Chiara Beria Di Argentine, La Stampa 28/3/2015, 28 marzo 2015
IL VOLONTARIATO FLESSIBILE DI ODILE, MAURO E GLI ALTRI
Che cosa unisce Mauro a Odile? «A 50 anni mi sono ritrovato disoccupato. Lavoravo in amministrazione alla Sarma, una ditta d’impiantistica; avevamo molte commesse con enti pubblici», racconta Mauro Saraino. «Poi, il vortice: i debitori non pagavano, niente soldi per gli stipendi e le banche ci hanno messo del loro. L’anno scorso, il fallimento: 100 dipendenti a casa. Per fortuna, non ho figli, da tempo ho finito di pagare il mutuo per la casa, e avevo qualche risparmio. Cosa faccio? Non posso rinchiudermi, ho pensato. Un amico mi ha parlato di MilanoAltruista, onlus fondata da Odile Robotti, donna con una energia pazzesca. La sua idea? Servirsi della Rete per creare un ponte tra chi ha voglia di aiutare gli altri ma ha poco tempo o non sa come essere utile e le associazioni, coop sociali, case d’accoglienza, insomma le tantissime realtà di volontariato che operano in città. Mi occupo del sito (www.milanoaltruista.org), incontro soprattutto le piccole associazioni - sono loro che fanno la differenza - che più hanno bisogno di volontari; preparo annunci e locandine per i loro progetti ed eventi. Sacrifici? Certo. Per sopravvivere mi sono messo a fare l’amministratore del mio condominio e spero di trovarne altri da gestire. Però non voglio mollare il volontariato che mi ha fatto incontrare gente incredibile. C’è chi si prende cura degli anziani soli appena usciti dagli ospedali, chi porta pasti ai poveri e chi un sorriso ai bambini malati ma anche chi trova una casa per gatti abbandonati. Ho scoperto un mondo che non immaginavo. Milano - da questo punto di vista - è una città fantastica».
Prof all’università San Raffaele, signora dall’eccellente curriculum & carriera (laurea e master in Bocconi, phd in psicologia all’università di Londra, lavoro in McKinsey e Ibm prima di fondare la Learning Edge, società di formazione manageriale), Odile Robotti un bel giorno decise che voleva dedicare un po’ del suo prezioso tempo agli altri. Domando: come mai? Ride. «Sarà stata la crisi della mezza età! Andai su Internet a cercare alla voce volontariato: un disastro. Impossibile orientarsi e, poi, ho trovato ostacoli persino per servire in una mensa per poveri! Troppi problemi culturali e organizzativi. Ho capito che bisognava aprire le porte a un volontariato flessibile. Prendersi cura di chi è in difficoltà è una formidabile esperienza persino se fatta in dosi omeopatiche. D’altra parte con la crisi molte onlus hanno visto aumentare a dismisura le richieste e ciascuno, anche con poco, può dare un prezioso aiuto». Negli Stati Uniti la determinata signora contatta «Hands On» (il gigantesco network che opera in 250 città con 2 milioni e mezzo di volontari). Sono loro a incoraggiarla e, nel 2010, con un team d’amici - le manager Marina del Bue e Valeria Monti e Paolo Colonna, presidente del fondo Permira - crea MilanoAltruista. Marina Salamon, generosa imprenditrice, offre uno spazio per la sede nel palazzo della Doxa. E’ lì che a luglio Mauro incontra la Odile e con il volontariato ritrova voglia di vivere.
Qualche dato. A MilanoAltruista si sono registrati 7 mila aspiranti volontari, ogni anno mille offrono un po’ del loro tempo; le associazioni che hanno aderito sono 250: dalla Casa della Carità di don Colmegna ai volontari di «Mia» che, ogni domenica sera, in piazza Affari servono ai clochard un pasto portato da casa. Quelli di «Handicap su la testa!» si occupano di giovani con disabilità mentali, quelli di «Tutti i Mondi» fanno il doposcuola agli immigrati. C’è chi porta a spasso e al cinema degli handicappati e delle signore che stirano i panni dei malati di Aids della casa alloggio A77. Basta un clic per offrirsi anche per impegni più lievi. Da oggi e per alcuni sabati una squadra di volontari che hanno risposto all’appello di «Orticola» rastrellerà la ghiaia nei viali del giardino dedicato a Indro Montanelli; con loro ci saranno ragazzi stranieri ospiti all’Opera San Francesco. Racconta Odile: «Bologna, Trieste e RomaAltruista. Siamo approdati in altre città. Fare volontariato e farlo in gruppo è un modello sociale». Restituire, restituire. Altro che fermarsi alla Milano 1992!
Chiara Beria Di Argentine, La Stampa 28/3/2015