque gli assicuratori a pagare; e considerato insieme ai disastri del 2014, l’incidente Germanwings potrebbe contribuire a spingere verso l’alto i premi assicurativi nel settore.
Secondo i Lloyds di Londra, l’anno scorso la perdita dei due aerei della Malaysian Airlines e gli scontri armati all’aeroporto di Tripoli sono costati complessivamente 310 milioni di sterline (oltre 420 milioni di euro), una cifra che ha contribuito a portare in rosso i conti dei Lloyds per il secondo anno consecutivo. L’anno scorso Dieter Wemmer, del consiglio d’amministrazione di Allianz, dichiarò che lo schianto del volo MH17 in Ucraina sarebbe costato alla compagnia da 20 a 30 milioni di euro.
Andrea Malan, Il Sole 24 Ore 28/3/2015