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 2015  marzo 28 Sabato calendario

ATENE, C’È IL PIANO DI RIFORME RISPARMI PER OLTRE 3 MILIARDI

Lo hanno spedito ieri, il piano più atteso dell’anno. In anticipo sui tempi e, stando alle fonti ufficiali greche, con un indice di diciotto misure che per il 2015 dovrebbero portare un beneficio da 3-3,5 miliardi nelle disastrate casse della Repubblica ellenica. «Se è partito è anche arrivato», commentano alla Commissione, dove la cautela regna sovrana. I tecnici Ue dovrebbero cominciare a studiarlo già oggi insieme con Bce e Fmi. Se lo troveranno compatibile con le attese, daranno il via alla riunione di un Eurogruppo che potrebbe decidere di staccare un primo assegno con cui impedire a Atene di fare bancarotta. Potrebbe succedere lunedì o martedì. Sempre che Alexis Tsipras abbia tenuto fede alla promesse fatte. I fatti finiscono qui. Il resto è tattica, polemica, rumore. La stampa greca cita una fonte governativa che avverte dalla decisione di non rimborsare i creditori qualora il piano di riforme non sia rispettato. Smentita. Ripescata da «Liberation», vola anche la voce di una possibile introduzione di controlli ai movimenti dei capitali, circostanza che - se unilaterale - oltre a spaventare i mercati sarebbe in aperto contrasto con la dottrina Ue. Secca smentita anche qui.
Sarebbe il momento di fare chiarezza e l’auspicio è che il fine settimana sia risolutivo. Il premier Tsipras ha assicurato che l’ultima lista contiene provvedimenti destinati a favorire gli investimenti esteri, a aumentare le entrare fiscali attraverso la lotta all’evasione e a riformare la giustizia. In compenso ha escluso tagli a salari e pensioni, sebbene si ipotizzi un riassetto dei fondi previdenziali. «Non faremo operazioni recessive», assicura una fonte governativa. Non è noto se ci siano privatizzazioni e interventi sul mercato del lavoro. Il calendario è serrato. Atene deve rimborsare 450 milioni il giorno 9 al Fondo Monetario Internazionale; poi ci sono 1,4 miliardi di bond in scadenza da rinnovare il 14. Fatto questo, senza aiuti andrebbe in rosso di due miliardi, mentre l’estensione del salvataggio a giugno decisa il 20 febbraio potrebbe portare all’erogazione di 7,2 miliardi, magari anche a rate.
Non sorprende che Jens Weidmann, presidente-falco della Bundesbank, non sia di buon umore. «Non accetto la scusa che sono sotto stress di bilancio - ha detto al tedesco Focus - si stanno giocando una buona parte della loro fiducia». Avrebbe chiesto a Berlino di essere più duri coi greci. La risposta, almeno per ora, risulta essere stata negativa.
Marco Zatterin, La Stampa 28/3/2015