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 2015  marzo 28 Sabato calendario

EXPORT DI ARMI, LA CINA SORPASSA LA GERMANIA E FA UN BALZO DEL 143% IN SOLI CINQUE ANNI

La Cina guadagna posizioni nell’export di armi, che diventano sempre più sofisticate: ora si trova al terzo posto a livello mondiale, dietro Stati Uniti e Russia. Lo scarto è ancora notevole: gli Usa rappresentano il 31% della torta globale e la Russia il 27% rispetto al 5% di Pechino.
Ma la quota di mercato è più che raddoppiata nell’ultimo decennio e, soprattutto, le esportazioni sono balzate del 143% tra il 2009 e il 2014.
Numeri importanti, dunque, mentre le importazioni di armamenti sono in continua flessione. La Cina era il principale acquirente di armi dall’estero tra il 2005 e il 2009 mentre ora si trova al terzo posto in questa classifica: il calo è stato del 42%. Gli esperti dell’Istituto di ricerca internazionale sulla pace di Stoccolma spiegano che l’equipaggiamento venduto attualmente dai cinesi è molto migliore rispetto a 10-15 anni fa. Così i clienti, che tradizionalmente si rivolgevano alle aziende americane e russe per soddisfare la loro domanda, ora guardano anche all’ex Celeste impero con l’opportunità di acquistare strumenti di qualità simile, ma a prezzi notevolmente più bassi.
Sul fronte delle vendite Bangladesh, Pakistan e Myanmar coprono circa due terzi del fatturato. Ma ultimamente anche l’Africa è diventata uno sbocco di primaria importanza, dove le armi cinesi vengono consegnate a 18 nazioni. Pure la Turchia è entrata nell’orbita di Pechino: erano state avviate le trattative per un contratto da 3,4 miliardi di dollari (3,1 mld euro) relativo a un sistema di difesa missilistico, anche se poi le negoziazioni non sono andate a buon fine. Questo, comunque, mostra la forza acquisita sul mercato globale dal colosso asiatico.
Le aziende cinesi approfittano sempre più delle fiere internazionali del settore per farsi conoscere e proporre i loro armamenti. Il mese scorso in molti hanno affittato uno stand alla rassegna Idex svoltasi ad Abu Dhabi. I gruppi di proprietà statale vantano, tra i loro prodotti, il sistema avanzato di difesa antiaerea e antimissile FD-2000 che è stato concepito per colpire un velivolo in un raggio d’azione di 125 chilometri. A questo si aggiunge il drone armato Wing Loong, che assomiglia all’aereo americano senza pilota General Atomics Reaper impiegato nelle operazioni in Iraq e Afghanistan.
Fatto sta che proprio a Washington cominciano a preoccuparsi per l’avanzata della Cina: non tanto per la sua capacità di offrire armi sempre più competitive, quanto per l’incremento nell’export. La concorrenza comincia a farsi sentire e potrebbe, col passare del tempo, insidiare la predominanza di Usa e Russia.
Quanto alla Germania, scesa in quarta posizione, tra il 2009 e il 2014 le esportazioni sono crollate del 43%. Le procedure di vendita di armi oltreconfine sono state soggette a una serie di restrizioni. Ora, per esempio, Berlino appare più riluttante nei confronti dei clienti sauditi e ad approfittarne è la Svezia, che nei giorni scorsi ha siglato un accordo di cooperazione militare con la nazione mediorientale. Il Regno Unito e gli Usa rimangono i principali fornitori della monarchia retta dal re Salman.
Ettore Bianchi, ItaliaOggi 28/3/2015