Paolo Biondani, L’Espresso 27/3/2015, 27 marzo 2015
SMEMORATI DI MANI PULITE
Un PAESE SENZA MEMORIA, al punto che la storia di Tangentopoli sembra averla dimenticata perfino chi l’ha scritta. Mario Chiesa è stato il primo arrestato di Mani Pulite, l’inchiesta che vent’anni fa ha travolto il vecchio sistema dei partiti. L’ingegnere socialista era presidente di un grande ospizio milanese quando fu ammanettato dai carabinieri, il 17 febbraio 1992, con una tangente di 7 milioni di lire (3500 euro). Quella bustarella segnò l’inizio del terremoto legale che nel successivo biennio ha portato i pm milanesi a ottenere ben 1.233 condanne per corruzione e reati collegati.
Nel febbraio scorso Chiesa ha fatto un ricorso civile per bloccare la serie televisiva “1992” in programma su Sky: la trama ispirata a Tangentopoli lo avrebbe «gravemente diffamato», protestava il suo avvocato, definendo «falsa» la scena dell’arrestato che si disfa di una mazzetta gettandola nel water.
Ora “l’Espresso” ha recuperato gli storici verbali di Chiesa, scoprendo che proprio lui, nella prima confessione fiume del 23 marzo 1992, rivelò quell’episodio all’allora pm Antonio Di Pietro: «Due ore prima dell’arresto, il geometra M. mi diede altri 37 milioni di lire. Tale somma non fu rinvenuta nella perquisizione in quanto si trovava in una borsa nera, in una busta, che nascosi nella giacca e poi gettai nel bagno». Parola di smemorato di Mani Pulite.