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 2015  marzo 26 Giovedì calendario

MARC IL VETERANO: «LA PRESSIONE? HO UNA GRAN MOTO E PIU’ ESPERIENZA»

Ragazzi, poca caciara che dobbiamo cominciare. La conferenza della prima è un po’ speciale, non solo perché, al contrario del solito, va in scena al mercoledì: la notte nel deserto qatariano obbliga a spalmare il programma del gran premio su quattro giorni. Meglio avere un giorno in più per capire e metabolizzare l’inverno senza moto: «Troppo lungo, da Valencia (fine novembre, n.d.r. ) a oggi» dice Carmelo Ezpeleta, gran capo della Dorna. Ha perfettamente ragione, ma il calendario lo fa lui, con chi se la vuole prendere?
COMUNELLA Valentino se la sorride con Marc, Lorenzo parla fitto con Aleix Espargaro, dando rigorosamente le spalle all’avversario numero uno, Dovizioso e Crutchlow confabulano forse dei tempi passati, da compagni di squadra. Poi si inizia a parlare e Marquez ride solo quando le domande toccano a lui. Parla Jorge e inizia a guardarlo fisso… Sembra, perché in effetti lo «trapassa» con lo sguardo, come se stesse pensando ad altro. Chi gli sta a fianco rivela è che un po’ stanco di queste procedure, delle interviste senza sorprese. Sicuramente si eccita di più per il nuovo casco, la tabella di segnalazione ridisegnata, il cappellino con grafica diversa. Robe da piloti, pignoli fino alla mania.
Serenità Lo sa che quelli che ha lì accanto – ma anche tutti gli altri nel paddock – lo vorrebbero «sbranare». Rompere il digiuno che dura da due anni di fila. Lo sa e lo esorcizza. «Io sto meglio dell’anno scorso, più rilassato. L’anno scorso ero qui, mezzo infortunato e senza certezze. Avevo saltato due test per la lesione alla caviglia. Invece adesso sto bene, ho provato la scorsa settimana e so che la mia moto è a posto». Ma non è solo questo. Anche di testa è un passo avanti. «L’anno scorso era la prima volta che difendevo il titolo, mi dovevo riconfermare. Adesso so esattamente cosa succederà e ho anche più esperienza per gestire le situazioni che si possono presentare. E poi adesso ho 22 anni (beato lui, solo Viñales e Miller, con 20, sono più giovani, n.d.r. ) e anche come uomo sono più maturo».
Concretezza Marc non è Vettel, che dà il nome alle sue monoposto, ma per il giochino di un giornalista francese trova il soprannome per la sua Honda. «La vostra moto in una parola», chiede. «Bianca (sigh…)», dice Crutchlow; «Veloce», Dovi; «Agile», Valentino; «Morbida», Jorge; «Piccola», Espargaro. E Marquez? Magari un po’ ruffiano per il nuovo sponsor, è lapidario: «Un toro!». Gli servirà come aiuto per la rincorsa che ha davanti. «Sarà perché è la prima gara, ma tutti sono eccitati. Gestire i duelli a due è più facile, ma quelli di gruppo sono più divertenti. E qui credo che sarà una gara con 4-5 pretendenti. Ma queste prime gare sono un po’ particolari. Cominceremo a capire bene la situazione quando torneremo in Europa (Jerez, inizio maggio, n.d.r. ). La Ducati va forte, ma continuo a pensare che i miei veri avversari per il Mondiale saranno le Yamaha e il mio compagno di squadra».