Celestina Dominelli, Il Sole 24 Ore 28/3/2015, 28 marzo 2015
RAI WAY, LA CONSOB «CONGELA» L’OPAS
ROMA
La Consob congela, in attesa di chiarimenti, l’iter dell’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Ei Towers sulla controllata di Viale Mazzini, Rai Way. Ieri è stata la stessa società del Biscione, in un comunicato, a rendere nota la decisione dell’Authority presieduta da Giuseppe Vegas che vuole vederci chiaro sul tentativo di scalata alle torri Rai. In sostanza, la commissione si è avvalsa dei poteri concessi dall’articolo 102 del testo unico della finanza, in base al quale la Consob, nel caso in cui abbia bisogno di ulteriori ragguagli, può sospendere la tabella di marcia e, da quel momento, la società ha quindici giorni di tempo per replicare, facendo poi ripartire la clessidra. La risposta di Ei Towers dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana e, a quel punto, ricominceranno a girare le lancette per arrivare al verdetto della Consob che ha quindici giorni di tempo dalla notifica dell’operazione prorogabili di ulteriori quindici. Fino allo stop, ne erano trascorsi nove. In altri termini, dunque, il responso potrebbe arrivare già a ridosso di Pasqua, se si decidesse di non ricorrere al secondo tempo.
Ma perché la Consob è intervenuta? Il faro della commissione si è acceso su due tasselli emersi tra le pieghe del comunicato, peraltro sollecitato dalla stessa, alla vigilia dell’assemblea straordinaria che ieri ha deliberato, con un via libera forte dei fondi d’investimento presenti in assise (si veda altro articolo in pagina), l’aumento di capitale da 373,9 milioni di euro(si veda altro articolo in pagina) al servizio dell’Opas articolata su due binari (in parte cash, con la ricapitalizzazione, appunto, e in parte con scambio azionario). Vegas e i suoi vogliono infatti capire se la società sta lavorando a un “piano B” che, bypassando in qualche modo l’offerta d’acquisto, punti a costruire un’alleanza “amichevole” con Rai Way per arrivare alla creazione di un operatore unico delle torri tv.
Una volontà più volte emersa dai rumors registrati nelle ultime settimane, ma che la società del Biscione ha di fatto messo per iscritto, seppure in modo molto soft, nella nota di tre giorni orsono. Dove, dopo aver ribadito le sinergie e i benefici associati all’operazione, la controllata Mediaset si dice «disponibile» ad avviare quanto prima un dialogo con Rai Way e Rai e apre poi, in presenza di determinate garanzie, a «percorsi alternativi». Ergo, una partecipazione di minoranza che però non pregiudichi gli obiettivi che, sotto il profilo della governance e del valore industriale dell’integrazione, l’Opas si prefigge di raggiungere.
Ed è proprio su questi due aspetti che si è fermata la lente della Consob anche perché i riferimenti alla volontà di avviare un confronto e ad altri percorsi per l’offerta non erano così chiaramente esplicitati nella bozza di prospetto informativo attualmente al vaglio dell’Authority, che rispecchiava la nota con cui è stata annunciata l’Opas e che confermava, fatta comunque salva la possibilità di modificarle o rinunciarvi in corsa, sia l’asticella minima del 66,7% del capitale che il via libera incondizionato dell’Antitrust tra le condizioni da centrare per ritenere raggiunto l’obiettivo. Due paletti che, allo stato, vista la previsione contenuta nel Dpcm del governo (che impedisce alla Rai di scendere sotto il 51%) e il provvedimento di avvio dell’istruttoria dell’Agcm, che lascia intravvedere diversi profili di rischio concorrenziale collegati all’operazione, risultano di difficile realizzazione.
Ieri comunque l’ad di Ei Towers, Guido Barbieri, ha in qualche modo anticipato il senso della risposta che, come detto, sarà inviata con molta probabilità già all’inizio della prossima settimana. Ma non è escluso che possa esserci un nuovo faccia a faccia tra i vertici della società e gli uffici della commissione. «La sospensione - ha detto il ceo rassicurando i soci - è assolutamente fisiologica, è prevista dalla legge ed è spiegabile con il fatto che ad ora Rai e Rai Way non si sono ancora espresse sul progetto». Poi ha lanciato due chiari messaggi. Il primo alla “preda”, non al Governo «che non è l’interlocutore corretto» e non alla Rai anche se è «da valutare la necessità» di parlarci: «A breve prenderemo contatti con la società. Auspichiamo che Rai Way risponda e dica la sua nel merito del progetto industriale». Il secondo, invece, alla controllante Mediaset affinché contempli anche un assetto in cui tutti gli attori facciano un passo indietro pur di assicurare la nascita di un maxi-polo indipendente delle torri. «Non ho elementi per rispondere in modo razionale, spero lo prendano in considerazione, è uno scenario auspicabile».
Pur di vedere realizzate le nozze, Ei Towers sembra qundi disposta a percorrere strade altrnative, anche se ufficialmente l’Opas resta in piedi e Barbieri la difende a spada tratta anche rispetto all’eventualità di una quota di minoranza, su cui non chiude ma solo a determinate condizioni. «La soglia logica è quella del controllo di diritto, quindi del 51%. Di sicuro non è accettabile uno scenario del 49% senza garanzie di governance e di gestione». Insomma, i termini per giocare la partita su un altro tavolo sono chiari, ma, almeno per il momento, la controparte è silente anche se, si ricorderà, a più riprese il presidente di Rai Way, Camillo Rossotto, non aveva mancato di sottolineare la valenza industriale di una eventuale integrazione, sponsorizzata anche dal mercato e dalle banche d’affari. Ma le modalità scelte dalle parti di Cologno Monzese hanno spiazzato tutti e allontanato, almeno finora, la possibilità di un matrimonio consensuale tra le due società.
Celestina Dominelli, Il Sole 24 Ore 28/3/2015