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 2015  marzo 26 Giovedì calendario

PININFARINA NEL MIRINO DELL’INDIA

Il colosso indiano Mahindra&Mahindra, maggior costruttore di suv del Subcontinente, è interessato a rilevare la storica casa di design automobilistico Pininfarina, quotata in borsa ma controllata dalla famiglia torinese con il 77%. La notizia, riportata nella mattina di ieri dall’agenzia Bloomberg, ha messo le ali al titolo che è stato sospeso più volte al rialzo, chiudendo la seduta a 5,15 euro, in salita del 26,2%.
Nei fatti in un solo giorno la capitalizzazione della società torinese è cresciuta da 123 a più di 155 milioni.
La borsa insomma ha creduto all’operazione, nonostante il no comment dietro il quale si è trincerata la casa piemontese. I rumor, infatti, indicano che colloqui sono in corso e la chiusura dell’accordo potrebbe non essere lontana nel tempo. Va inoltre ricordato come Pininfarina collabori già con il costruttore indiano nello sviluppo di suv oltre che di una vettura sportiva con motore elettrico di nome Halo.
Qualora dovesse andare in porto, la cessione di Pininfarina a Mahindra&Mahindra rappresenterebbe un ulteriore colpo alla storia della filiera automobilistica italiana dopo il recente annuncio di un possibile passaggio del controllo di Pirelli ai cinesi di ChemChina. In questo quadro una certa preoccupazione è stata sollevata ieri dalle organizzazioni sindacali che hanno fatto notare, nella persona di Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom, come già da anni la Pininfarina abbia ridimensionato le attività e il numero degli occupati.
Infatti è dalla scomparsa, nell’estate del 2012, di Sergio Pininfarina, figlio del fondatore Battista «Pinin» Farina, che l’azienda ora in mano al figlio Paolo non versa in buone condizioni finanziarie. Tanto che la quota della famiglia nella società è in pegno agli istituti di credito. Negli ultimi 11 anni la società ha chiuso dieci bilanci in rosso; nel 2014, in particolare, Pininfarina ha riportato una perdita di 1,3 milioni, in netto miglioramento rispetto al rosso di 10 milioni, oltre a ricavi in crescita da 79,8 a 86,6 milioni. Nonostante ciò, come ha spiegato la stessa società nella nota che ha accompagnato il bilancio 2014, le stime per «l’esercizio 2015 indicano che il livello del covenant sull’ebitda, previsto per il 2015 dall’accordo di riscadenzamento in essere, sarà difficilmente raggiungibile». Inoltre sempre la stessa nota ha spiegato che «le aspettative sull’andamento economico a livello consolidato dell’esercizio 2015 indicano un valore della produzione in linea rispetto al dato consolidato del 2014 e un risultato operativo negativo. La posizione finanziaria netta a fine 2015 è prevista in peggioramento rispetto al dato del 2014, a causa soprattutto della dinamica del capitale circolante e del cumulo degli oneri finanziari figurativi conseguenti alla valutazione delle passività finanziarie».
Nei programmi di Mahindra & Mahindra l’acquisizione di un brand come Pininfarina, conosciuto in tutto il mondo come sinonimo di stile, può tornare molto utile in quanto la società indiana ha tra i marchi in portafoglio il brand Ssangyong presente nel segmento suv anche nei mercati occidentali. Mahindra, che l’anno scorso ha comprato Peugeot Motocycles e nel 2011 Ssangyong Motor, dispone inoltre di circa 82,6 miliardi di rupie indiane, ovvero 1,2 miliardi di euro, di liquidità in cassa o disponibili per ulteriori investimenti
Luciano Mondellini, MilanoFinanza 26/3/2015