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 2015  marzo 26 Giovedì calendario

DAL CANE GUNTHER AL BRACCO, ORA TOCCA AL COMPAGNO VENEZIANI

C’è sempre un cane nei destini dell’Unità. Prima, al tempo dell’Unità di Renato Soru, si trattava del cane più ricco del mondo, il pastore tedesco Gunther , proprietario del Gunther Reform Holding amministrato da Maurizio Mian. Nel tempo l’alleanza tra Mian e Matteo Fago è saltata fino alla messa in liquidazione della società. Quello attuale è anch’esso un cane di ottima razza, un bracco italiano, molto elegante, intelligente, affabile. È di Guido Veneziani, e gira liberamente per gli ampi uffici del nuovo magnate dei media che sta per rilevare l’Unità dopo un accordo sindacale che garantirà a 25 giornalisti (su circa 60) di rientrare al lavoro.
Il cane di Veneziani non avrà voce in capitolo negli affari del padrone e non è intestatario di nulla. Rappresenta una vera e propria mascotte aziendale ostentata con orgoglio dal suo proprietario che, con la vicenda del quotidiano di Gramsci, si è messo in testa di occupare il suo posto al sole nel panorama editoriale italiano.
Veneziani è un cinquantenne torinese (ma nato a Reggio Calabria) che, dice chi lo ha conosciuto, è simile a un altro editore rampante, Umberto Cairo. Con lui ha lavorato nel 1996, lasciandolo dopo qualche anno per mettersi in proprio. Prima di Cairo ha cercato di rilevare La7, senza riuscirci. Come Cairo nasce nel mondo della pubblicità, si mette in proprio, fonda un periodico dopo l’altro, si allarga alla tv fino a cercare la ribalta nazionale con il rapporto organico con il Pd di Matteo Renzi. Un imprenditore aitante, tatuato, molto sicuro di sé, pronto alla battuta. La sua Spa ha una Porsche e una Aston Martin. Se hai un appuntamento con lui all’ora di pranzo, dal sesto piano degli uffici di via della Chiusa a Milano, dietro l’elegante San Lorenzo, si sale al settimo dove c’è un tavolo apparecchiato con uno chef personale che cucina a vista.
L’impero editoriale è formato da una fitta schiera di periodici super-popolari: Vero, Stop, Top, Vero Casa, Vero Salute, Vero Cucina, Rakam. Dal 2013 c’è anche Vero Tv, investimento significativo per sbarcare sul canale 55 del digitale ma finora con poco successo. Il volume di affari si aggira sui 180 milioni e la plancia di comando sta nella Guido Veneziani Spa che controlla le società sottostanti. Tra queste ci sarà l’Unità srl, dove verranno ospitati con piccole quote anche la Pessina costruzioni e la società costituita dal Pd Eyu (al 5%).
“La mia Unità dovrà parlare agli elettori del Pd e non ai suoi iscritti” è la frase con cui ha conquistato Matteo Renzi e che ripete ai suoi interlocutori. Il progetto, ancora in mente dei, dovrebbe prevedere un giornale dedicato alla politica e all’economia ma con un ampia sezione Life Style, dal contenuto più leggero, come quello ispirato dal giubbotto renziano esibito da Maria De Filippi. Nomi che circolano per la direzione (ma senza alcuna conferma) quello di Gaia Tortora, (conduttrice Tg7) e di Maria Teresa Meli, (Corriere della Sera). Con Renzi Veneziani condivide anche l’approccio ai sindacati. Da editore non è affiliato alla Fieg, la federazione degli editori e preferisce avere rapporti solo con i sindacati aziendali, come ha dimostrato anche all’Unità. Su questo fronte, però, non vanta grandi successi. Dopo aver acquisito le tipografie di Rotoalba ha licenziato anche due sindacalisti, poi reintegrati e ha avuto più scontri con i dipendenti che lamentavano il tardato pagamento degli stipendi. Alla fine del 2014 la Rotoalba è stata messa in concordato preventivo e i sindacati si augurano che questo possa tutelare le loro spettanze. Se questi sono problemi noti, più recente è invece la “costituzione in mora e la diffida ad adempiere” inviata alla Guido Veneziani Srl, controllata dalla casa madre, per la riscossione di due crediti vantati dalla Photomasi Srl e dalla Twinam Group rispettivamente di 40 e 33 mila euro per fatture non pagate.
La stessa Unità Srl non comincia bene. Tra i soci, infatti, come riportato dal fatto-  quotidiano.it  , c’è la Investimenti e sviluppo, tra i cui soci c’era il finanziere Corrado Coen, arrestato a novembre per aggiotaggio in un’inchiesta della procura di Milano sul crac della Norman 95. “Rapporto scomodo”, ha commentato lo stesso Veneziani che ha definito “ingenuo” aver accettato l’offerta “molto generosa fatta da Coen per il 5% della sua società. Ma Veneziani sembra tutto fuorché ingenuo.