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 2015  marzo 27 Venerdì calendario

NOI «Per arrivare a quello che piace a me ci vuole un grande lavoro e vanno tolti molti “io” per metterci molti “noi”

NOI «Per arrivare a quello che piace a me ci vuole un grande lavoro e vanno tolti molti “io” per metterci molti “noi”...» (Zdenek Zeman). INTERVALLO «I giocatori erano tutti seduti con la testa bassa, e io ordinai loro di alzarla perché avevano lavorato tanto per arrivare fin lì, e non aveva senso arrendersi dopo 45 minuti. Dissi di provare a segnare un gol, perché così la partita si sarebbe riaperta e i nostri tifosi avrebbero fatto il resto. È quello che successe» (Rafa Benitez racconta l’intervallo della finale di Champions Milan-Liverpool vinta in rimonta dagli inglesi). ASPETTATIVE «Cosa provo? Non certo la tensione e l’adrenalina che senti quando sai di poter lottare per la vittoria... Se sono sotto pressione? Non penso neanche di poterla mettere agli altri... La situazione? Non ho risposte da darmi e neppure aspettative» (Marco Melandri, scoraggiato per le prestazioni della sua Aprilia). FIGLI «Dicono che un figlio ti fa andare più piano, io dopo la nascita di Sara nel 2009 vado più forte... Mi ha arricchito e fatto maturare» (Andrea Dovizioso). CONTROLLI «Abbiamo fatto così tanti test che credo di avere a disposizione una vettura strasicura. E non c’è mai stato nella storia della F.1 un pilota più controllato di me dal punto di vista medico, dopo tutti gli esami che ho sostenuto. Saremo tutti e due, io e la vettura, ok» (Fernando Alonso). IMPOSSIBILE «Di impossibile non c’è niente. Difficile non vuol dire impossibile. Noi dobbiamo essere più veloci della Williams e continuare a stare davanti alle Red Bull. Essere la seconda forza è l’obiettivo di partenza. Perché se ai migliori qualcosa dovesse andare storto, sei il primo ad approfittarne» (Sebastian Vettel). REGOLE «F.1 è anche capire le regole tecniche e sportive e cercare di trarne un vantaggio. Normale ci siano delle discussioni. Ma invocare dopo la prima gara un cambiamento delle regole, non me lo aspetto da chi ha vinto 4 Mondiali» (l’ad di Mercedes Toto Wolff in risposta alle richieste della Red Bull dopo il Gran premio di Melbourne). NOME «Chi mi conosce da sempre mi chiama ancora Ron. Per i più giovani sono Metta, in Cina ovviamente Panda’s Friend. Ah, in Medio Oriente World Peace. Magari in Italia me ne invento uno nuovo, ne ho letti un paio sui giornali che mi piacciono» (l’americano Metta World Peace, appena arrivato a Cantù).