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 2015  marzo 28 Sabato calendario

L’OPA FANTASMA NON PROCEDE, MEGLIO CAMBIARE PIANI E OBIETTIVI

Sotto il profilo tecnico, la richiesta di «maggiori informazioni» presentata dalla Consob ai vertici di Ei-Towers non è certamente uno «stop all’Opa» sulle torri di Raiway: l’Authority, che ha 15 giorni di tempo per esaminare un prospetto d’Opa e quindi decidere se approvarlo o respingerlo, non ha fatto altro che fermare le lancette dell’orologio in attesa delle nuove informazioni, così da garantire alla società un esame completo dei documenti nel pieno rispetto dei tempi fissati dalla legge. Sul piano pratico, però, la situazione è ben diversa. I chiarimenti che vuole la Consob non riguardano nuovi dati o informazioni tecnico-finanziarie da inserire nella bozza del prospetto sotto esame, ma qualcosa di molto più sostanziale e persino «politico»: l’esistenza di un negoziato segreto tra le parti in causa - Governo, Rai e Mediaset - per arrivare a un’alleanza, a una fusione o a un’integrazione industriale tra RaiWay e EiTowers in una forma alternativa a quella presentata finora al pubblico e al mercato. Fin dal giorno dell’annuncio, del resto, l’offerta di Mediaset è sembrata fatta apposta per essere bocciata: innanzitutto per la richiesta del controllo totale su RaiWay, possibilità esclusa dal Dpcm che obbliga la Rai a detenere il 51% del capitale dell’operatore delle torri, ma anche per aver subordinato l’efficacia dell’offerta a un’autorizzazione dell’antitrust che non sarebbe mai arrivata, vista la chiara posizione dominante che avrebbe avuto sul mercato la società risultante dalla fusione tra RaiWay e Ei-Towers. Non solo. Dopo i dubbi del primo giorno, sono arrivati quelli del secondo e delle settimane seguenti: dichiarazioni di apertura a un compromesso con il Governo da parte dei vertici di Ei-Towers, voci di negoziati paralleli già avviati per creare una società paritetica o addirittura indipendente con l’ingresso di un terzo socio (si è parlato di un intervento della Cdp), ma anche prese di posizione pubbliche in cui la stessa Ei-Towers esorta il proprio azionista Mediaset a rinunciare al controllo per garantire alla società una gestione indipendente del business e l’assenza di conflitti di interesse. Il tutto, mentre il Governo ha continuato a escludere la possibilità di modifiche al vincolo del 51% nel controllo pubblico di RaiWay.
Anche per chi non ha lavorato in Borsa o alla Consob, l’opacità della situazione che si è così venuta a creare è evidente. L’Authority si è trovata di fatto ad esaminare un prospetto in cui non solo si delineava un’operazione impossibile, ma che di fatto forniva al pubblico informazioni irrealistiche o comunque viziate dalla possibilità di negoziati segreti o paralleli in corso tra i diversi soggetti. Ecco quindi spiegata la logica della sospensiva dell’esame «in attesa di informazioni»: far sapere al mercato in modo definitivo se Mediaset ha obiettivi diversi da quelli comunicati finora, se intende produrre un nuovo prospetto o modificare l’esistente, o se è lo stesso governo a difendere la linea dura in pubblico per poi trattare dietro le quinte con l’azienda di Berlusconi. E in questo senso, la richiesta della Consob ha indubbiamente anche un valore politico.
Detto questo, toccherà ora a Ei-Towers e ai suoi azionisti decidere il da farsi: con la richiesta della Consob, più che legittima, si chiuderanno presto gli spazi per le allusioni, gli ammiccamenti e i giochi di parole, buoni per la speculazione in Borsa ma non certo per l’interesse del Paese o del mercato radio-televisivo. Nessuno contesta l’idea di creare un operatore forte nel settore delle torri - sia per quelle televisive ma soprattutto per quelle delle Tlc, dove viaggerà la futura banda larga - ma non sulle basi che sono state finora proposte. Lo stop della Consob potrebbe quindi fornire l’occasione a tutte le parti per azzerare la discussione e riavviarla su basi nuove, dove l’interesse pubblico è garantito quanto quello dei privati e del settore attraverso forme di governance che garantiscano indipendenza operativa, investimenti e visione di lungo periodo nelle scelte tecnologiche importanti per la crescita dell’intero Paese. Oggi si discute di torri per la tv, ma domani i segnali televisivi viaggeranno probabilmente in streaming su Internet e su reti a banda larga: lo sa bene Telecom Italia, che proprio in questi giorni sta procedendo spedita nel piano di scorporo delle proprie torri in vista di un’alleanza o di una loro quotazione in Borsa. Ebbene, poche settimane fa gli spagnoli di Abertis hanno comprato le torri di Wind con un’offerta che ha battuto di gran lunga quella di Ei Towers. Chi può escludere che ora non facciano lo stesso con torri di Telecom? La possibilità è concreta. Con lo stop all’Opa su RaiWay, Mediaset e il Governo hanno l’occasione per discutere un piano a raggio più ampio inserendo anche Telecom, così da creare un vero polo nazionale dei ripetitori per radio, tv e telefonia. La convergenza non deve riguardare solo i segnali, ma soprattutto i grandi obiettivi di interesse nazionale.
Alessandro Plateroti, Il Sole 24 Ore 28/3/2015